I cinque riti tibetani

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marî
view post Posted on 19/4/2012, 11:03 by: marî





L'ORIGINE

Non è facile stabilire l'origine dei Cinque "riti" tibetani, anche perchè la loro diffusione in Occidente è decisamente recente, come abbiamo già visto nelle prime pagine di questo libro, e legata allapubblicazione di alcune opere, i cui autori sono in parti avvolti in un'aura di mistero.

Per quanto ne sappiamo, il primo testo sui riti tibetani venne scritto negli anni Trenta da Peter Kelder.

La versione originale, Eye of revolution, fu pubblicata nel 1939.

Forse Peter Kelder, che potrebbe anche essere uno pseudonimo per celare una personalità femminile, trasse ispirazione da Shangri-La di James Hilton, pubblicato anch'esso nei primi anni Trenta.

Nel suo libro di maggior successo, Lost Horizon, Hilton sembra suggerire che il segreto dell'eterna forza e vitalità dei Lama tibetani consista in alcuni esercizi rituali.

Peter Kelder riprende l'argomento e descrive la ricerca avventuroa di quei riti e di come essi siano pervenuti in Occidente.

Per farlo ne rivela il segreto: una serie di esercizi-energia straordinariamente semplici ma estremamente efficaci, basati sulla tradizione Yoga.

ANTICA SAGGEZZA

"La chiave della supremazia è sempre il silenzio, a tutti i livelli, perchè nel silenzio discerniamo le vibrazioni e discernerle significa essere in grado di catturarle."

"Per vedere dovete smettere di stare nel mezzo dell'immagine."

"Quando la coscienza è liberata dalle migliaia di vibrazioni mentali, vitali, fisiche in cui giace sepolta, vi è gioia."

SRI AUROBINDO



IL MOMENTO OPPORTUNO

I ritmi imposti dalla quotidianità (lo studio, il lavoro, le incombenze domestiche...) non lasciano ampi spazi alla maggioranza delle persone per occuparsi del proprio benessere.

Tuttavia non vi sarà possibile ottenere effetti benefici dagli esercizi, se non prenderete la saggia decisione di trovare dei momenti di tranquillità tutti per voi, lontano dalle preoccupazioni o dalle distrazioni.

Tutti i giorni

Un quarto d'ora, venti minuti al giorno: questo il tempo medio necessario per l'esecuzione completa dei Cinque tibetani, anche se ovviamente ciascuno ha dei ritmi propri che deve prima di tutto capire, per poi seguirli.

Pur non esistendo una regola precisa circa il momento più adatto, è utile ricordare che eseguire gli esercizi significa entrare in armonia con sé stessi e con ciò che ci circonda, senza che ciò che sta intorno possa recare disturbo.

Per evitare una stimolazione eccessiva dell'energia il principiante dovrà evitare di dedicarsi agli esercizi più di una volta al giorno.

Solo chi ha già maturato una pratica di diversi mesi potrà decidere di eseguire gli esercizi il mattino e di ripeterli, non più di tre volte però, anche la sera.

Il mattino presto

Non sarà difficile ad alcuni eseguire i Cinque tibetani il mattino presto, appena svegli, prima di fare colazione.

E' questo il momento ideale; per iniziare la giornata al meglio, stimolando l'energia vitale necessaria ad affrontare senza tensioni lo studio o il lavoro.

E' tuttavia indispensabile avere a disposizione, oltre al tempo necessario allo svolgimento degli esercizi (una ventina di minuti circa), anche quello per fare una salutare colazione prima di uscire di casa.

La sera tardi

Chi non può permettersi un risveglio anticipato, per motivi diversi oppure perchè costretto a rispettare orari così particolari da non poter vivere la mattina come momento d'inizio della giornata, potrà dedicarsi agli esercizi la sera, al termine di una giornata intensa, per favorire il sonno.

Se eseguirà gli esercizi la sera, dovrà però avere l'accortezza di lasciar trascorrere almeno tre ore dal momento del pasto perchè, quando è in corso la digestione, l'energia è concentrata sull'apparato digerente.

IL RITMO

Nel cuore di ognuno di noi, nonostante le imperfezioni, esiste un silenzioso impulso di ritmo perfetto, un complesso di forme e di risonanze ondulatorie, che è assolutamente unico e individuale, e che tuttavia ci collega a ogni altro elemento dell'universo.
Entrare in contatto con questo impulso può trasformare l'esperienza personale e alterare in qualche modo il mondo circostante.
(George Leonard, The silent pulse)



Non perdete il ritmo!

