Le figure femminili Mondo

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marî
view post Posted on 10/11/2012, 19:32




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Le figure femminili nella letteratura italiana e vietnamita



Introduzione

L’amore e`considerato come un regalo della vita; qualcosa di sacro situato profondamente
nell’anima di ogni persona.

E` proprio nella letteratura che riflette tale parte sacra.

Il successo di ogni opera dipende sul modo che quel sentimento e` dimostrato.

Da dove e come l’amore lo tira fuori?

E’ impossibile trovare una giusta risposta a questa domanda, tuttavia, in quasi tutte le opere d’arte,
si trova l’immagine delle donne e per questo si puo` dire che le donne rivestono una parte
inmancabile dell’essere umano, meritano di diventare un simbolo dell’amore, quello immortale:
che resiste al passare del tempo.

Le donne hanno animato le opere della letteratura; i grandi poeti le hanno cantate rendendole eterne in tutte le epoche.

Nella letteratura italiana, che ha considerato l’argomento dell’amore più che le altre, le figure femminili hanno lasciato le proprie impronte in quasi tutte le opere famose dei periodi storici.

Considerando i tre grandi poeti della letteratura italiana: Dante, Petrarca, Leopardi vediamo che sono immancabili delle figure femminili di riferimento; diciamo le loro “favorite”.

Le opere di Dante Alighieri, la bellezza angelica insieme con l’amore rispettoso, contemplativo, portano i
lettori a scoprire l’amore al tempo del Medioevo; l’epoca in cui predomina la devozione verso Dio
e le concezioni religiose.

Percorsi_Petrarca

www.treccani.it/magazine/lingua_ita...ercorsi_48.html



Francesco Petrarca, invece, vissuto tra il Medioevo e l’Umanesimo, creo` l’immagine di Laura, meravigliosa come un angelo in compagnia di turbamenti molto umani, reali.

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http://oubliettemagazine.com/2012/01/05/il...stino-ingenito/



Il poeta del Romanticismo, Giacomo Leopardi è sprofondato nella tristezza a causa dell’amore non
ricambiato da Fanny che e` intelligente, ingegnosa, sapiente come Aspasia, un personaggio greco
molto famoso.

Tali donne, descritte in diverse maniere, hanno riflettuto nel modo piu` sincero i sentimenti dei poeti insieme con i pensieri e i concetti di quell’epoca.

Diventando i punti di riferimento delle bellezze femminili della letteratura future e creando gli amori.

Inoltre, le donne vietnamiti devono soffrire da una vita contrastata, non gode’ ne’ l’amore ne’ rispetto come quelle orientali.

Grazie alla propria differenza, le figure femminili diventano sempre piu` varie e belle.

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http://laprofonline.wordpress.com/letterat...e-per-beatrice/



Beatrice

1. Persona :



Beatrice Portinari, detta Bice (nata nel 1266, morta l'8 giugno del 1290) puo’ essere definita come la prima creazione femminile della letteratura in volgare.

Beatrice potrebbe essere stata la figlia di Folco Portinari, uno dei priori di Firenze nel 1282.

I Portinari, famiglia di origine fiesolana, abitavano a Firenze vicino alla casa di Dante.

Folco Portinari aveva avuto sei figlie, ed una di queste, andata in sposa ad un tale Simone de Bardi, morì nel 1290 a soli ventiquattro anni

2. Personaggio



Nella Vita Nuova, dunque, abbiamo una Beatrice come una figura angelicata.

Nella Divina Commedia,come una guidatrice del mondo degli uomini al mondo dei Beati, appare sotto l’immagine oscillante fra la donna e l'angelo, abbiamo due figure in una sola persona :

la donna e l'angelo, il sentimento e la ragione; il simbolo e la realtà.

Un’angelo giovanissimo sparito troppo presto fa emergere l’ingegno, l’amore e la poesia di Dante.

In effetti, Beatrice non e` un’idea, un simbolo dell’arte ma una cratura vivente che e` formata dalla fede del poeta.

3. L’amore dantesco:



Prima di chiarire le figure di Beatrice in tre opere, cerchiamo di capire in modo piu` generale l’amore Dantesco.

Come quanto e` stato gia` notato, l’amore di Dante e` ammirazione verso la bellezza, della donna amata – quello tipico del Dolce Stilnovo con le sue caratteristiche peculiari , per esempio: per quanto riguarda la donna, e` vista come un angelo , l’amore e` una comtemplazione , ammirazione della bellezza cioe` la donna.

Da un altro punto di vista , abbiamo l’ amore platonico che definisce comunemente una forma di amore eccelso , escludendo la dimensione passionale e fisica.

