Rousseau si pone dal punto di vista del fanciullo, considerando l'educazione come un processo naturale e spontaneo.
Rousseau non conobbe la madre che morì nel darlo alla luce, infatti il fanciullo immaginario descritto dal filosofo nel suo trattato dell'educazione è Emilio un bambino orfano, privo di fratelli e sorelle e senza nessun compagno.
Non tiene conto, perchè non ne ha avuto la possibilità, della mancanza della figura materna, che costituisce una parte essenziale dell'ambiente percepito dal neonato.
La madre è quasi tutto per il neonato e continua ad esserlo per parecchio tempo, anche dopo che il bambino avrà imparato che il mondo non è in realtà un tutt'uno, ma si divide in tre componenti:
Lui stesso, le altre persone e le cose.
Egli fu un adolescente irrequieto.
Rousseau ha in comune con gli Illuministi il rifiuto della tradizione e la lotta per la trasformazione della società, ma si stacca da essi perchè non condivide la fede nella ragione umana, dà più importanza al sentimento che rende fratelli e alla morale che li nobilita e nega il progresso delle scienze perchè non migliorano la vita.
Egli fu definito "Figlio e Affossatore" - Figlio perchè in principio aveva abbracciato le idee illuministiche e Affossatore perchè poi sostenne che il progresso delle scienze e delle arti è causa di corruzione e infelicità, perchè allontana gli uomini dalla natura (origine) dove sono felici, onesti e semplici.
Egli disse che tutti gli uomini nascono uguali, la differenza delle classi è un prodotto negativo della società, che se male ordinata fa l'uomo inferiore, quindi risolve la questione con: "Il mito del buon selvaggio" che è il rimedio ai mali della società del tempo, è il ritorno dell'uomo alla natura, alla bontà umana.
Rousseau pensa di ridare l'integrità all'uomo rinnovando l'educazione.
Il bambino dovrà nascere in campagna (0-2 anni) dove l'aria è più sana, la culla dovrà essere ampia ed egli non dovrà avere nessun impedimento nel muoversi.
Dovrà essere lavato con acqua calda e fredda per abituarsi alla differenza e poi è importante abituare il bambino a non comandare, perchè non è il solo padrone.
(3-12 anni) Il bambino non immagina e non ragiona, e se impara a leggere e a scrivere è perchè lui stesso si è accorto che sono cose utili e ha chiesto al precettore di insegnargliele.
(12-15 ani) Il bambino sa ragionare, l'educazione deve essere diretta e il maestro dovrà disporre le cose in modo da suscitare attenzione e interesse (geografia da carte che lui stesso ha disegnato).
(15-20 anni) Periodo del sentimento - Educazione religiosa - Passione.
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| EDUCAZIONE NATURALE | EDUCAZIONE INDIVIDUALE | EDUCAZIONE INDIRETTA | EDUCAZIONE NEGATIVA PREVENTIVA | Naturale, ritmo di sviluppo dell'allievo | Deve essere adeguato alla capacità dell'educando | Il vero maestro è la natura; di conseguenza il maestro predisporrà l'ambiente perchè il bambino faccia l'esperienza che gli sembra più opportuna | Il maestro eliminerà tutto ciò che è dannoso per l'educazione del ragazzo |
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Rousseau definì "romantico" lo stato d'animo incline alla meditazione e alla malinconia.
A mio avviso ciò che conta per il bambino nei suoi primi anni di vita sono le altre persone identificate nei genitori, che sono nello stesso tempo insegnanti, confidenti e quelli che lo nutrono.
Questo primo ambiente esercita, nel bambino, una influenza formatica o deformante in questa lenta e incessante trasformazione della personalità del bambino, al punto di lasciare delle tracce profonde n tutta la sua vita.
E' il problema più importante per chi ha dei figli: dar loro una base di partenza che sia felice e vigorosa; la cosa sembrerebbe facile se ci ricordassimo i nostri primi giorni, mesi e anni di vita, ma non lo si può fare.