Senza farsi prendere dall'idea che si sta facendo semplicemente della ginnastica, è opportuno ricordare che l'efficacia dei Cinque tibetani risiede anche nella ripetizione quotidiana.

La stessa ora di ogni giorno, possibilmente!

IL LUOGO OPPORTUNO

Non esistono indicazioni specifiche in relazione al luogo dove pratiare gli esercizi.

Un ambiente ben ventilato, né troppo freddo né troppo caldo; uno spazio apposito, ordinato, pulito, senza stimoli sonori o visivi troppo forti: ecco le caratteristiche per il luogo adatto.

Attrezzatelo con un tappetino o un materassino così da non venire a contatto, per quella parte di riti che devono essere fatti a terra, con una superficie troppo dura.

Assicuratevi inoltre che l'atmosfera complessiva sia tranquilla e rilassante.

Anche i colori delle pareti o dell'arredamento possono concorrere alla serenità di chi intende dedicarsi con metodo agli esercizi.

L'abbigliamento

Indossate abiti comodi, come per esempio una morbida tuta, che consentano ampia libertà nei movimenti.

Quando è possibile, e la temperatura dell'ambiente può giocare un ruolo rilevante, limitate il più possibile tali indumenti, che devono comunque essere fatti di fibre naturali come per esempio il cotone.

Avvertenze

Anche se non esiste età o condizione specifica per praticare i Cinque riti tibetani, è opportuno ricordare che si ottengono vantaggi maggiori quando ci si trova in uno stato di benessere; non esistono controindicazioni se ci si trova in una situazione di disagio, ma in talune condizioni tali esercizi potrebbero rivelarsi non efficaci o in qualche caso fonte di eccitazione.

Gli esperti infatti consigliano di evitare gli esercizi quando sono presenti situazioni di particolare squilibrio.

E' opportuno per esempio sospenderli quando:

- ci si trova in uno stato febbrile;

- si è convalescenti dopo un intervento chirurgico;

- nel corso dei primi mesi di gravidanza se non si sono mai praticati esercizi di Yoga o di ginnastica in generale;

- si è in avanzato stato di gravidanza.

GLI ESERCIZI DA VICINO

I Cinque tibetani, da qualcuno definiti gli esercizi ll'eterna giovinezza, sono movimenti in grado di rinvigorire il fisico e riattivare l'energia vitale, purchè si eseguano con costanza, proprio come riti purificatori.

E come ogni vero rito prevedono delle procedure.

Il rispetto di tali procedure è senza dubbio importante.

Non nascono infatti da un capriccio temporaneo o dalle considerazioni di una sola persona, ma sono il frutto di una tradizione.

E' necessario quindi iniziare con tre serie di ciascun esercizio e solo quando si avverte la necessità di andare oltre si procede aumentando le serie, di due in due.

Da tre si passa a cinque, e poi a sette, a nove e così via, sino a raggiungere ventuno serie per ciascun esercizio.

Importantissime sono la costanza nel tempo e la lentezza dei movimenti.

Più importante di ciascuna considerazione fatta in precedenza è tuttavia l'atteggiamento con cui si vivono questi momenti.

La mente deve essere sgombra e capace di concentrarsi su pensieri positivi.

Per facilitare la concentrazione e per dirigere l'attenzione ai propri chakra vale la pena formulare mentalmente frasi significative.

Insieme con la spiegazione degli esercizi, troverete le affermazioni utilizzate dai monaci tibetani.

Fatele vostre oppure costruitene di simili, se ritenete che ppossano aiutarvi meglio di quelle proposte.

E non lasciatevi cogliere dallo scoraggiamento dopo i primi tentativi, se vi sembra che non sortiscano gli effetti desiderati.

Lasciatevi coinvolgere e l'energia vitale vi restituirà "l'eterna giovinezza".

IL PRIMO RITO TIBETANO



"Giocando i bambini lo fanno di continuo..."

Il primo esercizio, o per meglio dire "rito", è molto semplice.
La sua funzione è soprattutto quella di accelerare la velocità dei vortici energetici, cioè dei chakra.
Secondo alcuni, per ottenere una maggiore stabilità emotiva, l'esercizio di rotazione può essere eseguito anche al termine degli altri quattro.

1 - Mettevi in posizione eretta, con i piedi leggermente staccati.