In pratica, nelle opere Dantesche, si trova sempre quest’idea di un amore puro, spirituale che permette al poeta ma anche a tutti gli altri esseri umani di congiungersi al divino, a Dio.

II. la figura “Beatrice “ nelle opere di Dante :



1. La "Vita Nova"

a. L’introduzione generale dell’opera



la Vita nuova è stata la prima opera di Dante Alighieri, un lavoro giovanile nato tra il 1292 e il 1293 che si compone di 35 poesie e 42 brani in prosa.

Quest’opera segna l’inzio di un genere letterario molto speciale: l’autore racconta del viaggio senza nessun intermediario tra il narratore e il protagonista .

Il titolo sta a significare la vita “rinnovata”, illuminata dall'amore.

La Vita nova e` composta di prosa e poesia (25 sonetti, 4 canzoni, 1 ballata e 1 stanza isolata).

Il primo sonetto è del 1283 e l'ultimo è di nove anni dopo cioe` quando Beatrice e` morta.

Dante disegno` la sua donna come un angelo piu` che come una figura terrena.

La morte di Betrice nel 1290 spinge Dante a comporre la “Vita nova” come una glorificazione della donna.

La storia d’amore e` , nella realta`, una conferma di bellezza completa, una confessione, un passaggio del senso allo spirito, dal reale all’ideale.

b. La figura “Beatrice “ in questa opera

Beatrice e` descritta in quasi` tutta l’opera assumendo il simbolo di un angelo a cui il poeta si rivolge con tutto il proprio rispetto e l’amore.

Specialmente, Dante non si concentra a mettere in rilievo la sua apparenza, la sua bellezza esteriore , ma solo il sentimento in cui essa suscita.

Con il sonetto” tanto gentile e tanto onesta pare”, ai lettori e` offerta un’immagine fantastica di
Beatrice:

”Tanto gentile e tanto onesta pare- e par che sia una cosa venuta dal cielo in terra a miracolo mostrare – e par che de la sua labbia si mova un spririto soave pien d’amore”

Si trova tra questi versi qualcosa che che merita di essere notato : il sonetto e` pieno di ‘par” che
significa “apparire” - il tema chiave del sonetto e che ha reso evidente l’immagine spirituale di
Beatrice..

Con questo”verbo”, la donna amata appare gentile e onesta, il che riflette non solo l’apparenza e l’impressione del poeta ma anche la qualita` sprituale posseduta della donna.

Inoltre, sempre con tale verbo, i lettori hanno l’impressione che l’immagine di Beatrice oscilli tra fantasia e realta`.

Infatti, a quell’ora, Beatrice e` come un sogno , una donna creata dalla immaginazione del poeta.

In tutta l'opera “la vita nova”, questa pacata e sovrannaturale immagine e` sottolineata dall’uso degli aggettivi di grado superlativo come: “gentilissima, mirabile , cortesissima” per descrivere l’abitudine di Beatrice o tali azioni (il colore del vestito e’ bianchissimo, il suo saluto dolcissimo ecc.) o negli avverbi a lei connessi (molto virtuosamente ).

Grazie a tali aggettivi , e` possibile che il poeta voglia orientare i lettori a concetti soprannaturali, i tratti posseduti da un angelo?

Anche il simbolismo del numero 9 contribuisce a formare la figura angelicata di Beatriceche per il misticismo medioevale rappresenta in simbolo sacro, perche’ quadrato del 3, numero della Trinita` (il Dio Padre-Creatore dell’universo, il Figlio e lo Spirito Divino).

Infatti, tale numero e` ripetuto spesso in tutte le opere: 9 e` l’eta` del poeta` quando incontro` Beatrice per la prima volta, sempre di 9 anni e` la durata di questo “diario”, ancora 9 sono le ore del sogno del poeta`.

Inoltre, la figura angelicata di Beatrice e` manifestata con il paragone tra ella e Rachele:

” (inf. ii 102: "che mi sedea con l'antica Rachele"”), Rachele, amatissima moglie di Giacobbe, muore di parto dando alla luce Beniamino; a mio giudizio, come Rachele, Beatrice e` morta per aver fatto nascere la conoscenza, la sapienza e aperto la strada verso Dio, verso la purificazione dell’anima.

Per questo, la morte di Beatrice non e` la fine di tutto ma il principio di un nuovo mondo, fatto di ragione e di purezza d’animo.

