L'educazione nella storia, Nella nostra infanzia c’è sempre un momento in cui una porta si apre e lascia entrare l’avvenire (Graham Greene)

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marî
view post Posted on 28/7/2012, 21:09




Rousseau si pone dal punto di vista del fanciullo, considerando l'educazione come un processo naturale e spontaneo.



Rousseau non conobbe la madre che morì nel darlo alla luce, infatti il fanciullo immaginario descritto dal filosofo nel suo trattato dell'educazione è Emilio un bambino orfano, privo di fratelli e sorelle e senza nessun compagno.

Non tiene conto, perchè non ne ha avuto la possibilità, della mancanza della figura materna, che costituisce una parte essenziale dell'ambiente percepito dal neonato.

La madre è quasi tutto per il neonato e continua ad esserlo per parecchio tempo, anche dopo che il bambino avrà imparato che il mondo non è in realtà un tutt'uno, ma si divide in tre componenti:

Lui stesso, le altre persone e le cose.



Egli fu un adolescente irrequieto.

Rousseau ha in comune con gli Illuministi il rifiuto della tradizione e la lotta per la trasformazione della società, ma si stacca da essi perchè non condivide la fede nella ragione umana, dà più importanza al sentimento che rende fratelli e alla morale che li nobilita e nega il progresso delle scienze perchè non migliorano la vita.

Egli fu definito "Figlio e Affossatore" - Figlio perchè in principio aveva abbracciato le idee illuministiche e Affossatore perchè poi sostenne che il progresso delle scienze e delle arti è causa di corruzione e infelicità, perchè allontana gli uomini dalla natura (origine) dove sono felici, onesti e semplici.

Egli disse che tutti gli uomini nascono uguali, la differenza delle classi è un prodotto negativo della società, che se male ordinata fa l'uomo inferiore, quindi risolve la questione con: "Il mito del buon selvaggio" che è il rimedio ai mali della società del tempo, è il ritorno dell'uomo alla natura, alla bontà umana.

Rousseau pensa di ridare l'integrità all'uomo rinnovando l'educazione.

Il bambino dovrà nascere in campagna (0-2 anni) dove l'aria è più sana, la culla dovrà essere ampia ed egli non dovrà avere nessun impedimento nel muoversi.

Dovrà essere lavato con acqua calda e fredda per abituarsi alla differenza e poi è importante abituare il bambino a non comandare, perchè non è il solo padrone.

(3-12 anni) Il bambino non immagina e non ragiona, e se impara a leggere e a scrivere è perchè lui stesso si è accorto che sono cose utili e ha chiesto al precettore di insegnargliele.

(12-15 ani) Il bambino sa ragionare, l'educazione deve essere diretta e il maestro dovrà disporre le cose in modo da suscitare attenzione e interesse (geografia da carte che lui stesso ha disegnato).

(15-20 anni) Periodo del sentimento - Educazione religiosa - Passione.

Il METODO PEDAGOGICO
EDUCAZIONE NATURALEEDUCAZIONE INDIVIDUALEEDUCAZIONE INDIRETTAEDUCAZIONE NEGATIVA
PREVENTIVA
Naturale, ritmo di sviluppo dell'allievoDeve essere adeguato alla capacità dell'educandoIl vero maestro è la natura; di conseguenza il maestro predisporrà l'ambiente perchè il bambino faccia l'esperienza che gli sembra più opportunaIl maestro eliminerà tutto ciò che è dannoso per l'educazione del ragazzo
 


Rousseau definì "romantico" lo stato d'animo incline alla meditazione e alla malinconia.

A mio avviso ciò che conta per il bambino nei suoi primi anni di vita sono le altre persone identificate nei genitori, che sono nello stesso tempo insegnanti, confidenti e quelli che lo nutrono.

Questo primo ambiente esercita, nel bambino, una influenza formatica o deformante in questa lenta e incessante trasformazione della personalità del bambino, al punto di lasciare delle tracce profonde n tutta la sua vita.

E' il problema più importante per chi ha dei figli: dar loro una base di partenza che sia felice e vigorosa; la cosa sembrerebbe facile se ci ricordassimo i nostri primi giorni, mesi e anni di vita, ma non lo si può fare.

L'educazione dovrebbe, a mio parere, consistere in primo luogo nel dare al bambino, in ogni momento della sua vita, tutto ciò che gli occorre per evolvere, formare la propria persona e per realizzare sé stesso a seconda delle proprie esigenze che non è detto che siano uguali alle nostre.

Dovremmo fornire costantemente gli strumenti necessari per il crescere e innanzitutto la possibilità di fare delle esperienze e per farlo bisogna avere il coraggio di assumersi le responsabilità, amando sul serio, senza pretese e senza riserve di nessun genere.

E' sulla libertà e sull'amore e non sull'imposizione di norme e di regolamenti che si educa e questa condotta la si deve far nascere dentro.

Tutto esce buono dalle mani dell'Autore delle cose, tutto degenera nelle mani del'uomo.



Il neonato è la più fragile delle creature nel mondo animale, il puledro appena nasce già si mette a trotterellare e il pulcino appena esce dall'uovo già comincia a beccare.

Il bambio fino a tre mesi, ha bisogno che ci si interessi a lui e dopo i tre mesi ha soprattutto bisogno che lo si ami.

Il neonato non può assolutamente fare a meno delle cure della madre e la madre deve essere paziente e sforzarsi di capire al più presto le sue esigenze per poter collaborare con lui.

Bambino cattivo?



Un bambino non può essere cattivo, perchè non possiede i mezzi per reagire alla confusione e ai turbamenti di ogni genere.

Certo è che la trnauillità si può rompere al momento in cui il bambino cessa di essere collegato alla madre ed è costretto da esigenze impellenti, quali il bisogno di respirare, di nutrirsi, etc.

Non lo si renderà certo più forte allevandolo in campagna e usando il metodo dell'indurimento fisico per mirare alla formazione di un corpo agile e robuso, prima ancora della ragione.

Fasce - Torture e catene?



Anche se l'abitudine di fasciare il bambino è considerata antiquata e anche brutale da alcuni, è dimostrato che questo è un metodo molto utile per aiutare il bambino a dormire tranquillo.

Il neonato non è abituato ad uno spazio illimitato, perchè è stato racchiuso per mesi nello spazio ristretto dell'utero materno.

Le fasce fanno sentire il neonato più sicuro e lo aiutano ad abituarsi piano piano al mondo esterno.

La madre



Il neonato deve essere allattato al seno, si deve lasciargli godere il momento del pasto, lui prova benessere e piacere, questo per mia p ersonale esperienza è uno dei metodi migliori per portarlo ad avere fiducia in sé, essere sicuro e felice, perchè sente che c'è qualcuno al suo fianco al momento del bisogno e che non è solo.

Il bambino è appagato, basta osservarlo quando è sazio e si stacca dal seno, con le guance rosee, rilassato, si addormenterà tranquillamente.

Diventerà per lui un bel momento da rivivere, ritrovarsi tra le braccia della madre, sentirsi protetto e coccolato, quale altro modo conosciamo per poter far crescere e sviluppare il bambino nelle migliori condizioni?