L'educazione dovrebbe, a mio parere, consistere in primo luogo nel dare al bambino, in ogni momento della sua vita, tutto ciò che gli occorre per evolvere, formare la propria persona e per realizzare sé stesso a seconda delle proprie esigenze che non è detto che siano uguali alle nostre.
Dovremmo fornire costantemente gli strumenti necessari per il crescere e innanzitutto la possibilità di fare delle esperienze e per farlo bisogna avere il coraggio di assumersi le responsabilità, amando sul serio, senza pretese e senza riserve di nessun genere.
E' sulla libertà e sull'amore e non sull'imposizione di norme e di regolamenti che si educa e questa condotta la si deve far nascere dentro.
Tutto esce buono dalle mani dell'Autore delle cose, tutto degenera nelle mani del'uomo.
Il neonato è la più fragile delle creature nel mondo animale, il puledro appena nasce già si mette a trotterellare e il pulcino appena esce dall'uovo già comincia a beccare.
Il bambio fino a tre mesi, ha bisogno che ci si interessi a lui e dopo i tre mesi ha soprattutto bisogno che lo si ami.
Il neonato non può assolutamente fare a meno delle cure della madre e la madre deve essere paziente e sforzarsi di capire al più presto le sue esigenze per poter collaborare con lui.
Bambino cattivo?
Un bambino non può essere cattivo, perchè non possiede i mezzi per reagire alla confusione e ai turbamenti di ogni genere.
Certo è che la trnauillità si può rompere al momento in cui il bambino cessa di essere collegato alla madre ed è costretto da esigenze impellenti, quali il bisogno di respirare, di nutrirsi, etc.
Non lo si renderà certo più forte allevandolo in campagna e usando il metodo dell'indurimento fisico per mirare alla formazione di un corpo agile e robuso, prima ancora della ragione.
Fasce - Torture e catene?
Anche se l'abitudine di fasciare il bambino è considerata antiquata e anche brutale da alcuni, è dimostrato che questo è un metodo molto utile per aiutare il bambino a dormire tranquillo.
Il neonato non è abituato ad uno spazio illimitato, perchè è stato racchiuso per mesi nello spazio ristretto dell'utero materno.
Le fasce fanno sentire il neonato più sicuro e lo aiutano ad abituarsi piano piano al mondo esterno.
La madre
Il neonato deve essere allattato al seno, si deve lasciargli godere il momento del pasto, lui prova benessere e piacere, questo per mia p ersonale esperienza è uno dei metodi migliori per portarlo ad avere fiducia in sé, essere sicuro e felice, perchè sente che c'è qualcuno al suo fianco al momento del bisogno e che non è solo.
Il bambino è appagato, basta osservarlo quando è sazio e si stacca dal seno, con le guance rosee, rilassato, si addormenterà tranquillamente.
Diventerà per lui un bel momento da rivivere, ritrovarsi tra le braccia della madre, sentirsi protetto e coccolato, quale altro modo conosciamo per poter far crescere e sviluppare il bambino nelle migliori condizioni?
Il padre
Rousseau ebbe cinque figli, non fu un buon educatore per loro e preferì affidarli all'ospizio dei trovatelli, perchè là avrebbero avuto tutto ciò di cui avevano bisogno.
La mia domanda è: erano cinque, non uno o due.
Non poteva pensarci prima? Ma come il padre anni prima lo aveva affidato agli zii, così la storia si ripeteva.
All'iizio il bambino fa un uttto unico con la madre e poi di seguito con l'ambiente.
Infatti lo si può vedere fino a che punto possa essere nervoso quando l'ambiente è teso, quindi è praticamente impossibile fissare delle regole di condotta senza tenere conto di quante persone vivono la famiglia, dell'ìatmosfera che vi regna e se questa regola contrasta con le convinzioni della madre, applicarla per lei in modo giusto sarà difficile e il bambino ne risentirà.
Spetta quindi al padre rappresentare i limiti e la legge, compito non facile.
Più la mamma sentirà il marito vicino, più potrà lasciarsi andare senza inquietudine alla tenerezza materna; bisogna essere in due: ad osservare il bambino, a mettere a punto un metodo da seguire tenendo conto di quante persone ci sono in famiglia, etc.
