I cinque riti tibetani

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marî
view post Posted on 28/1/2012, 14:22 by: marî




UNA TERRA CONTESA

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Per secoli impenetrabile, culla di una civiltà millenaria e patria di monaci buddhisti, il Tibet è definito "Paese delle nevi", "Città degli dèi" e anche "Tetto del mondo".

Dopo le dure repressioni operate dai Cinesi sono solo un migliaio i monaci sopravvissuti contro i diecimila presenti nei monasteri intorno alla metà del secolo XIX.

I monasteri si sono ridotti da settemila a una cinquantina, mentre i coloni cinesi sono diventati oltre sette milioni.

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Yack e scimmia gialla: due specie in via di estinzione in Tibet.

I Cinesi infatti hanno abbandonato la pratica buddhista che considerava questi animali intoccabili, sacri.

Il lago per i Tibetani è la parte femminile del centro del mondo, di quello che era prima della terra.



COME I RITI GIUNSERO IN OCCIDENTE

"Un pomeriggio di alcuni anni fa, me ne stavo seduto al parco leggendo il giornale, l'edizione della sera, quando un anziano gentiluomo si accostò e si sedette al mio fianco.

Aveva l'aspetto di un uomo di quasi settant'anni, grigio e quasi calvo, le spalle curve, e camminando si appoggiava a un bastone da passeggio.

Ancora non sapevo che da quel momento in poi l'intero corso della mia vita sarebbe cambiato per sempre..."

Così comincia il racconto di Peter Kelder in un libro ormai famoso, che ha fatto conoscere i Cinque riti tibetani in Occidente.

E' un racconto affascinante: il protagonista è un ufficiale in pensione dell'esercito britannico che aveva prestato servizio nei corpi diplomatici della Corona e che aveva pertanto viaggiato in ogni angolo del pianeta.

Quando era stato in servizio in India, il colonnello aveva conosciuto per puro caso nomadi del luogo, provenienti da remote aree dell'altoppiano tibetano, e aveva udito molti racconti affascinanti sulla loro vita e sui loro costumi.

Uno di tali racconti lo aveva particolarmente colpito; un gruppo di Lama, o monaci tibetani, conosceva il segreto della "Fonte della Giovinezza".

Lo straordinario segreto era stato tramandato per migliaia di anni proprio a loro e, nonostante non facessero mistero di tale segreto, il loro monastero era così distante e isolato, che era di fatto tagliato fuori dal mondo.

Il monastero e la "Fonte della Giovinezza" erano diventati una specie di leggenda nelle parole della gente del luogo.

Si raccontava di vecchi che avevano riacquistato misteriosamente salute, forza e vigore dopo aver trovato il monastero ed esservi entrati.

Tuttavia nerruno era in grado di dire dove si trovasse.

Il colonnello, che aveva superato i quarant'anni e aveva assunto l'aspetto della persona anziana, più sentiva parlare della miracolosa "Fonte della Giovinezza", più si convinceva che tale fonte doveva esistere veramente.

Si diede da fare e raccolse indicazioni, informazioni sulle caratteristiche della regione e sul clima e altre notizie che avrebbero potuto aiutarlo a individuare il posto.

Una volta in pensione, sempre più ossessionato dal desiderio di scoprire la "Fonte della Giovinezza", aveva deciso di tornare in India e mettersi coscienziosamente alla ricerca di quel ritiro e del suo segreto di giovinezza duratura.

Passarono gli anni e "...una sera, di ritorno dal mio appartamento, trovai una lettera scritta di pugno dal colonnello.

L'aprii in fretta e lessi di un messaggio scritto, a quanto sembrava, in uno stato in cui la gioia si mescolava alla disperazione.

Il colonnello diceva che, nonostante i ritardi e gli insuccessi, riteneva di essere sul punto di trovare la "Fonte della Giovinezza"...

Passarono molti mesi prima che ricevessi altre notizie.