Il padre



Rousseau ebbe cinque figli, non fu un buon educatore per loro e preferì affidarli all'ospizio dei trovatelli, perchè là avrebbero avuto tutto ciò di cui avevano bisogno.

La mia domanda è: erano cinque, non uno o due.

Non poteva pensarci prima? Ma come il padre anni prima lo aveva affidato agli zii, così la storia si ripeteva.

All'iizio il bambino fa un uttto unico con la madre e poi di seguito con l'ambiente.

Infatti lo si può vedere fino a che punto possa essere nervoso quando l'ambiente è teso, quindi è praticamente impossibile fissare delle regole di condotta senza tenere conto di quante persone vivono la famiglia, dell'ìatmosfera che vi regna e se questa regola contrasta con le convinzioni della madre, applicarla per lei in modo giusto sarà difficile e il bambino ne risentirà.

Spetta quindi al padre rappresentare i limiti e la legge, compito non facile.

Più la mamma sentirà il marito vicino, più potrà lasciarsi andare senza inquietudine alla tenerezza materna; bisogna essere in due: ad osservare il bambino, a mettere a punto un metodo da seguire tenendo conto di quante persone ci sono in famiglia, etc.

E, infatti, il sistema migliore per evitare che il bambino venga considerato un impaccio, è interessare il papà, i fratelli, le sorelle e gli altri al continuo suo progresso; il papà che rappresenta l'ordine necessario e benefico.

Per Rousseau non dovrebbe essere stato questo il metodo visto qual è stata la conclusione e visto il 5° libro dedicato all'educazione della donna, si può ben immaginare che considerazioni Rousseau abbia della moglie (una donna istruita è il flagello di suo marito...).

Un bambino non deve crescere isolato dall'ambiente familiare se si vuole che la sua crescita si attui in modo aperto e positivo, è importante interessarvi tutti gli altri.

Le prime voci del bambino sono il lamento e il pianto.



Piangere per ricevere le attenzioni della mamma è normale, ma può diventare un mezzo per assicurarsi l'attenzione della mamma per sempre.

Rousseau all'età di sei anni lesse Le vite di Plutarco, restandone entusiasmato.



E allora, perchè definisce i libri strumento di infelicità e la lettura flagello dell'infanzia e di conseguenza il bambino non deve sapere che cosa sia un libro fino all'età di dodici anni?

Forse perchè è stato avviato alla lettura di romanzi precocemente, perchè la cultura lui se la è costruita da solo, da autodidatta.

Lui non ha sentito il bisogno di fuggire dai suoi genitori, perchè non c'erano, per andare a parlare con altre persone, fare amicizie, non ha avuto bisogno degli altri; Rousseau è cresciuto solo con il suoprecettore.

Rousseau da scarsissimo peso al gioco e nega anche ogni attività fantastica al bambino.



Il bambino va aiutato nell'apprendimento del linguaggio, che lui adegua al suo vocabolario modificando le parole adeguandole a quelle dei genitori, va anche aiutato a risvegliare la sua immaginazione per portarlo a creare le cose come le vorrebbe.

Il bambino ha bisogno di un suo mondo tutto di fantasia e lo si deve aiutare raccontandogli storie e mostrandogli libri illustrati, non in qualsiasi momento, ma si deve scegliere l'occasione, innanzittutto in funzione del desiderio dello stesso bambino.

Sebbene il bambino sappia ormai usare il linguaggio per esprimere i propri problemi, ogni tanto ricade in atteggiamenti infantili che sembravano oramai superati, è un modo come un altro per attirare l'attenzione o semplicemente far capire che si sente trascurato.

La ragione, ribatte Rousseau, si sviluppa tardi, al termine del processo educativo.



A mio avviso non è vero, in quando, se si abitua il bambino sin da piccolo a pensare e a ragionare con la sua testa, permettendogli di sbagliare, crescendo saprà lui stesso come comportarsi per non ricadere negli stessi errori.

Il ragazzo deve essere lasciato libero.



L'educazione non deve venire fatta per caso o con accorgimenti messi in opera dal precettore, perchè al ragazzo occorerebbe molto pù tempo per conoscere le regole e attuarle nel miglio rmodo possibile.

Inoltre, non viene attuata a contatto con la società, ma "somministrata" in luoghi isolati, lontani da contatti che possono influenzarla.

CONCLUSIONE:



A mio parere, Emilio a contatto con la società, sarà stato una persona molto influenzabile e di conseguenza ragionamento e comportamento cambiavano a seconda delle persone che incontrava.

EDUCAZIONE FEMMINILE



Per essere la donna ideale non occorre essere belle, ma occorre interessare e affascinare per quello che si è, se poi la virtù è accompagnata da una buona coltura è il massimo.

Davanti a Dio siamo tutti uguali quindi è giusto che anche la donna sia all'altezza dell'uomo nel limite delle sue possibilità.

Non deve essere solo dell'uomo la decisione di cosa sia meglio o peggio, ma si deve essere sempre in due a decidere quale sia la strada migliore da seguire. (tm)


Edited by marî - 12/11/2017, 18:40
 
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marî
view post Posted on 29/7/2012, 15:50





Quali rapporti esistono tra Rousseau e l'Illuminismo?

Rousseau ha in comune con gli Illuministi il rifiuto della tradizione e la lotta per la trasformazione della società, estende questo rifiuto anche alla cultura scientifica.
Si stacca da essi perchè non condivide la fede della ragione umana e attribuisce più importanza al sentimento che accomuna tutti gli uomini e alla virtù morale che li nobilita, nega il progresso delle scienze e delle arti, perchè non migliorano la vita umana.

Perchè egli ne è definito "Figlio e Affossatore?

Rousseau è definito FIGLIO perchè in principio aveva abbracciato le idee illuministiche e AFFOSSATORE perchè in seguito sostenne che il progresso delle scienze e delle arti, è causa di corruzione e infelicità e perchè allontana gli uomini dall'origine, cioè la natura, dove sono semplici, felici e onesti.

Quali critiche egli mosse alla società del suo tempo?

Che gli uomini nascono tutti uguali, la differenza delle classi sociali non è che un prodotto negativo della società e che se la società è male ordinata conduce l'uomo a una condizione inferiore a quella dello stato di natura.

In cosa consiste il "Mito del buon selvaggio" ('500)?

E' il rimedio ai mali della società del tempo, è il ritorno dell'uomo alla natura e alla naturale bontà umana (gli intellettuali europei guardano alla semplicitò dei selvaggi).

Come pensa Rousseau di ridare all'uomo la sua integrità?

Rinnovando l'educazione e costruendo su nuove basi l'uomo della società del futuro, è questo l'ideale da raggiungere senza falsità ed egoismo.

Quali principi politici sono messi in rilievo nel "Contratto sociale"?

Sono quelli di una radicale riforma politica, basata sull'uguaglianza e sulla sovranità popolare.

La società ideale, mediante un patto d'unione, deve sottomettere la proprietà privata alla volontà generale che si rivolge al bene comune.