E, infatti, il sistema migliore per evitare che il bambino venga considerato un impaccio, è interessare il papà, i fratelli, le sorelle e gli altri al continuo suo progresso; il papà che rappresenta l'ordine necessario e benefico.
Per Rousseau non dovrebbe essere stato questo il metodo visto qual è stata la conclusione e visto il 5° libro dedicato all'educazione della donna, si può ben immaginare che considerazioni Rousseau abbia della moglie (
una donna istruita è il flagello di suo marito...).
Un bambino non deve crescere isolato dall'ambiente familiare se si vuole che la sua crescita si attui in modo aperto e positivo, è importante interessarvi tutti gli altri.
Le prime voci del bambino sono il lamento e il pianto.
Piangere per ricevere le attenzioni della mamma è normale, ma può diventare un mezzo per assicurarsi l'attenzione della mamma per sempre.
Rousseau all'età di sei anni lesse Le vite di Plutarco, restandone entusiasmato.
E allora, perchè definisce i libri strumento di infelicità e la lettura flagello dell'infanzia e di conseguenza il bambino non deve sapere che cosa sia un libro fino all'età di dodici anni?
Forse perchè è stato avviato alla lettura di romanzi precocemente, perchè la cultura lui se la è costruita da solo, da autodidatta.
Lui non ha sentito il bisogno di fuggire dai suoi genitori, perchè non c'erano, per andare a parlare con altre persone, fare amicizie, non ha avuto bisogno degli altri; Rousseau è cresciuto solo con il suoprecettore.
Rousseau da scarsissimo peso al gioco e nega anche ogni attività fantastica al bambino.
Il bambino va aiutato nell'apprendimento del linguaggio, che lui adegua al suo vocabolario modificando le parole adeguandole a quelle dei genitori, va anche aiutato a risvegliare la sua immaginazione per portarlo a creare le cose come le vorrebbe.
Il bambino ha bisogno di un suo mondo tutto di fantasia e lo si deve aiutare raccontandogli storie e mostrandogli libri illustrati, non in qualsiasi momento, ma si deve scegliere l'occasione, innanzittutto in funzione del desiderio dello stesso bambino.
Sebbene il bambino sappia ormai usare il linguaggio per esprimere i propri problemi, ogni tanto ricade in atteggiamenti infantili che sembravano oramai superati, è un modo come un altro per attirare l'attenzione o semplicemente far capire che si sente trascurato.
La ragione, ribatte Rousseau, si sviluppa tardi, al termine del processo educativo.
A mio avviso non è vero, in quando, se si abitua il bambino sin da piccolo a pensare e a ragionare con la sua testa, permettendogli di sbagliare, crescendo saprà lui stesso come comportarsi per non ricadere negli stessi errori.
Il ragazzo deve essere lasciato libero.
L'educazione non deve venire fatta per caso o con accorgimenti messi in opera dal precettore, perchè al ragazzo occorerebbe molto pù tempo per conoscere le regole e attuarle nel miglio rmodo possibile.
Inoltre, non viene attuata a contatto con la società, ma "somministrata" in luoghi isolati, lontani da contatti che possono influenzarla.
CONCLUSIONE:
A mio parere, Emilio a contatto con la società, sarà stato una persona molto influenzabile e di conseguenza ragionamento e comportamento cambiavano a seconda delle persone che incontrava.
EDUCAZIONE FEMMINILE
Per essere la donna ideale non occorre essere belle, ma occorre interessare e affascinare per quello che si è, se poi la virtù è accompagnata da una buona coltura è il massimo.
Davanti a Dio siamo tutti uguali quindi è giusto che anche la donna sia all'altezza dell'uomo nel limite delle sue possibilità.
Non deve essere solo dell'uomo la decisione di cosa sia meglio o peggio, ma si deve essere sempre in due a decidere quale sia la strada migliore da seguire. (tm)
Edited by marî - 12/11/2017, 18:40