Quando, infine, mi venne recapitata una seconda lettera, per poco non mi tremaronole mani nell'aprirla.

Per un attimo non riuscii a credere a ciò che vi era scritto.

Le notizie erano migliori di quanto immaginassi.

Il colonnello non solo aveva trovato la "Fonte della Giovinezza", ma la stava portando con sé negli Stati Uniti, e sarebbe arrivato entro due mesi da quella data".

Sono ancora le parole di Peter Kelder, che si ritrovò, dopo qualche tempo, di nuovo di fronte al colonnello.

Grande fu tuttavia la sua sopresa perchè gli si presentò dinanzi un uomo molto più giovane che riconobbe a stento.

Invece di un vecchio curvo e dal colorito malsano che per sostenersi usava camminare aiutandosi con un bastone da passeggio, si trovò davanti una figura alta, eretta, dal volto florido e dai capelli neri che crescevano folti, spruzzati appena di grigio.

Dal resoconto del viaggio, Kelder venne a sapere che, giunto in India, il colonnello era partito immediatamente alla volta della regione dove dicevano si trovasse la mitica "Fonte della Giovinezza".

Parlava, anche se solo in parte, la lingua del luogo e per parecchi mesi non fece altro che stabilire contatti e stringere amicizie con la gente.

Nei mesi successivi, dopo una spedizione lunga e rischiosa nei remoti spazi himalayani, riuscì a trovare il monastero che, secondo la leggenda, custodiva il segreto dell'eterna giovinezza.

Le tecniche interessanti dei lama, la loro cultura, la loro totale indifferenza al mondo esterno erano difficili da comprendere per un occidentale, che per le prime due settimane dopo il suo arrivo si sentì come un pesce fuor d'acqua.

Nel monastero non c'erano uomini e donne anziani e i monaci si rivolgevano al colonnello chiamandolo "l'antico", poichè da molto tempo non vedevano nessuno che sembrasse così vecchio.

Tutto quanto vedeva era per il colonnello fonte di meraviglia, a volte riusciva a stento a credere ai suoi occhi.

Ben presto comunque la sua salute cominciò a migliorare.

Di notte dormiva profondamente e ogni mattina si svegliava sentendosi sempre più forte e vigoroso.

Dopo qualche tempo si accorse che aveva bisogno del bastone da passeggio soltanto durante le escursioni in montagna.

Una mattina ebbe una straordinaria sopresa.

Enbtrato per la prima volta in una stanza grande e ordinata del monastero che veniva usata come biblioteca per i manoscritti antichi, potè vedere la sua immagine riflessa in uno specchio e...
"Fissai incredulo l'immagine che mi stava di fronte. Il mio aspetto fisico era cambiato così drasticamente che dimostravo ben quindici anni in meno.

Per tanti anni avevo osato sperare che la "Fonte della Giovinezza" fosse una realtà.

Ora, di fronte ai miei occhi, c'era la prova tangibile della sua esistenza.

Le parole non possono descrivere la gioia e l'esaltazione che provai.

Nelle settimane e mesi che seguirono, il mio aspetto continuò a migliorare e il cambiamento divenne sempre più evidente a tutti coloro che mi conoscevano.

In breve tempo il nome che mi era stato attrivuito, "l'antico" non si udì più".

Tornato in Occidente il colonnello riferì dettagliatamente a Peter Kelder i particolari della "Fonte della Giovinezza" nonchè i "riti" che accompagnavano la vita quotidiana dei monaci di quella zona così isolata dell'altopiano tibetano.

I riti che il colonnello, insieme con una giovinezza ritrovata, portò con sé, i cosidetti "Cinque Tibetani", sono ora patrimonio, grazie anche a persone come Kelder, di tutti quelli che hanno la mente aperta e sono disponibili a coglierne la valenza rivoluzionaria.

Edited by marî - 16/11/2017, 18:14
 
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