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| Spesso i poeti accostano o mettono in relazione dei vocaboli che per il loro significato letterale non semrano avere alcun rapporto: creano così delle particolari associazioni di parole che nel linguaggio comune non si usano o si usano poco.
METAFORA E' la più comune fra queste associazioni.
Con la metafora i poeti associano ad un nome un aggettivo, un verbo o un altro nome che normalmente viene usato con un significato diverso.
Esempio:
occhi muti - occhi che parlano - il sorriso negli occhi
Nella lingua ogni parola appartiene ad un'area semantica, cioè ad un insieme di parole legate tra loro da una relazione da un significato; quando si fa una metafora si trasferisce una parola dall'area semantica a cui appartiene all'area semantica della parola a cui la si accosta; la parola metafora, che deriva dal greco, significa infatti trasferimento.
La metafora può nascere da una similitudine ma, a differenza della similitudine, dà origine ad un'immagine del tutto nuova.
- Gli occhi sembrano stelle (similitudine)
- Gli occhi sono stelle - le stelle negli occhi (metafora)
Quando leggiamo la similitudine le due immagini degli occhi e delle stelle restano distinte nella nostra mente; quando invece leggiamo le metafore, nella nostra mente le due immagini si sovrappongono e creano una nuova immagine fantastica, con qualche caratteristica degli occhi e qualche caratteristica delle stelle, che non corrisponde a nessun elemento della realtà.
Talvolta i poeti operano solo mentalmente l'associazione di parole che dà origine alla metafora: invece di dire per esempio "I suoi occhi sono stelle che illuminano il volto" dicono "Due stelle illuminano il suo volto".
SINESTESIA E' un'altra associazione di parole che ricorre frequentemente nelle poesie, soprattutto in quelle moderne; è un particolare tipo di metafora in cui si accostano due vocaboli che si riferiscono a due sfere sensoriali diverse.
Esempio:
- luce squillante (la luce si percepisce col senso della vista, il suono squillante invece col senso dell'udito)
- ruvide parole (le parole si percepiscono col senso dell'udito, la ruvidezza invece col senso del tatto)
OSSIMORO Si pronuncia ossìmoro o ossimòro.
E' un'associzione di parole ancora più inconsueta nel linguaggio comune: è una locuzione in cui si accostano due vocaboli che per il loro significato si contraddicono.
Esempio:
- mesta allegria (la mestizia è il contrario dell'allegria ma la locuzione esprime efficacemente lo stato d'animo di chi si sforza di essere allegro in una situazione allegra)
- grazioso mostro (un mostro non ha nulla di bello ma la locuzione esprime efficacemente la tenerezza che può ispirare anche una creatura mostruosa).
Talvolta i poeti costruiscono delle catene di associazioni accostando più metafore, o una metafora e una sinestesia, una metafora ed un ossimoro, e così via.
voci di tenebra azzurra - Giovanni Pascoli
voci di tenebra = è una sinestesia
tenebra azzurra = è un ossimoro
entrerà con i piedi stellati il corpo chiaro della primavera - Pablo Neruda
i piedi stellati = è una metafora
il corpo chiaro della primavera = è una metafora
il mattino si spalanca in un largo silenzio - Cesare Pavese
il mattino si spalanca = è una metafora
largo silenzio = è una sinestesia
Queste associazioni concentrano molti significati in poche parole; talora possono sembrare enigmatiche o ambigue ma, quando non rappresentano un futile gioco di parole, riescono a creare molte suggestioni: esprimono sensazioni che non si possono definire con un solo termine e stati d'animo complessi, determinati da sentimenti diversi ed anche contrastanti.
Sono una delle caratteristiche più significative del linguaggio poetico, ma vengono spesso utilizzate anche nelle opere di prosa.
Dopo il temporale di Diego valeri
Dopo il rimbombo nero e il verde scroscio il cielo s'apre a una gran pace azzurra; razzano i tetti, ed ogni pozza in terra è un soave, ridente, occhio di cielo Edited by marî - 13/9/2017, 16:48
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