2 - Allargate le braccia, in posizione orizzontale rispetto al pavimento.
Mettete a fuoco un punto davanti a voi e concentrate lo sguardo su di esso, per evitare, durante le rotazioni, il rischio di vertigini.

3 - Ruotate tutto il corpo da sinistra a destra, in senso orario.

4 - Avvicinate i palmi delle mani al viso e concentratevi sui pollici, oi ritornate lentamente alla posizione di partenza.

5 - Quando state per fermarvi, divaricate le gambe e guardatevi i pollici.

6 - Terminate l'esercizio posando prima le mani sul petto e poi sui fianchi.

Ripetete l'esercizio inizialmente per tre volte, poi giorno per giorno aggiungete un paio di ripetizioni alla volta e comunque in modo da non avvertire nessun senso di vertigine, per giungere fino a un massimo di ventuno ruotazioni.

Sapevate che...

Anche i dervisci rotanti, i musulmani seguaci di Mahadi, mantengono a lungo forza e vigore, girando su se stessi quasi senza sosta nel corso di talune cerimonie religiose.

Frasi da ripetere nel corso del primo rito

Sto respirando profondamente, lentamente e con molta tranquillità.
SONO LUCE, AMORE, RISATA...
Sono sempre consapevole dei miei movimenti.

A ogni respiro ricevo nuova energia.
SONO FORZA VITALE LUMINOSA.
In ogni momento sono io che creo la mia vita.

La mente e il cuore sono in equilibrio.
L'ENERGIA SCORRE LIBERAMENTE E SENZA LIMITAZIONI.
Percepisco il mio corpo come un tutto armonioso.

Sono puro di spirito.
IL MIO CORPO DIVENTA PIU' LEGGERO.
Col respiro unifico la mente, il corpo e lo spirito.

Lascio che il respiro trovi il suo ritmo naturale.
ABBANDONO OGNI NEGATIVITA'.
Mi affido alla saggezza del corpo.

I miei movimenti seguono il respiro.
SONO IN ARMONIA COL FLUSSO DELLA VITA.
Sono sempre nel posto giusto al momento giusto e facendo ciò che è bene fare ottengo risultati positivi.

IL SECONDO RITO TIBETANO



"Per la semplice gioia di tenersi in esercizio, trasportava dall'orto al monastero, che si trovava ad alcune centinaia di metri più su, un carico di verdure che doveva pesare cinquanta chili buoni, caricandoselo sulla schiena..."

Anche il secondo rito tibetano, come il primo, stimola i sette chakra principali e quindi dà un notevole contributo al processo di rinvigorimento del corpo e dello spirito.
La sua esecuzione è ancor più semplice di quella del primo.
I Lama la praticano su un tappeto da preghiera largo sessanta centimetri e lungo due metri, fatto di lana e di una fibra vegetale.

1 - Sdraiatevi sopra un tappeto spesso o una superficie imbottina in posizione supina

2 - Stendete le braccia lungo i fianchi e appoggiate i palmi della mani, con le dita unite, sul pavimento.

3 - Sollevate il capo da terra ripiegando il mento sul petto e, contemporaneamente, sollevate le gambe con le ginocchia tese portandole in posizione verticale.

4 - Portate le ginocchia verso la testa, senza piegare le ginocchia e solamente se ciò non vi costa troppi sforzi.

5 - Lentamente, tenendo le ginocchia tese, riportate a terra la testa e le gambe.
Rilassate i muscoli e ripetete l'esercizio.

Se all'inizio non riuscite a tenere le ginocchia tese, provate a tenerle leggermente piegate.
Con la pratica e con la ripetizione dell'esercizio diventerà naturale eseguire correttamente tutti i movimenti.

Ricordatevi...

Mentre eseguite l'esercizio curate in modo particolare la respirazione.
Inspirate profondamente (dal naso) mentre alzate le gambe e il capo, espirate completamente (indifferentemente dal naso o dalla bocca) quando li abbassate.
Tra un'esecuzione e l'altra, mentre rilassate i muscoli, non perdete il ritmo respiratorio.

Frasi da ripetere nel corso del secondo rito

Sto respirando profondamente, lentamente e con molta tranquillità.
VIVO CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE MI GIUNGE DAL CENTRO DI ME STESSO.
Sono sempre consapevole dei miei movimenti.

Ad ogni respiro ricevo nuova energia.
MI SENTO IN UNIONE CON IL MIO CORPO.
In ogni momento sono io che creo la mia vita.

