Ascolto di Paolo Crepet, dal libro "Non siamo capaci di ascoltarli" Einaudi

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marî
view post Posted on 23/11/2012, 09:14





Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni
- segnali a volte sfacciati delle nostre assenze -
ma di attenzioni.

Vorrei che gli adulti che incontrerai
fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti:
qualità dei più saggi.

La coerenza, mi piacerebbe per te.

E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono
oltre alle regole le relazioni
e che le une non sono meno necessarie delle altre,
ma facce di una stessa luna presente.

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse
a seguire le emozioni come gli aquiloni
fanno con le brezze impreviste e spudorate;
tutte, anche quelle che sanno di dolore.

Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte.

Perchè il dolore non è solo vuota perdita ma affettività,
acquisizione oltre che sottrazione.

La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri
così nasce il ricordo, la memoria più bella
che è la storia della nostra stessa identità

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse
a stare da sola, ti salverebbe la vita.

Non dovrai rincorrere la mediocrità
per riempire i vuoti, né pietire uno sguardo
o un'ora d'amore.

Impara a creare la vita dentro la tua vita
e a riempire la fantasia.

Adora la tua inquietudine finchè avrai forze e sorrisi,
cerca di usarla per contaminare gli altri,
soprattutto i più pavidi e vulnerabili.

Dona loro il tuo vento intrepido,
ascolta il loro silenzio con curiosità,
rispetta anche la loro paura eccessiva.

Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà
possa amare il tuo congedo come un marinaio
che vede la sua vecchia barca allontanarsi
e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte.

E tu allora porterai quell'amore sempre con te,
nascosto nella tua tasca più intima.



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