Ciascuno deve rinunciare alla facoltà di giudicare e operare liberamente le proprie scelte e la propria volontà, perchè possa trionfare la giustizia (democrazia diretta).

Quali sono i caratteri della prima fase del processo educativo?

La prima fase del processo educativo dell'infanzia che va da 0 a 2 anni, si svolge nel seguente modo:

Il bambino dovrà nascere in campagna (natura) dove l'aria è più sana, la culla dovrà essere ampia e lui dovrà essere libero di muoversi senza impedimenti e irrobustirsi.

Il bambino piccolo, è un essere dotato di attività sensoriale e motoria.

Dovrà essere lavato con acqua fredda e calda per abituarsi alla differenza, dovrà dormire e nutrirsi quando ne sente il bisogno.

Le madri dovranno allattare i propri figli e i padri dovranno essere i precettori.

Per non spaventarsi, dovrà fare esperienza di oggetti nuovi, animali sgradevoli e rumori gradualmente più forti.

I primi pianti dei bambini saranno delle preghiere, ma se non si fa attenzione diventeranno degli ordini.

E' importante abituarlo per tempo a non comandare, perchè non è il solo padrone.

Quali sono i caratteri della seconda fase del processo educativo?

La seconda fase del processo educativo si svolge dalla seconda infanzia alla fanciullezza che va dai 3 ai 12 anni nel seguente modo:

Il bambino è dotato i intelligenza sensoriale, l'intervento frequente dell'adulto induce il bambino a diventare capriccioso, aumentando i suoi bisogni.

La ragione si sviluppa tardi, al termine del processo educativo, quindi non ci si può servire di essa per educare le altre facoltà.

L'unica ragione che il bambino capisce è che egli è debole e l'adulto è forte e quindi deve sottomettersi.

In questo periodo il bambino è incapace di immaginare e di ragionare qualunque istruzione fondata sulla fantasia o sulla ragione.

Se il bambino impara a leggere e a scrivere, è perchè egli stesso si è accorto dell'utilità della cosa e ha chiesto al precettore di insegnargliela.

Quello che apprende è frutto di lezione occasionale, ed è motivato dall'interesse e imparato in maniera pratica e viva.

Quali sono i caratteri della terza fase del processo educativo?

La terza fase del processo educativo dalla preadolescenza e adolescenza che va dai 12 ai 15 anni si svolge nel seguente modo:

Questo è il periodo dell'educazione intellettiva e della ragione, è il periodo più adatto per formare nel ragazzo una cultura, perchè non è distratto da nessun bisogno.

L'educazione è più diretta perchè il fanciullo sa ragionare e il maestro dovrà disporre le cose in modo da suscitare l'attenzione e l'interesse.

Il ragazzo imparerà la geografia dalle carte che lui stesso avrà costruito, dovrà imparare, un lavoro manuale, a costruire arnesi da lavoro e dovrà essere capace di orientarsi nella foresta.

Quali sono i caratteri della quarta fase del processo educativo?

La quarta fase del processo educativo che va dai 15 ai 20 anni si svolge nel seguente modo:

E' il periodo del sentimento, dell'educazione morale, religiosa, estetica.

In tale periodo maturano il senso sociale e il senso morale, l'interesse e la simpatia verso gli altri uomini, le passioni e gli entusiasmi giovanili.

Il ragazzo, prima di entrare nella società cittadina, con i suoi vizi e le sue ipocrisie dovrà esserne preventivamente avvisato; e perchè impari a conoscere meglio gli uomini, verrà avviato allo studio della storia e il maestro si servirà, inoltre, anche delle favole che si ricordano facilmente.

Verso i 18 anni, quando il ragazzo ha acquisito il pieno uso della ragione, si passa all'educazione religiosa, che si fonda sull'ordine del mondo, e sul sentimento che ne deriva, la credenza di un Dio Creatore (deismo).

Sulla religione naturale si fonda la coscienza morale (vita del sentimento).

Ultima sarà l'educazione estetica che consiste nel giudicare ciò che piace o dispiace.

Spiegare i motivi del meteodo pedagogico roussoniano

I caratteri del metodo pedagogico roussoniano sono:

1) Educazione naturale, l'educazione deve seguire il naturale ritmo di sviluppo di ogni allievo

2) Educazione individuale, per cui l'insegnamento deve essere adeguato alla capacità dell'educando e soprattutto deve manovrare i suoi iteressi

3) Educazione indiretta, il vero maestro di Emilio è la natura le cui leggi egli dovrà conoscere graduatamente; il maestro pertanto predisporrà la natura in modo tale che il bambino compia l'esperienza che gli sembra più opportuna

4) Educazione negativa preventiva, il maestro purificherà preventivamente la natura eliminando da essa tutto ciò che di dannoso vi può essere per il ragazzo

Illustrare l'educazione di Sofia

La donna è uguale all'uomo in tutto ciò che riguarda la specie, ma è diversa in tutto ciò che riguarda il sesso.

Rousseau afferma che la donna è fatta specialmente per piacere all'uomo e quindi deve ricevere un'altra educazione.

La donna non dovrà essere bella, ma interessante e affascinante.

La donna dovrà essere educata fin dalla nascita, a compiacersi nell'abbigliarsi, ad avere grazia piuttosto che forza, a giocare con le bambole, a saper usare ago e filo, piuttosto che passare il tempo a studiare.

Dovrà imparare a contare e a non rimanere mai in ozio, dovrà imparare il canto, la danza e ogni arte piacevole, per essere sempre felice e spensierata.

La donna imparerà la religione prima del maschio, dovrà essere la relegione di sua madre e ogni donna quella di suo marito.

Rousseau non si preoccupa che la donna sia istruita, al maestro interessa più la virtù che la cultura.


Edited by marî - 29/7/2012, 18:22
 
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marî
view post Posted on 4/8/2012, 08:14





RIEPILOGO PER CONCETTI



PUEROCENTRISMO - Tendenza a considerare l'educazione dal punto di vista del fanciullo, anziché dell'educatore.

BONTA' NATURALE - E' sostenuta da Rousseau, per il quale la società, la civiltà, la cultura sono causa della corruzione della natura e di tutti i mali dell'umanità.

INEGUAGLIANZA SOCIALE - Prodotto negativo della società, secondo Rousseau: gli uomini sono uguali per natura.

RITORNO ALLA NATURA - Nel primo significato equivale al mito del buon selvaggio; nel secondo significato equivale a ristabilire nella società condizioni di vita più conformi all'autentica natura dell'uomo.

CONTRATTO SOCIALE - Deve produrre un progresso dell'uomo, sostituendo la giustizia all'istinto; deve essere basato sull'eguaglianza e sulla sovranità popolare (democrazia).

VOLONTA' GENERALE - Sottomette l'interesse privato al bene comune; si esprime nella legge uguale per tutti, trionfo della razionalità sull'arbitrio:

EDUCAZIONE SECONDO NATURA - Si svolge non solo a contatto con la natura, ma secondo i ritmi di sviluppo della stessa natura del bambino.

EDUCAZIONE NEGATIVA - Consiste nel rimuovere tutti gli ostacoli per un autentico sviluppo del fanciullo.