La mente e il cuore sono in equilibrio.
ASCOLTO I MESSAGGI DEL MIO CORPO.
Percepisco il mio corpo come un tutto armonioso.

Sono puro respiro.
HO MOLTISSIMO TEMPO PER TUTTO CIO' CHE C'E' DI ESSENZIALE NELLA MIA VITA.
Col respiro unifico la mente, il corpo e lo spirito.

Lascio che il respiro trovi il suo ritmo naturale.
IL MIO MONDO INTERIORE E' IN ARMONIA CON IL MONDO ESTERNO.
Mi affido alla saggezza del corpo.

I miei movimenti seguono il respiro.
SONO SENSIBILE AI MIEI BISOGNI PIU' PROFONDI.
Sono sempre nel posto giusto al momento giusto e facendo ciò che è bene fare ottengo risultati positivi.

IL TERZO RITO TIBETANO



"Ho visto più di duecento Lama eseguire insieme questo rito..."

Il terzo rito tibetano, che deve essere eseguito subito dopo il secondo, prevede anch'esso uno schema ritmico di respirazione.
Se non avete l'abitudine a respirare correttamente, esercitatevi ogni giorno.

1 - Inginocchiatevi sul tappeto con le gambe leggermente divaricate, il corpo eretto e flettendo le dita dei piedi.

2 - Appoggiate le mani sui glutei come se voleste sostenerli.
Inclinate subito dopo il capo e il collo in avanti, ripiegando contemporaneamente il mento sul petto.

3 - Inclinate dolcemente il capo piegandovi all'indietro e inarcando nello stesso momento la colonna vertebrale.
Durante questa fase i glutei afferratevi i glutei con le mani e inspirate profondamente.

4 - Espirate lentamente e tornate alla posizione originaria

5 - Ripetete la sequenza lo stesso numero di volte degli esercizi precedenti.

Una volta terminata la serie, lasciatevi cadere dolcemente in posizione fetale; appoggiatevi sui talloni con le dita tese, sporgetevi in avanti, tenendo la fronte sul pavimento e il corpo rilassato.
Respirate dolcemente per qualche istante.

Sapevate che...

Quasi tutti gli occidentali pensano che l'invecchiamento e il deterioramento del corpo siano legge di natura.
I Lama sono invece giunti alla consapevolezza che si tratti di un'illusione che diventa realtà perchè si nutre di se stessa.

Frasi da ripetere nel corso del terzo rito

Sto respirando profondamente, lentamente e con molta tranquillità.
MI STO APRENDO ALLA BELLEZZA DELLA VITA.
Sono sempre consapevole dei miei movimenti.

Ad ogni respiro ricevo nuova energia.
L'ENERGIA FLUISCE ININTERROTTAMENTE NEL MIO CORPO.
In ogni momento sono io che creo la mia vita.

La mente e il cuore sono in equilibrio.
MI DISCHIUDO ALLA BELLEZZA CHE E' IN ME.
Percepisco il mio corpo come un tutto armonioso.

Sono puro respiro.
MI SENTO IN COMUNIONE CON LA TERRA E IL CIELO.
Col respiro unifico la mente, il corpo e lo spirito.

Lascio che il respiro trovi il suo ritmo naturale.
IL CORAGGIO E LA RESISTENZA AUMENTANO DI GIORNO IN GIORNO.
Mi affido alla saggezza del corpo.

I miei movimenti seguono il respiro.
AFFRONTO LE SFIDE DELLA VITA.
Sono sempre nel posto giusto al momento giusto e facendo ciò che è bene fare ottengo risultati positivi.

IL QUARTO RITO TIBETANO



"La prima volta che esegui il quarto rito mi sembrò assai difficoltoso.
Dopo una settimana diventò semplice da effettuare come gli altri..."

Eseguite il quarto esercizio, che apparentemente sembra essere più faticoso dei precedenti, curando il ritmo respiratorio.

Inspirate profondamente quando sollevate il corpo e trattenete il respiro mentre tendete i muscoli.
Espirate completamente quando rilasciate i muscoli.

1 - Sedetevi a terra a gambe distese sul tappeto, divaricandole di circa trenta centimetri.
Appoggiate i palmi delle mani sul pavimento, di fianco ai glutei, tenendo il busto ben eretto e piegate il mento sul petto.

2 - Portate il capo all'indietro e sollevate il corpo in modo che le ginocchia si pieghino, mentre le gambe rimangono tese, così da formare una linea retta con il busto.

