La misura dei versi, e l'Accento Ritmico

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marî
view post Posted on 14/4/2012, 15:49




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In Italia le poesie di alcuni poeti del passato hanno avuto una così grande fama e diffusione che, nel tempo, sono diventate dei modelli per chi voleva comporre dei versi che rispettassero la tradizione.

La metrica è l'insieme delle norme tratte da quei modelli; la metrica regola la lunghezza dei versi e delle strofe, l'uso delle rime e la distribuzione degli accenti ritmici.

Fino alla fine dell'800 i poeti si adeguarono in genere ai modelli della metrica ma a partire dai primi decenni del '900 introdussero la novità del verso libero, la cui lunghezza ed accentazione non segue alcuna regola ma asseconda il gusto ed il bisogno espressivo di chi scrive.

La misura del verso, nella metrica tradizinale, si ottiene contando le sillabe.

Le sillabe dei versi si contano applicando certe regole che non sono però obbligatorie: a seconda dei casi i poeti le rispettano oppure no.

Queste sono le regole più seguite:

Quando una parola termina con una vocale e quella seguente inizia con una vocale, le due vocali si possono fondere per formare un'unica sillaba (sinalèfe)

- Sta_ il/ cac/cia/tor/ fi/schian/do (G. Carducci) - SETTENARIO = 7 sillabe

Al contrario le due vocali possono anche non fondersi, e ciò accade soprattutto quando sono fortemente accentate ed appartengono a monosillabi (dialèfe)

che/ fe/ce me/ a/ me/ u/scir/ di/ men/te (Dante) ENDECASILLABO = 11 sillabe

Quando su una delle due vocali di un dittongo (il dittongo è l'unione di due vocali che si pronunciano con una sola emissione di voce) si scrive questo segno ' ' le due vocali si dividono in due sillabe diverse (dièresi)

l'az/zur/ra/ vi/sì'/on /di/ San/ Ma/ri/no (G. Pascoli) - ENDECASILLABO = 11 sillabe

Al contrario le due vocali di uno iato (si ha uno iato quando due vocali vicine si pronunciano separatamente, con due emissioni di voce) possono talvolta costituire un'unica sillaba (sinèresi)

Per un/ at/ti/mo /fui/ nel/ mio/ vil/lag/gio (G. Pascoli) - ENDECASILLABO = 11 sillabe

La sillaba tronca in fine verso vale per due sillabe (una sillaba finale è tronca quando su di essa cade l'accento tonico)

So/gnan/do l'om/bre /d'un/ tem/po/ che/ fu (G. Carducci) - ENDECASILLABO = 11 sillabe

In genere dopo l'ultimo accento tonico del verso si conta solo sempre una sillaba, anche se ce ne sono due o tre (questo caso si presenta quando la parola finale è sdrucciola e bisdrucciola)

Tu/ dal/le/ stan/che/ cè/ne ri (A. Manzoni) - SETTENARIO = 7 sillabe

L'accento ritmico è un accento che rafforza l'accento tonico di alcune parole del verso.

Nel mèzzo del cammìn di nòstra vìta (Dante)

Quando si legge una poesia ad alta voce si deve attribuire alle parole che hanno l'accento ritmico un suono più intenso e prolungato, evitando però di imprimere ai versi la cadenza di un rullo di tamburo.

I poeti non segnalano in alcun modo gli accenti ritmici del verso: come si fa allora a riconoscere le parole su cui essi cadono?

In genere si tratta di individuare le parole che sono più importanti dele altre per il loro significato o per il loro suono, tenendo presente che l'accento ritmico non cade quasi mai sui monosillabi.

E' più facile riconoscere gli accenti ritmici nei versi dei poeti che adottano la metrica tradizionale perchè essi li distribuiscono seguendo delle regole ricavate dai modelli del passato.

E' necessario però tener presente che nel tempo si sono formati moltissimi modelli di versi e che anche i poeti che adottano i modelli del passato introducono spesso delle varianti personali.


Edited by marî - 7/10/2017, 17:48
 
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