EDUCAZIONE INDIRETTA - Azione delle cose e delle circostanze messe in opera dall'educatore perchè il fanciullo si educhi, senza l'apparente intervento dell'adulto.

ATTIVITA' SENZORIALE E MOTORIA - Prima forma di educazione del bambino, che dev'essere lasciata libera di esprimersi.

OCCASIONALITA' E INTERESSE - Sono i cardini dell'istruzione di Emilio, che non deve apprendere nulla se non ne avverte l'utilità.

APPRENDIMENTO ATTIVO - Viene fatto non tanto sui libri, quanto operando ripetendo l'esperienza di Robinson.

PROFESSIONE DI FEDE (del Vicario savoiardo) - Sintesi del pensiero religioso di Rousseau.



 
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marî
view post Posted on 4/8/2012, 10:25





Il XVIII secolo : Rousseau e altri



ILLUMINISMO (movimento filosofico e letterario)

Gli scrittori del tempo erano convinti di emergere da un'epoca di oscurità e ignoranza e di dirigersi verso una nuova era illuminata dalla ragione, dalla scienza e dal ripestto per l'umanità.

1789 RIVOLUZIONE FRANCESE e caduta della Monarchia.

Le cause fondamentali furono l'incapacità delle classi dominanti di affrontare i problemi di Stato, l'indecisione del re, l'esagerata tassazione della popolazione rurale, l'impoverimento del proletariato, il fermento intellettuale dovuto all'Illuminismo e l'eco della guerra d'Indipendenza americana.

Durante il XVIII secolo fu creato un sistema scolastico in Prussia; in Russia l'istruzione pubblica fu avviata sotto Pietro il Grande e i suoi successori; nell'America coloniale si svilupparono scuole e college, e in Francia, a seguito della rivoluzione vi furono riforme del sisteme educativo.

Alla fine del secolo, in Inghilterra, il filantropo ed editore Robert Raikes fondò le scuole domenicali per i poveri e per i bambini che lavoravano: centinaia di bambini potevano essere istruiti da un solo insegnante, con l'aiuto di alcuni assistenti; fu così che furono gettate le basi per l'istruzione di massa.

Il più importante tecnico dell'educazione del XVIII fu Jean-Jacques Rousseau, il cui pensiero e la cui influenza si diffusero in tutta Europa.

Nell'Emilio (1762), Rousseau sostenne che il bambino non dovesse essere considerato un adulto in miniatura e che la sua personalità individuale andasse invece assecondata nei differenti stadi della crescita.

Tra i metodi educativi che egli suggerì si ricordano l'apprendimento della lettura in un'età più avanzata e lo studio della natura e della società attraverso l'osservazione diretta.

Le sue proposte innovative erano, tuttavia, riservate ai maschi: le femmine dovevano continuare a ricevere un'educazione di tipo tradizionale.

I contributi di Rousseau rimasero tuttavia in gran parte teorici, spettò ai suoi seguiaci metterli in pratica: l'educatore tedesco Johann Basedow e altri suoi allievi fondarono scuole, in Germania e in altri paesi del Nord Europa, basate sul principio di Rousseau "tutto seconso natura".

Secondo IMMANUEL KANT il moto dell'epoca era. "OSARE PER SAPERE".

Per mezzo di una educazione appropriata, l'umanità stessa poteva mutare la sua natura e migliorarla, la scoperta della verità sarebbe avvenuta osservando la natura, sebbene la Chiesa cattolica fosse vista come la maggiore responsabile della sottomissione della ragione umana nel passato, molti illuministi non rinunciarono alla religione optando per il DEISMO (rifiutano la Chiesa, ma Dio esiste).

L'Illuminismo contrappone la ragione alla sotria (antitradizionalismo) essi sono consapevoli dei limiti dell'intelligenza umana (ORGOLGIO DEL LIMITE) è un atteggiamento mentale aperto.

L'Illuminismo italiano si afferma soprattutto nel pensiero politico, giuridico ed economico.

DISPOTISMO ILLUMINATO = Governo monarchico di un despota liberale e colto.

LIBERISMO (inglese) - Libertà economica - Libera iniziativa privata - No all'intervento dello Stato - Libertà di concorrenza.

FISIOCRAZIA (francese) - Dottrina economica - Vogliono libertà di concorrenza, potere della natura - Proprietà privata (economista Quesnay).

 
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marî
view post Posted on 4/8/2012, 15:31





gb-vico



Autore poco amato nel contemporaneo, riscoperto nel futuro come Rousseau.

Figlio di un modesto libraio, studiò diritto presso l'Università di Napoli, dove fu professore di retorica (teoria e pratica dell'elequenza parlata e scritta. La retorica definisce le regole che devono governare la composizione del discorso in base a convenzioni elaborate dalla cultura greca, che fissò anche i canoni di bellezza ed eleganza dello stile) dal 1699 al 1741.

Vico (1668/1744) è considerato un pensatore controcorrente perchè il suo pensiero costituì una reazione al Razionalismo di Cartesio (filosofo, scienziato e matematico francese, considerato il fondatore della filosofia moderna) che stabiliva nell'evidenza il criterio della conoscenza umana, Vico si appellò a un criterio conoscitivo in base al quale la conoscenza di un oggetto è possibile solo da parte del soggetto che l'ha costruito.

Questo criterio ristretto può essere applicato soprattutto alla conoscenza della storia, in quanto opera dell'uomo.

Per Vico la storia dell'uomo non doveva più essere la storia filosofica di un essere astratto, ma la storia concreta, studiata nel suo sviluppo.

Vico riteneva che il mondo della storia umana fosse l'unico che l'uomo potesse conoscere, perchè è fatto dall'uomo stesso.

Il principio civhiano del VERUM IPSUM FACTUM (il vero si identifica con il certo) consiste nel prendere conoscenza di ciò che si fa, perchè si conosce soltanto ciò che si può provare con i fatti e di cui ne siamo operatori.

Nella scienza nuova egli propugnò una teoria ciclica della storia, secondo la quale la società umana procede attraverso una serie di "cordi e ricorsi storici", progredendo dalla barbarie alla civiltà e ricadendo quindi nella barbarie.

Per il Vico, nei singoli individui predominano tre momenti:



FANCIULLEZZAADOLESCENZA/GIOVINEZZAMATURITA'
Età del senso, età barbara o età degli dèiEtà della fantasia e dell'immaginazione, età poetica dei miti o età degli eroiEtà della ragione, età dei filosofi o età degli uomini
Nella prima epoca gli uomini "sentono senza avvertire" e sono dominati soprattutto da un senso di terrore esorcizzato nei miti religiosi, nella famiglia e nelle altre istituzioni fondamentali.
Uomini bestioni - Preistoria
Nella seconda epoca gli uomini "avvertono con animo perturbato e commosso", dando vita a governi aristocratici che mirano a realizzare il bene comune
Uomini poeti - Periodo arcaico
Nella terza epocagli uomini "riflettono con mente pura", si basano sulla ragione per dar vita a un ordinamento civile in cui tutti in pari misura siano chiamati al rispetto per la legge
Uomini filosofi - Cultura classica
 




Così anche nella storia umana si svolge permanente un triplice processo, ad ognuna di queste tre corrisponde un determinato livello dei costumi, del governo, del diritto, etc.