3 - Per sollevarvi, iniziate dal bacino, facendolo indietreggiare così da non piegare le gambe prima che il corpo sia sollevato dal pavimento.

4 - Inspirate profondamente.

5 - Tendete i muscoli e trattenete il respiro.

6 - Ritornate a terra espirando lentamente.

Durante il periodo di riposo tra un'esecuzione e l'altra, mantenete il ritmo respiratorio seguito nel corso dell'esercizio

Ricordatevi...

L'unica differenza tra vigore e salute malferma e tra giovinezza e vecchiaia è il ritmo veloce a cui ruotano i chakra.
Rivitalizzare il ritmo porterà il vecchio a diventare come nuovo e il malato a essere sano.

Frasi da ripetere nel corso del quarto rito

Sto respirando profondamente, lentamente e con molta tranquillità.
ESPRIMO LA CONSAPEVOLEZZA PER MEZZO DEL MIO CORPO.
Sono sempre consapevole dei miei movimenti.

Ad ogni respiro ricevo nuova energia.
L'ENERGIA CORROBORA OGNI CELLULA DEL MIO CORPO.
In ogni momento sono io che creo la mia vita.

La mente e il cuore sono in equilibrio.
LASCIO CHE IL MIO CORPO SEGUA IL FLUSSO E IL RIFLUSSO DELLA MAREA.
Percepisco il mio corpo come un tutto armonioso.

Sono puro respiro.
IL MIO SAPERE E LE MIE AZIONI SONO IN ARMONIA.
Col respiro unifico la mente, il corpo e lo spirito.

Lascio che il respiro trovi il suo ritmo naturale.
SONO FORTE E VIVO.
Mi affido alla saggezza del corpo.

I miei movimenti seguono il respiro.
OGNI VOLTA CHE GIOISCO DELLA VITA, FACCIO UN DONO A ME STESSP E AL MONDO.
Sono sempre nel posto giusto al momento giusto.

IL QUINTO RITO TIBETANO



"In capo a una settimana la persona media considererà questo rito uno dei più facili da compiere..."

L'ultimo dei Cinque riti tibetani ha, come gli altri, la funzione di normalizzare la velocità dei chakra avviando il loro movimento rotatorio a una velocità adatta a una persona giovane, di circa venticinque anni.
Questa la vera funzione, al di là del fatto che l'esercizio è comunque utile per migliorare il tono muscolare.

1 - Sdraiatevi sul tappettino in posizione prona, a pancia in giù, con le mani e i piedi divaricati di circa sessanta centimetri.

2 - Sollevatevi sui palmi delle mani e sulle punte dei piedi.

3 - Inclinate il capo all'indietro (il più possibile, ma dolcemente).

4 - Inspirate e piegatevi all'altezza dei fianchi sollevando i glutei, così che il corpo assuma la forma di una V capovolta.

5 - Contemporaneamente, portate in avanti il mento ripiegandolo sul petto.

6 - Espirate per tornare alla posizione di partenza.
Solo le mani e i piedi devono toccare il pavimento.

Se avete problemi a seguire una respirazione controllata, esercitatevi e soprattutto tenete presente che "ridere" è un ottimo rinforzo per equilibrare il diaframma e quindi anche la respirazione profonda.

Sapevate che...

I chakra che in genere possiedono le persone di mezza età girano a velocità differenti e nessuno di loro funziona in armonia con gli altri.

Frasi da ripetere nel corso del quinto rito

Sto respirando profondamente, lentamente e con molta tranquillità.
IL MIO CORPO E' FLESSIBILE, I MIEI PENSIERI SONO DUTTILI.
Sono sempre consapevole dei miei movimenti.

Ad ogni respiro ricevo nuova energia.
MI MUOVO SEGUENDO I RITMI DEL MIO CORPO.
In ogni momento sono io che creo la mia vita.

La mente e il cuore sono in equilibrio.
IL MIO CORPO E' BELLO E CEDEVOLE.
Percepisco il mio corpo come un tutto armonioso.

Sono puro respiro.
MI SENTO VITALE E SONO FELICE.
Col respiro unifico la mente, il corpo e lo spirito.

Lascio che il respiro trovi il suo ritmo naturale.
SONO GIOVANE E DINAMICO E RIMARRO' TALE.
Mi affido alla saggezza del corpo.

I miei movimento seguono il respiro.
MI CONCENTRO SULLE COSE ESSENZIALI DELLA MIA VITA.
Sono sempre nel posto giusto al momento giusto e facendo ciò che è bene fare ottengo risultati positivi.