2. La Divina Commedia:

a. Introduzione generale dell’ opera :



Il poema e’ scritto da Dante durante il suo esilio tra il 1304 e il 1321, secondo le parole dello stesso autore:

E’ Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura
Che la dritta via era smarrita’



Era l’anno del grande Giubileo a Roma ordinato dal Papa Bonifacio VIII, circa 700 anni fa Dante aveva 35 anni (la metà esatta della speranza di vita dell’epoca), nella primavera del 1300, infatti, e’ il giorno di Pasqua quando egli intraprende il suo viaggio nell’al di là.

Si tratta del racconto di un viaggio fantastico compiuto nel corso della Settimana Santa dell’anno 1300 da Dante stesso, perduto nel mezzo del cammin della sua vita nella foresta oscura del peccato, salvato dal pericolo dall’intercedere della benevola Beatrice.

Dante compie un viaggio salvafico nell’altro mondo, guidato prima all’Inferno e Purgatorio da
Virgilio poi da Beatrice nell’Empireo dove sara` affidato a San Bernardo fino alla visione di Dio.

In quest’opera, Beatrice non e` piu` oscilante tra la donna e angelo ma vive al cospetto di Dio.

b. La figura “Beatrice “ in questa opera



In quest’opera, si ha una figura nuova di Beatrice che pur essendo angelica, è piu` umana, piu` vicina al mondo degli uomini.

E` proprio Beatrice che guida Dante al percorso della sapienza e il mondo: “d'accedere al monte” dove: “e` l’uomo felice”.

Prima di tutto, rivediamo il viaggio nonche’ le caratteristiche di ogni tappa del viaggio del poeta.

L’Inferno e` una “selva oscura” in cui si nascondono tante paure e i rischi.

Il personaggio che accompagna Dante e` Virgilio, un maestro, poeta greco, a cui il poeta rivolge tanta ammirazione e rispetto.

Agli occhi di Dante, e` il simbolo della sapienza , conoscenza, intelligenza e per questo, non e` un caso che a Virgilio sia affidato di orientare Dante alla luce della ragione, a salvarlo dal bosco dove si e` smarrito.

Il paradiso e` l’oltremondo che non permette l’esistenza di turbamenti e fraintendimenti, quindi, per Dante, solo un personaggio con le caratteristiche simili e quelle di Beatrice puo` entrare in questa terradivina.

Il poeta ha scelto Beatrice per assumenre in pieno il significato.

Inoltre, attraverso la descrizione di Beatrice, il poeta mette i suoi tratti angelici :

È l'alba — momento allegorico di rinascita e speranza — e con questa similitudine viene introdotta
l'apparizione di Beatrice che, velata dalla nuvola di fiori gettatale dagli angeli, è vestita con
un abito rosso fuoco (allegoria della carita`), coperta da un mantello verde (allegoria della speranza), e con un velo candido (allegoria della fede quindi le tre virtu` teologali, e cinta da una corona di ulivo, (pianta sacra a Minerva che rappresenta la sapienza)

Canto trentesimo.

Dante non può ancora vederla, ma già ne sente la potenza — secondo un modulo tipico della poesia di Cavalcanti — e, tremante, si volge aVirgilio pronto a citare le sue stesse parole:

«Conosco i segni dell'antica fiamma» (v. 48: tratti dall'Eneide IV, dove erano pronunciati da Didone ): ma Virgilio è sparito, se n'è andato, e Dante per lo sconforto piange.

Comunque, sono proprie queste descrizioni che fanno Beatrice piu` “umana”,

Se nella “vita nova”, l’impressione che Beatrice da` ai lettori e` attraverso l’apparenza cioe` qualcosa di non chiaro, sentito grazie alla sensazione, all’intituzione, qui, l’immagine di Beatrice sta per apparire, con i tratti fisici piu` netti: abito rosso, mantello verde, velo candido.

In aggiunta, se nella Vita Nuova Beatrice era stata "figura" di Cristo per il solo Dante, ora è rivelazione incarnata e simbolo di Cristo per l'intera umanità.

La donna amata da Dante, divenuta ispiratrice della sua poesia e`, nella Divina Comedia , maestra
di verita`, il tramite che permette a Dante e all’intera umanita` di accedere al Paradiso e alla contemplazione di Dio.

La Grazia di Dio e` incarnata da Beatrice che porta Dante alla salvezza.

Se l’immagine di Beatrice nella “vita nova” e` situata in un piano retoricopoetico molto astratto, nella “Divina commedia” e` situata in una severa cornice teologica tanto piu` concreta.

Il mezzo con cui Dante ha scoperto una Beatrice viva e personale e` quello filosofico-teologico che gli permette a sentire con concretezza

Beatrice donna: una beatudine non piu`ideale e poetica ma reale e effettiva.