Quando però il ciclo di una nozione si è concluso nello splendore dell'età dei filosofi, si ritorna indietro e si ricomincia di nuovo (teoria dei corsi e ricorsi della storia).

Gli uomini prima sentono senza avvertire, po avvertono e infine riflettono con mente pura.

Il Vico vuole che siano educate prima la fantasia e la memoria e più tardi la ragione e le scienze intellettualistiche.

Poiché l'intelletto non può cogliere il VERO (universale) che nel CERTO (particolare) ogni educazione che non ACCERTI IL VERO o non INVERI IL CERTO, è sterile (metodo intuitivo).

L'educando non deve trovare la verità fuori di sé, ricevendola in modo passivo dall'esterno e neppure in sé, accettandola come dono divino, MA DEVE COSTRUIRLA ATTRAVERSO LA RICERCA E LO SFORZO (autoeducazione).

L'educazione va fatta a contatto della società riconoscendo nei costumi e nelle tradizioni la coscienza più profonda della umanità.

Questa visione ciclica della storia umana porta Vico a sviluppare originali interpretazioni dei miti e dei linguaggi dei popoli, secondo un processo parallelo che, partendo dalle potenti invenzioni della fantasia, si esaurisce nella razionale indagine della prosa.

Nonostante la marcata accentuazione del ruolo dell'uomo quale motore della storia, Vico teorizzava anche la presenza di una forza che agisce nella storia insieme agli uomini, spingendoli al progresso: la PROVVIDENZA.

Autore anche di un'interessante Autobiografia (1728), nel XX secolo Vico vide



croce2
www.filosofiaedintorni.eu/croce.htm



riconosciuta la propria importante originalità di pensatore da Benedetto Croce (Croce credeva nel libero arbitrio e in uno stile di vita fondato sull'apprezzamento del bello; concepiva la storia come filosofia in movimento, un'interpretazione del passato in termini del presente. Poiché secondo lui gli storici espongono l'essenziale dell'umano e del naturale in relazione a cause ed eventi, egli sostenne che la storia dovesse essere dominio dei filosofi. Questa riduzione della filosofia a storiografia è di particolare interesse, perchè colloca la stessa filosofia al centro di problemi concreti che l'uomo ha proposto e propone nel corso dell'evoluzione storica).



PEDAGOGIA ILLUMINISTA PEDAGOGIA VICHIANA
Liberare l'individuo dall'oscurantismo del passato, deve avere carattere laico e civile, mirando alla istruzione del cittadino più che all'educazione dell'uomo.
LA RAGIONE HA I SUOI LIMITI
(cultura del passato rivisitata accettando solo ciò che è ragionevole)
Vico cerca nella storia l'attuarsi progressivo della ragione, che risolve di volta in volta i problemi che le vengono posti.
L'arte nasce dalla fantasia (prima forma di conoscenza intuitiva) che viene prima del ragionamento, propria dell'umanità ancora giovane
 




appuntiAPPUNTI

Per Vico la storia dell'uomo non doveva più essere la storia filosofica di un essere astratto, ma la storia concreta, studiata nel suo divenire, nel suo sviluppo.

Il Vico cercherà nella storia l'attuarsi progressivo della ragione, che risolve di volta in volta tutti i problemi.

L'Illuminismo contrappone la ragione alla storia (antistoricismo).

Lo storico non deve fare a pezzi il passato, ogni epoca ha una sua dignità; deve far rivivere il passato non distruggerlo.

Per Vico la scienza nuova è la STORIA.

La storia (si fonda su certezze) come storiografia si avvale:

1) della FILOLOGIA (certo)

2) della FILOSOFIA (vero) - che ci insegna che i veri fatti storici non avvengono per caso.

Il Vico giunse ad affermare che Omero non è mai esistito e che i poemi a lui attribuiti, l'Iliade e l'Odissea, non sono l'opera di una individualità artistica, ma della fantasia di tutto un popolo, quello greco, attraverso molte immaginazioni poetiche.

L'intelletto cogli il VERO (universale) e il CERTO (particolare) e se questo non viene accertato l'educazione è sterile e opaca (metodo intuitivo).

L'educazione è la formazione dell'uomo a contatto con la società.

Educare prima la fantasia, l'immaginazione e la memoria; poi la ragione.

FILOSOFIAPEDAGOGIA
Contro Cartesio egli afferma il principio del
VERUM IPSUM FACTUM
(il vero è lo stesso del fatto)
Criterio di verità: conosciamo della mente ciò che l'uomo fa della natura. Non è possibile
AUTOEDUCAZIONE
La verità viene costruita dall'educando, attraverso la ricerca e lo sforzo
La storia come "scienza (filologia+filosofia)
Filosofia sulla storia per comprendere la storia
Rivalutazione dell'insegnamento della storia
La "storia ideale eterna"
(Legge eterna fondamentale della storia-struttura)
La dottrina delle tre età (la più significativa)
Ogni epoca ha la sua dignità
La poesia
Tre sono le fasi dello sviluppo psichico
Rivalutazione delle facoltà prelogiche e analogiche
Storia "Corsi e ricorsi" e Provvidenza divinaRivalutazione della poesia
 


 
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marî
view post Posted on 13/8/2012, 09:41





Perchè Vico è considerato un "pensatore controcorrente"?



Il Vico è considerato un pensatore controcorrente, perchè il suo pensiero costituì una reazione al razionalismo di Cartesio e in genere a tutta la cultura filosofica del '600, tesa quasi esclusivamente allo studio della natura.

Infatti, la matematica è certissima perchè i suoi termini (l'unità, il punto, la linea) sono stati inventati dall'uomo.

Ma la sua applicazione alla fisica e alle altre scienze è destinata ad alterare la realtà delle cose.

Quale è la "scienza nuova" che egli vuole fondare e con quale metodo?



Il punto di partenza di Vico è l'indagine con l'origine della società umana.

Per compiere questo studio egli prese in considerazione tutti gli aspetti della storia dell'umanità: la filologia, anzitutto, e cioè la storia delle parole e dei concetti; e poi i costumi, i miti religiosi, il diritto, i monumenti, le lingue.

Per il Vico la storia dell'uomo non doveva più essere la storia filosofica di un essere astratto ma la storia concreta, studiata nel suo divenire, nel suo sviluppo.

Spiegare il principio vichiano del VERUM IPSUM FACTUM



"Il vero identifica con il certo - La filosofia con la filologia (scienza che studia la lingua e la letteratura di un popolo deducendola dai testi scritti)".

Vico riteneva che il mondo della storia umana è l'unico che l'uomo possa conoscere, perchè è un mondo fatto dall'uomo stesso.

Non è così per la storia naturale: la terra, gli animali, le piante, gli astri sono opera di Dio e solo Dio - cioè colui che li ha fatti - può "conoscerli".