L'antichissima pratica dei Cinque tibetani, anche se giunta in Occidente in tempi relativamente recenti e con modalità avvolte ancora in un'aura abbastanza misteriosa, ha riscosso un notevole successo soprattutto presso chi già rivolgeva la propria attenzione alle pratiche Yoga.

Molti esperti l'hanno fatta propria e l'hanno insegnata in ogni luogo.

In tal modo hanno potuto verificarne gli effetti in condizioni e situazioni diverse.

Le loro osservazioni hanno arricchito il patrimonio insieme semplice e profondo che i Cinque tibetani rappresentano e hanno aiutato anche i principianti o i meno esperti a superare le difficoltà iniziali.

Tali esperti hanno inoltre messo a punto degli accorgimenti per chi soffre di disturbi come per esempio il mal di schiena.



Primo rito tibetano

Mentre state per concludere l'esercizio, se avvertite un leggero senso di vertigine, portate le mani unite davanti al corpo, all'altezza del viso e fissate i pollici.

Se volete interrompere la rotazione, divaricate i piedi portandoli alla stessa ampiezza delle spalle, unite le mani davanti al viso e guardate i pollici.

Soprattutto la sera, se vi sembra che eseguire i cinque riti vi provochi uno stato di ipereccitazione e quindi di insonnia, evitate di eseguire il primo rito tibetano e partite direttamente dal secondo.

Secondo rito tibetano

A volte si commette l'errore di sollevare le gambe contemporaneamente alla parte inferiore della schiena.

Ciò può provocare dei problemi soprattutto in chi soffre di mal di schiena.

Quando sollevate le gambe tenete invece la schiena ben aderente al terreno e fate in modo che il movimento necessario a sollevare le gambe parta dai talloni.

Aiutatevi eventualmente collocando le mani sotto i glutei.

Chi soffre di lordosi, prima di sollevare le gambe, avrà cura di appoggiare completamente i piedi sul terreno, eviterà inoltre di abbassare le gambe tese, le manterrà flesse, riportando e lasciando scivolare sul pavimento per primi i piedi.

Terzo rito tibetano

All'inizio dell'esercizio, quando siete in ginocchio, flettete con cura le dita dei piedi; sarà così più facile inarcare la schiena iniziando dalla parte inferiore e non da quella superiore.

Se avete problemi di mal di schiena appoggiate le mani sulla parte inferiore della schiena stessa con le dita rivolte verso il basso.

Prima di piegare il collo in avanti stiratelo leggermente.

Quarto rito tibetano

Anche quando eseguite questo esercizio potete operare qualche variazione, usate le mani per sostenervi quando vi sedete con la schiena perfettamente diritta.

Stirate il collo prima di abbassare il capo.

Quinto rito tibetano

Eseguite questo esercizio a piedi scalzi e cercate di operare su un tappetino non scivoloso.

Mantenete flesse le dita dei piedi.

Usate le mani e la potenza della schiena per spingervi nella posizione abbinata all'espirazione.

Riequilibrare e normalizzare l'energia vitale dei chakra, questa la funzione fondamentale dei Cinque riti tibetani.

La loro valenza, che è complessiva, perchè agisce in generale sull'individuo, si manifesta positivamente anche su disturbi specifici, quelli che il più delle volte dipendono dalle tensioni cui ci sottopone la nostra civiltà o da scorrette posture e così via.

Aumento o calo di peso



Il più delle volte l'amento eccessivo di peso o il dimagrimento sono determinat da disturbi complessivi del metabolismo, abbinati a scompensi della tiroide, delle ghiandole surrenali o del fegato.

I Cinque tibetani hanno un effetto benefico sul metabolismo e normalizzano per esempio lo stimolo della fame, eliminando anche i disturbi di carattere intestinale.

Caduta dei capelli



Sembra difficle da credere, ma i capelli sono spesso lo specchio della situazione di salute complessiva di un organismo.

Quando metabolismo ed equilibrio ormonale sono attivati dai Cinque riti i capelli, in taluni casi, anche nelle persone anziane che li avevano persi da tempo, ricrescono!

Difficoltà di appredimento



Per stimolare la capacità di concentrazione dei bambini, soprattutto di quelli che manifestano capacità di apprendimento della lettura e della scrittura, alcuni esperti di tecniche yoga consigliano di far eseguire i riti tibetani, che possono comunque essere praticati anche in tenera età a partire dai primi anni dell'infanzia.