3. Il convivio

Allora, che motiva la differenza delle figure di Beatrice nelle due opere?

Per capire meglio, passiamo al Convivio che e` considerato come un ponte molto importante tra due momenti di stesse idee di Dante.

Infatti, in tutte le 3 opere : Vita nova, Il convivio, La Divina Commedia; l’immagine di Beatrice e` sempre descritta in riferimento a tale idea .

Il “ Convivio” composto da Dante durante l’esilio ha la stessa struttura della Vita Nuova, ma qui si espongono l’amore per la sapienza e vi e’ un impegno con la realtà morale e civile.

Nel Convivio, Dante racconta come 3 anni dopo la morte di Beatrice, si fosse innamorato di una “donna gentile”.

Per liberarsi dal dolore, il poeta comincia a studiare la Filosofia riuscendo a coniugarla al Cristianesimo (pur essendo due concezioni sempre considerate contrapposte)

I moti del suo amore riflettono molto chiaramente la maturita` graduale della sua consapevolezza.

Soppratutto, nella Vita nova, si osservano le ennesime immagini meravigliose dipinte da un amore passionale, intoccabile di un giovane e il dolore, la tristezza dopo aver saputo della morte della donna amata.

Il Convivio riprende la corrente sentimentale trovata nella Vita nova con un'altra sfumatura, non piu` delusa ne’ penosa ma molto razionale.

Intanto, la Divina Comedia puo `essere considerata come il culmine di tale ragione e concezione.

Nel Convivio, Dante riesce a trovare la definizione della perfezione e beatitudine: l'insieme con la relazione tra gli uomini e Dio.

Il poeta riafferma la dottrina di Avveroie` - un filosofo spagnolo che sosteneva di poter raggiungere la verita` cioe’ la sapienza coniugando religione e filosofia.

Da questo punto di vista, secondo il giudizio del poeta, anche gli uomini possono essere simili a Dio, cioe’ perfetti e pieni di beatitudine.

Nel Convivio, Beatrice viene paragonata alla Filosofia cioe’ la scienza che porta alla perfezione e alla felicita`.

Nella visione di Dante, Beatrice era` gia` in paradiso, aveva gia` raggiunto il territorio divino, il che lo spinge a purificarsi, a sviluppare la stessa sapienza per poter raggiungere Dio, e Beatrice.

Si tratta di una concezione piuttosto diversa da quella di Cristianesimo che privilegia la fede alla ragione perche’ Dante ritiene, infatti, che soddisfacendo il desiderio di conoscenza, gli uomini potrebbero trovarsi sotto la contemplazione di Dio.

Da questo punto di vista, Beatrice e` giudicata come uno specchio che riflette scienza filosofica, teologia profana e sapienza cristiana, che rende Beatrice un simbolo, un punto di riferimento nel mondo degli uomini.

In fondo, una trasformazione totalmente logica di una donna bella quanto angelo a un angelo che dirige gli uomini al mondo della purificazione e` dovuta al rispetto , alla contemplazione verso la donna amata da parte del poeta e alla grande conoscenza della religione e della filosofia.

La figura di Laura

1. La biografia di Laura:



Laura fu una nobildonna avignonese.

Viene indentificata comunemente in Laura di Noves, sposa del marchese Ugo di Sade.

Visse dal 1308 al 1348 e mori` a causa di una epidemia di peste.

Petrarca la conobbe nella chiesa di Santa Chiara durante il suo soggiorno ad Avignone il 16 Aprile del 1327, giorno del Venerdi Santo.

2. La figura di Laura:



Laura e` il simbolo dell’allontanamento da Dio e rappresenta al tempo stesso l’attaccamento ai bene terreni di Petracca impedendogli di intraprendere il difficile percorso verso il raggiungimento di Dio.

E` cantata nel Canzoniere e nei Trionfi .

Per lei il poeta rinnova gli elogi degli “stilnovisti” e ne fa il tipo di ogni virtu` e perfezione di purezza e beatidune.

3. L’amore petrarchesco:



Essendo nato nel momento in cui tutte le certezze medioevali volgevano al tramonto, mentre nasceva molta un’ansiosa ricerca di nuove verita`, tra ricchezza di fermenti culturali e angosie, di timori e di scrupoli, l’amore che Petrarca ha per Laura lo porta, con nuove concezioni e punti di vista ribelli, alle poesie d’amore in particolare e alla letteratura in generale.