Il principio vichiano del Verum Ipsum Factum, quindi, consiste nel prendere conoscenza di ciò che si fa, perchè si ha vera conoscenza soltanto di ciò che si può provare coi fatti o di cui noi siamo operatori.

In che cosa consiste la legge delle tre età?



Per Giovan Battista Vico, nei singoli individui predominano tre momenti.

1) La fanciullezza o età del senso o età degli dei = età barbara

2) L'adolescenza e giovinezza o età della fantasia o età degli eroi = età poetica o dei miti

3) La maturità o età del raziocinio o età degli uomini = età dei filosofi e della ragione

Così nella storia umana si svolge perennemente un triplice processo dell'età barbara, o del senso, o degli dei (quando gli uomini erano "bestioni tutto stupori e ferocia"), all'età poetica, o della fantasia o degli eroi e dei miti, fino all'età umana, l'età dei filosofi e della ragione.

Ad ognuna di queste tre età corrisponde un determinato livello dei costumi, del governo, del diritto, etc.: l'epoca del vero progresso, della giustizia e della libertà, e naturalmente, quella della ragione.

Quando però il ciclo di una nazione, di un impero, etc., s'è conchiuso nello splendore dell'età dei filosofi, si ritorna indietro, alla barbarie oscura dell'età del senso, e si ricomincia di nuovo il cammino (Teoria dei corsi e ricorsi della storia).

Quali sono i principi pedagogici più rilevanti del pensiero vichiano?



Il Vico, partendo dal presupposto che "gli uomini prima sentono senza avvertire, dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura", condanna l'educazione del tempo, ispirata al razionalismo cartesiano.

Egli condanna, in particolar modo, lo studio prematuro della logica e dell'algebra, che inerte l'ordine naturale dello sviluppo umano e riabilitando la tradizione umanistico-letteraria, vuole che si educhi prima la fantasia e la memoria; e più tardi la ragione e le altre scienze di carattere intellettualistico.

E poichè l'intelletto non può cogliere il vero (universale) che ne certo (particolare), come non può determinare il valore di questo se non alla luce di quello, ne consegue che:

ogni educazione intellettualistica, che non "accerti" il vero e non "inveri" il certo, è sterile e opaca (metodo intuitivo).

Partendo poi dal presupposto che si conosce soltanto ciò che si fa, ha un vivo concetto dell'educazione come autoeducazione, perchè l'educando non deve trovare la verità fuori di sé, ricevendola passivamente dall'esterno, e neppure in sé, accettandola come un dono divino, ma deve costruirla attivamente da se stesso, attraverso la ricerca e lo sforzo.

Secondo Vico, infine, l'educazione non si deve svolgere fuori dalla società, nella quale l'individuo è chiamato a vivere, ma a contatto di questa medesima società, riconoscendo nei suoi costumi e nelle sue tradizioni la coscienza più profonda dell'umanità.

Confronto tra la concezione pedagogica illuminista e quella vichiana.



La pedagogia illuministica, si propone di liberare l'individuo da ogni forma di oscurantismo del passato, sia nel campo filosofico che in quello politico e sociale; sostiene che l'educazione deve essere una funzione dello stato, cioè avere carattere laico e civile, mirando più all'istruzione del cittadino che all'educazione dell'uomo.

L'Illuminismo è come l'Umanesimo, la ragione ha i suoi limiti, è una ragione conscia delle sue limitazioni, la cultura del passato viene tutta rivisitata, accettando solo quello che è ragionevole.

Gli studi sono di tipo umanistico per la preparazione di funzionari statali e del clero. (materie scientifiche).

L'Illuminismo contrappone la ragione alla storia (antistoricismo), mentre Vico cerca nella storia l'attuarsi progressivo della ragione, che risolve di volta in volta i problemi che le vengono posti.

Ciò che conta è lo sforzo di cercare nel profondo le ragioni della storia, dei fatti umani e di non accontentarsi del superficiale racconto del fatto.

Per giovan Battista Vico l'arte nasce dalla fantasia, e la fantasia è la prima forma di conoscenza intuitiva, che viene prima del ragionamento e che è quindi propria dell'umanità ancora giovane.

 
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marî
view post Posted on 19/1/2013, 16:37




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Il XIX secolo e la nascita dei sistemi scolastici nazionali

Il più importante fra i seguaci di Rouseau fu l'educatore svizzero Johann Pestalozzi (1746/1827), le cui idee e metodologie influenzarono i sistemi scolastici di ogni continente.

Obiettivo principale di Pestalozzi era quello di adattare i metodi didattici al naturale sviluppo del bambino, attraverso lo sviluppo armonioso di tutte le facoltà (mente, cuore e mano) dell'allievo (per Rousseau queste tre forze si svolgono una dopo l'altra in momenti successivi).

La natura di ROUSSEAU è immediatezza e innocenza.

La natura di PESTALOZZI è spiritualità, moralità, razionalità, cioè processo e meditazione.



CUORE

MENTE

MANO

affettivo-emotivo

intellettuale

tecnico-pratico

MUTUO SOCCORSO
(grandi aiutano i piccoli)

Apprendere elementi del sapere
forma = disegno
cose = aritmetica
nome cose = lingua

Il lavoro manuale ha un fine formativo e sociale



Il bambino veniva guidato ad apprendere attraverso la pratica, l'osservazione e il naturale esercizio dei sensi.

Importanza dell'individualità del bambino e la necessità, da parte dell'insegnante, di sviluppare e far crescere, piuttosto che di trapiantare la conoscenza.

Queste forze si sviluppano secondo:

la NATURALITA' che consiste nello sviluppo libero e armonico delle attività spirituali (è la vita che educa).

l'ELEMENTARIETA' lo sviluppo libero e armonico degli elementi primitivi per costruire la personalità (educazione materna = amore pensoso)



Altri importanti educatori del XIX secolo furono:

il tedesco Fridrich Froebel (1782/1852), fondatore del Giardino d'Infanzia (kindergarten) e teorico del gioco infantile.

Gli alberi furono i suoi primi maestri.

Si dedicò con passione all'educazione della gioventù e le insegnanti erano chiamate "Maestre giardiniere".



PESTALOZZI = deismo

FROEBEL = misticismo (caro ai romantici)



Il fanciullo ha una sua individualità che deve esercitarsi e svilupparsi in piena libertà; non occorre sottoporlo all'obbligo delle lezioni, ma assecondare la sua spontaneità dalla quale emergeranno le sue vocazioni, tutte insieme solo nel gioco, per svilupparsi più tardi ciascuna per conto proprio.

Il gioco è la prima manifestazione dell'attività creatrice, elemento fondamentale dell'educazione, valido strumento per sviluppare le facoltà del fanciullo.

Il materiale didattico - i DONI che sono il mezzo per raggiungere il fine.



Johann Herbart (1776/1841), anch'egli tedesco, che introdusse i principi della psicologia e della filosofia nella scienza dell'educazione.

Fondatore della psicologia come scienza e prima persona che ne mostrò i legami con la pedagogia.