Nei casi di scarsissima disposizione alle attività di studio, sempre gli esperti consigliano di far eseguire gli esercizi nelle ore pomeridiane prima di fare i compiti.

Disturbi della menopausa



Insieme con la pubertà la menopausa è il momento della vita in cui si scatenano i maggiori squilibri ormonali.

La pratica dei tibetani che conduce al riequilibrio complessivo del metabolismo si rivela pertanto efficace.

Emicrania


E' un disturbo particolarmente diffuso, le cui molteplici cause non sono sempre definite.

Sicuramente concorrono a provocarla i disturbi del metabolismo e quelli ormonali.

Molti di quelli che hanno pratica i tibetani hanno notato una diminuzione notevole del disturbo se non la sua totale scomparsa.

Insonnia



L'insonnia insorge il più delle volte in individui che non riescono a rigenerare l'energia vitale durante il sonno.

Lo scompenso che ne deriva aumenta la sovraeccitazione.

Una corretta pratica dei tibetani può avere un effetto positivo anche se alcuni hanno notato che eseguire i tibetani la sera non "concilia il sonno".

In questo caso è opportuno spostare la pratica dei riti al mattino oppure lasciar trascorrere almeno tre ore dal termine degli esercizi al momento in cui ci si corica per un sonno ristoratore.

IL SESTO RITO TIBETANO

"O mio caro, t auguro che la tua testa sia un guscio vuoto, in cui la tua mente possa guizzare all'infinito"

"Vi ho insegnato cinque riti che si propongono di restituire la salute della giovinezza e la vitalità.
Vi aiuteranno, inoltre, a riacquistare un aspetto più giovane.
Ma se volete recuperare completamente la salute e l'aspetto della giovinezza, dovete effettuare un sesto rito.
Non ve ne ho parlato finora perchè sarebbe stato inutile se non aveste prima ottenuto dei buoni risultati con gli altri cinque."

Queste le parole del colonnello inglese che aveva svelato a Peter Kelder i segreti dei Cinque riti tibetani.
Ciò significa che per dedicarsi a questo esercizio vale la pena di prendere confidenza con i primi cinque e di praticarli per un periodo di tempo abbastanza lungo (due anni secondo il consiglio del colonnello).

Secondo il colonnello inoltre il sesto rito può essere praticato solo da chi ha fatto una scelta di vita speciale, cioè legata alla castità.
Sempre secondo la sua opinione è indispensabile dedicarsi al sesto tibetano solamente quando è presente uno stimolo sessuale attivo, che è energia vitale riproduttiva e in quanto tale particolarmente viva.

1 - Mettetevi in piedi con la schiena eretta e lasciate uscire molto lentamente tutta l'aria dai polmoni.
Contemporaneamente piegatevi appoggiando le mani sulle ginocchia.

2 - Espirate completamente l'aria presente nei polmoni e ritornate lentamente nella posizione eretta.

3 - Appoggiate le mani sui fianchi e spingete verso il basso sollevando contemporaneamente le spalle, ritraendo il più possibile l'addome e sollevando il torace.

4 - Mantenete questa posizione il più a lungo possibile.

5 - Inspirate dal naso ed espirate lentamente dalla bocca, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.

6 - Continuate per qualche istante la respirazione profonda.

Saggezza orientale e saggezza occidentale

"Qua in questo corpo sono i sacri fiumi, qua sono il sole e la luna, oltre a tutti i luoghi di pellegrinaggio.
Non ho mai incontrato un altro tempio quanto il mio corpo."
SARAHA DOHA



"Un corpo debole indebolisce la mente."
J.J. ROUSSEAU



ALIMENTAZIONE E BENESSERE



"Nel monastero himalayano in cui ero un novizio non era importante stabilire quale fosse il cibo idoneo o la quantità sufficiente...
E' vero che i Lama sono vegetariani , ma non esclusivamente"
E' ancora il colonnello amico di Peter Kelder che ci ntrouce in un ambito significativo, quello dell'alimentazione, senza tuttavia comunicare diete specifiche, ma con quel senso della misura che rende semplice seguirne i consigli, di volta in volta adeguandoli alla propria situazione.

Dieta "tibetana"

La vita di un monaco tibetano si sviluppa in un ambiente ben diverso da quello della maggioranza delle persone e segue ritmi differenti, certamente molto meno frenetici.

I monaci inoltre praticano non solo la castità, ma anche e con assoluta disinvoltura il sesto rito tibetano e ciò rende del tutto inutile per loro il consumo della carne.