FINE - Formare il carattere morale (libertà interiore - perfezione - diritto - remunerazione - benevolenza)

MEZZO - Far nascere una massa apercipiente per mezzo della psicologia (non è innata, provviene da sollecitazioni e diventa una specie di filtro, che accetta quello che è uguale e nega quello che è diverso).



il filosofo inglese Herbert Spencer, che sostenne il primato della conoscenza scientifica in ambito scolastico; il pedagogista italiano Aristide Gabelli, che redasse i programmi per la scuola elementare del Regno d'Italia e il danese Nikolai Grundtvig, le cui idee costituirono la base per il movimento delle scuole superiori regionali

Owen (1771/1858) considerato il padre del Cooperativismo ( modello di attività economica di impresa, caratterizzato dall'assenza dello scopo di lucro e volto alla distribuzione di beni e servizi ai propri soci.

Convinto che il progresso dell'umanità potesse essere accelerato dal miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, s'impegnò per modificare l'ambiente di lavoro dei propri operai e le sue riforme portarono ad un aumento della produttività e del profitto.

Owen sosteneva che il carattere umano era forgiao dall'ambiente circostante.

1825 - Volle mettere in pratica le sue teorie, fondò una comunità modello (NEW HARMONY), in cui i prodotti della terra si sarebbero dovuti distribuire fra i membri, secondo il bisogno di ciascuno.

La selezione di questi volontari avvenne frettolosamente e nonostante le visite di Owen per ristabilire l'entusiasmo iniziale, le regole di convivenza della comunità vennero ben presto trasgredite.

1828 - Ormai degenerata la cosa, Owen svendette la terra rimettendoci molto.

1833 - Collaborò alla creazione del primo grande SINDACATO DEI LAVORAOTRI (abolizione del profitto per creare un nuovo sistema di scambi basati sulla valutazione del lavoro necessario a realizzare ogni prodotto).

Il sindacato ben presto fallì.



Nel XIX secolo si organizzarono sistemi scolastici nazionali in Italia, nel Regno Unito, in Francia, in Germani e in altri paesi europei.

Alcuni stati indipendenti dell'America latina, come l'Argentina e l'Uruguay, utilizzarono le scuole europee e statunitensi come modello per i propri sistemi educativi.

Anche il Giappone, che stava uscendo dal proprio isolamento ed era sulla via dell'occidentalizzazione, fondò un sistema scolastico superiore e universitario sul modello di quelli europei e statunitensi.

Particolarmente importanti in questo periodo furono le organizzazioni missionarie nelle zone sottosviluppate dell'Africa e dell'Oceania.

Anche nei territori coloniali, come l'India, l'amministrazione cominciò a prestare attenzione ai problemi educativi.

In queste aree, tuttavia, la grande maggioranza delle persone riceveva un'istruzione scolastica scarsa, se non nulla.


Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo si affermò in Europa il ROMANTICISMO (movimento letterario)

Sorse incontrapposizione al razionalismo illuminista e rivalutò l'immaginazione e la libertà creativa dell'individuo.

Entrato in uso alla metà del Seicento, il termine inglese romantic indicava narrazioni di contenuto particolarmente fantasioso, affine a quello dei romanzi cavallereschi medievali; in una accezione più ampia, e con valore spesso anche dispregiativo, indicava temi e argomenti strani, assurdi o comunque fuori del comune, ma anche paesaggi naturali inconsueti e pittoreschi tali da colpire le emozioni e i sentimenti dello spettatore.

Fu poi Jean-Jacques Rousseau a definire "romantico" uno stato d'animo incline alla meditazione e alla malinconia.

L'inizio del Romanticismo si fa generalmente coincidere con la pubblicazione della rivista Athenaum (1797), fondata a Jena da August Wilhelm e Fridrich Schlegel, che enunciò le linee programmatiche del nuovo movimento.

Il ritorno alle fonti originarie della cultura tedesca fu anche unod egli obiettivi del movimento Sturm und Drang.

Lo stato d'animo degli scrittori romantici può essere esemplificato dal protagonista del romanzo epistolare I dolori del giovane Werther (1774) di Goethe, dove all'esaltazione del sentimento amoroso si accompagna il senso di solitudine di Werther, che non potendo adattarsi alla mediocrità del vivere, compie con il suicidioun gesto estremo di rivendicazione della propria libertà.

Nel manifesto inglese del romanticismo vi si afferma che la vera poesia nasce dal sentimento e dall'immaginazione, quando la tensione espressiva non viene imbrigliata dalla fredda perfezione formale.

Nella letteratura francese, quella di Victor Hugo al proprio dramma Cromwell (1827): vi sono esposte le ragioni della scelta di un protagonista così diverso dai modelli della tradizione classica, contraddistinto dalla presenza di difetti e qualità riscontrabili anche nell'uomo comune, anche se già in precedenza Rousseau aveva evidenziato nel processo di umanizzazione dell'eroe una caratteristica delle moderne tipologie del personaggio letteraria.

Dalla Germania e dalla Francia i grandi temi romantici circolarono in Tutta Europa, costituendo un punto di riferimento essenziale per gran parte della produzione letteraria del XIX secolo.

In Italia, i primi segni di sensibilità romantica emersero in Vittorio Alfieri e Ugo Foscolo.

Si assume però come anno di nascita del Romanticismo il 1816, anno di pubblicazione sulla rivista milanese Biblioteca italiana dell'articolo intitolato Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni scritto da Madame de Stael.

Criticando gli eruditi che vanno continuamente razzolando le antiche ceneri, la scrittrice francese sollecitò gli italiani a cogliere i fermenti innovativi presenti nelle letterature delle altre nazioni europee.

L'articolo innescò un acceso dibattito culturale che vide schierati su posizioni conservatrici autori come Vincenzo Monti, mentre i giovani romantici, tra i quali Silvio Pellico e Giovanni Berchet, si riunirono intorno alla rivista Il Conciliatore, mostrandosi aperti ai nuovi stimoli culturali, soprattutto ai temi patriottici.

Fu Berchet, con La lettera semiseria di Grisostomo (1816), a indicare come nuovo percorso compositivo la poesia popolare in contrapposizione a quella classica e mitologica, definendo quest'ultima come "poesia dei morti".

Il rifiuto della mitologia è uno dei temi centrali della Lettera sul Romanticismo (1823) di Alessandro Manzoni, per il quale la letteratura deve avere come soggetto il "vero", frutto di una sintesi tra valori morali, veridicità storica e accuratezza espressiva.

A questi stessi principi, che sono alla base della concezione manzoniana del romanzo storico, si ispirò la composizione dei Promessi Sposi (1827, 1840-1842), una delle opere fondamentali del romanticismo italiano.

Su un altro versante si collocò la ricerca espressiva di Giacomo Leopardi, che produsse risultati di straordinario rilievo nella lirica europea.

Il Romanticismo si fece sostenitore anche di ideali civili, primo fra tutti la libertà dei popoli dall'oppressione politica in nome del diritto di ogni individuo al riconoscimento della propria dignità.



Il sentimento della natura



Secondo la concezione illuministica la natura era regolata da un complesso di leggi e fenomeni che l'uomo poteva comprendere grazie all'uso della ragione.