I monaci fanno tuttavia uso di cibo integrale, di uova, burro e formaggio, ma non sono particolarmente esigenti, anche perchè il loro territorio non offre molte risorse.

Ad ogni pasto consumano un solo tipo di cibo e questo sembra essere un accorgimento importante per la loro salute.

Lo stomaco infatti non è sottoposto a un'attività complessa perchè non deve assimilare componenti diversi.

Non mescolano comunque mai proteine e amidi e quindi quando mangiano del pane, generalmente d'orzo, non abbinano mai latte, uova o formaggio.

Spesso mangiano solo verdura cotta e frutta oppure pane integrale e un solo tipo di frutta.

I CONSIGLI DEL COLONNELLO



"Non vi sto spingendo a limitare i pasti a un solo cibo per volta o ad eliminare la carne dalla dieta.
Vi raccomando però di separare gli amidi, la frutta e la verdura dalla carne, il pesce e il pollame.
E' corretto cibarsi solo di carne durante un pasto.
Di fatto, se ne avete voglia, potete consumare vari tipi di carne in un solo pasto.
E' appropriato mangiare burro, uova e formaggio in un pasto a base di carne, oppure pane nero e, se lo desiderate, caffè o tè.
Non dovete mai terminare con qualcosa di dolce o che contenga amidi; quindi niente pasticci, torte o budini."

Il burro



Sembra, se si vuole prestare fiducia ai consigli del colonnello e alla sapienza dei monaci, che il burro sia un cibo "neutro".
Può pertanto essere abbinato sia con gli amidi sia con le proteine; i monaci infatti a volte lo consumano sia nel pasto a base di latte o uova, sia nel pasto a base di pane.

Le uova



"I Lama non mangiavano mai uova intere a meno che non dovessero svolgere un lavoro manuale faticoso.
In quel caso era possibile che mangiassero un uovo intero parzialmente bollito."
Questa abitudine, strana inizialmente agli occhi del colonnello, proveniva dalla convinzione che l'albume p un nutrimento importante per i muscoli che, se scarsamente esercitati, non ne hanno bisogno.
Il tuorlo invece contiene in percentuale elevata elemnti utili a nutrire i tessuti del cervello.
Tali elementi sono utili anche in piccole quantità.
Vale dunque la pena di prestare attenzione a un almento così facile da reperire e anche da consumare.

Mangiare lentamente



"C'è un'altra cosa importantissima che ho appreso dai Lama.
Mi hanno insegnato quanto sia importante mangiare lentamente."
Nelle parole del colonnello non è difficile riconoscere una modalità di assunzione dei cibi che è pratica quotidiana di chiunque abbia ormai capito quanto la masticazione, associata alla salivazione, sia un processo di disgregazione del cibo che non affatica lo stomaco.
Quanto più il cibo viene masticato, tanto più si frantumerà in elementi microscopici facilmente assimilabili.
I monaci, per esempio, masticano tutto ciò che mangiano fino a farlo diventare liquido prima di ingerirlo.

Mangiare moderatamente



"All'inizio avevo fame, se considerate la dieta a cui ero avvezo..."
La dieta a cui si riferisce il colonnello era quella di un occidentale abituato ad avere a disposizione quantitativi di cibo rilevanti.
Non così per i monaci, che avevano a disposizione solo quello che sapevano trarre faticosamente dalle terre intorno al monastero.
Eppure bastò un breve periodo di dieta "tibetana" per restituire forma fisica perfetta a chi era alla ricerca dei segreti dell'eterna giovinezza.
Consumare troppo cibo sottopone il corpo a un lavoro di assimilazione che ha come risultato l'invecchiamento precoce degli apparati come quello digerente, per esempio.

In sintesi

- Riducete al minimo la varietà di alimenti durante il pasto.

- Riducete la quantità di cibo per pasto, adeguandola alle esigenze di vita.

- Evitate di consumare insieme cibi a base di amidi e cibi ricchi di proteine, soprattutto se non siete in una situazione di estremo benessere.

- Non bevete caffè zuccherato con aggiuinta di latte o di panna; se vi dà dei problemi non bevetene affatto.

- Masticate ogni boccone fino a farlo diventare liquido prima di ingerirlo.

- Mangiate ogni giorno, prima del pasto principale oppure dopo, un tuorlo d'uovo crudo; non consumatelo durante il pasto.



 
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5 replies since 28/1/2012, 13:22   3710 views
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