Per i romantici, invece, la natura è il luogo in cui l'anima può dare sfogo alla propria malinconia e i fenomeni più interessanti sono proprio quelli che esulano dalla norma, mettendo l'individuo in contatto con una dimensione superiore, che non può essere percepita con l'aiuto della ragione ma solo abbandonandosi ai sensi e alla fantasia.

Il "bello" coincide allora col "sublime", sia esso un paesaggio sconvolto dalla furia degli elementi (si pensi alla situazione descritta da Leopardi nell'Ultimo canto di Saffo) o l'uomo perseguitato da una sorte ineluttabile (come nel caso di Ulisse "bello di fama e di sventura" nel sonetto A Zacinto di Foscolo)

La nostalgia per il Medioevo si fuse con la malinconica consapevolezza dell'impossibilità di recuperare un passato ormai perduto per sempre; fra gli scenari preferiti dai narratori romantici ci furono allora castelli in rovina e abazie diroccate, sfondi ideali per ambientare storie dense di elementi misteriosi e soprannaturali.

L'interesse per il soprannaturale caratterizzò in particolar modo la letteratura romantica inglese e tedesca.

Esso fu acuito dalla riscoperta del patrimonio folcloristico della fiaga popolare, dovuta in primo luogo ai fratelli grimm e Hans Christian Andersen.

Evoluzione del Romanticismo



Nella seconda metà dell'Ottocento alcune delle tendenze tipiche del romanticismo divennero particolarmente accentuate, come nel caso della poesia sentimentale che talvolta divenne un facile pretesto per evadere in una visione trasognata e illusoria di mondi irreali.

Dalla reazione a certe esasperazioni romantiche derivarono movimenti come la Scapigliatura, il Realismo e il Naturalismo.



Edited by marî - 19/1/2013, 19:42
 
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marî
view post Posted on 20/1/2013, 10:32




Pedagogia

FICHTE
Giovanni Amedeo

SCHELLING
Federico Guglielmo

HEGEL
Giorgio Guglielmo Federico

Discorsi alla nazione tedesca
(1808)

Lezioni sull'insegnamento accademico
(1803)

-

Principio di ogni cosa è:
l'IO

Principio di ogni cosa è:
l'ASSOLUTO

Principio di ogni cosa è:
l'IDEA

- Attività -

- Attività primordiale -

-

Tutta la realtà è creazione o atto del soggetto, la natura non è realtà

La natura ha la sua realtà e non si separa dallo spirito

-

Autore
dell'Idealismo Soggettivo o Etico

Autore
dell'Idealismo Oggettivo

Autore
dell'Idealismo Logico o Pantalogismo

La natura è costitutiva di qualsiasi uomo, indivisibile l'IO

La natura è la preistoria dello spirito

Identifica la ragione con la realtà

L'IO produce nello stesso tempo la natura e lo spirito

L'IO produce prima la natura e poi lo spirito

L'IO dalla natura si eleva per gradi verso lo spirito autocosciente (autoeducazione)

Si realizza mediante un processo dialettico composto di tre momenti:

1) TESI: L'IO puro pone sé stesso come io che basa l'attività sull'esperienza (empirico)

2) ANTITESI: L'IO puro, mentre pone sé stesso, pone il non-io, cioè l'oggetto o contenuto del proprio pensiero, la realtà esterna, la natura

3) SINTESI: L'IO puro, mentre pone l'io e il non-io, prende coscienza dell'io e del non-io, che si limitano o urtano a vicenda nel medesimo soggetto

Si realizza mediante un processo dialettico di progressiva differenziazione ed equilibrio di questi due termini:

1) NATURA: Attività inconscia

2) SPIRITO: Attività conscia

Si realizza mediante un processo dialettico di:

TESI (essere), ANTITESI (non-essere) e SINTESI (divenire)

L'Idea si sviluppa attraverso tre momenti:

1) Idea di sé o Logos (contiene virtualemente la realtà)

2) Idea fuori di sé o Natura (esce per diventare natura)

3) Idea di sé o Spirito (rientra in sé stessa e diventa spirito)

Io teorico
Conosce il non-io come un limite (sensazione, intuizione) ma poi diventa autocoscienza

Io pratico
Agisce sul non-io superando il limite e conquistando la libertà morale

Spirito teorico
Si subordina alla natura, con rappresentazioni che s'accordino con la natura

Spirito pratico
Subordina a sé la natura, tende a tradurre le sue libere rappresentazioni in realtà oggettiva

Lo spirito dà luogo ad una nuova triade:

a) Spirito soggettivo o individuale - finito e limitato (psicologia)

b) Spirito oggettivo - finito e limitato (famiglia, società e Stato)

c) Spirito assoluto o Dio - infinito e libero (arte, religione e filosofia)

La volontà è la base fondamentale dell'uomo

Educazione = autoformazione dello spirito
L'educazione deve formare l'uomo e questa formazione deve essere parte integrante dell'allievo

La filosofia rappresenta il sapere assoluto

Condanna il metodo del gioco fine a sé stesso, che perde di vista il concetto di svolgimento spirituale e il fine ultimo dell'educazione

Lo Stato deve assumere il compito del'educazione nazionale

-

-



I filosofi e i padagogisti del Romanticismo, concependo l'educazione come sviluppo di una personalità equilibrata, contribuirono alla diffusione di un movimento culturale che era iniziato verso la metà del '700 e nel riprendere le tradizioni dell'Umanesimo aveva assunto il nome di Neo-Umanesimo.



SCHILLER
Federico
1759-1805

SCHLEIERMACHER
Federico
1768-1834

RICHTER
Gian Paolo
1763-1825

Lettere sull'educazione estetica dell'uomo
(1795)

Discorsi sulla religione (1799)
Monologhi (1800)

Levana
(1807)

Grande importanza all'educazione estetica

Grande importanza all'educazione religiosa

Grande importanza all'educazione religiosa

-

-

Profondo rispetto per l'individualità dell'educando.
Si deve suscitare in lui l'amore e la forza, formando una personalità eduilibrata e armonica

Antitesi - Forza e amore

Sintesi - la religione, che è l'accordo dell'uomo con sé stesso

L'arte segna il passaggio dallo:

Stato fisico - L'uomo subisce la forza della natura

Stato estetico - L'uomo si libera della natura

Stato morale - L'uomo domina la natura

E' la religione che ci fa guardare dentro a noi stessi, erciò l'educazione deve essere essenzialmente religiosa

L'educazione è lo sforzo secondo il quale un uomo già libero viene a liberare l'ideale personalità che nel bambino si cela

-

-

Dà grande importanza all'amore materno e studiò profondamente il gioco



Il fine dell'educazione è quello di sviluppare nell'individuo l'umanità, cioè le più elevate attività dello spirito, alimentando la mente del giovane non tanto con la contempazione di cose, quanto con la riflessione sulle idee di verità, bontà, di bellezza, che costituiscono l'essenza intima dell'uomo e rivelano alla sua coscienza quello che vi è di esterno e di universale.



Edited by marî - 20/1/2013, 11:20
 
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