Infatti, pur essendo ancora molto allegorico , rispettoso , l’amore petrarchesco e` diverso completamente da quello dolcestilnovistico; grazie alla passione, desiderio e all’impeto che il poeta rivolge alla sua donna amata.

Se l’amore dantesco dedicato a Beatrice appare spirituale, platonico; quello di Petracca e` pieno di sentimenti, tormenti, desideri sensuali verso la bellezza corporea.

Non si tratta di un amore d’animo, un amore concesso da Dio tramite una donna celestiale pura ma un amore per una donna reale che ispirava l’attrazione corporea insieme all'apparenza di un angelo .

Tale amore rimane profondo nell’anima di Petrarca addiritura piu` impetuoso dopo la morte di Laura.

Tuttavia, il poeta vive ancora nel Medioevo in cui l’amore fisico senza coniugazione con Dio e` sentito come errore e peccato, il che lo spinge alla composizione di una serie di poesie che includono tanto dolore e rimpianto.

E` proprio questo dissidio che fa dell’amore Petrarchesco un’illusione e un’errore : l’amore dedicato a Laura e` un sentimento terreno , passionale e molto “moderno”.

La figura di Laura :

1. L’immagine di Laura: una bellezza molto umana:



Laura e` innanzitutto bella, ma non della bellezza di Beatrice e delle altre donne dello “stilnovo” luminose e indefinite come l’angelo “ col suo lume se medesimo cela” (Purgatorio), ma di una bellezza che, pur spiritualizzata, resta sopprattutto terrena e che fa sì, che il poeta non si stanchi mai di vagheggiare con “gli occhi sereni e le stellanti ciglia - la bella bocca di perle – piena di rose e di dolci parole” e “il riso e il canto e il parlar dolce umano”

Nelle donne dello Stilnovo, le caretteristiche morali predominano su quelle fisiche: il loro carattere e` splendente come il sole mentre il loro saluto e` come la salute dell’anima (“Paradiso” - Dante), invece, per quanto riguarda l’amore di Petrarca, e` la bellezza corporea.

L'amore e` iniziato dal primo incontro del poeta con Laura, secondo la testimonianza dello stesso poeta, nella chiesa avignonese di Santa Chiara il 6 aprile 1327, non deve stupire, poiche’ nell’eta` medievale la sede ecclesiale era il luogo di riferimento per tutti.

Sin dal primo incontro, la bellezza meravigliosa di Laura ha incantato il pensiero di Petrarca fino a diventare fonte di ispirazione infinita del poeta.

Infatti, nel “Canzoniere”, non si trova un ritratto compiuto di Laura, la sua bellezza e` rappresentata con i modelli estetici di una donna medioevale:

gli occhi sono belli («vago lume»), i capelli biondi («vago e biondo capel»), il riso dolce («come dolce parla e dolce ride»), il viso bello, gli «atti soavi»: la bellezza è associata allo splendore, è «vivo sole», è luce che abbaglia, oppure è «aspra e superba», la «fera che mi strugge», «pastorella alpestra e cruda» insieme alle creazioni di Petrarca quando pone la sua bellezza in riferimento con quella della natura: “le belle membra”- le acque , “il bel fianco”- il trionfo, “l’angelico seno”- l’erba e fiori, l”grembo” – l’aria serena (“chiare, fresche e dolci acque”).

Cosi`, la donna amata da Petrarca appare con la bellezza di un angelo tra le creature , nel mondo
umano naturale.

Sempre nel “Canzoniere” , si assiste a un cambiamento fisico dovuto al tempo - una struttura mai vista nella maniera del Dolce Stilnovo -

“quei begli occhi, ch'or ne son sì scarsi
e 'l viso di pietosi color' fars
non so se vero o falso, mi parea”
( Erano i capei d'oro a l'aura sparsi)



evidentemente, attraverso tali versi, Petrarca cerca di “dipingere” una Laura che diventa piu` vecchia.

Con il passare del tempo , Laura appare meno bella che in gioventu` ”con gli occhi ne son si` scarsa”.

E` proprio l’invecchiamento che rende la bellezza di vicina al poeta.

Inoltre, Laura puo` essere considerata come la prima figura femminile rappresentata dall’Umanesimo tramite le caratteristiche moderne rispetto a quelle del Dolce Stilnovo.

Il Dolce stilnovo e` uno stile poetico-letterario medioevale in cui Dio e` il centro dell’universo e la bellezza e`situata in riferimento con Dio, invece, l’Umanesimo pone l’uomo al centro delle creature, mette in rilievo il ruolo di ogni individuo.

Sebbene non si possa chiamare Petrarca un poeta umanistico, e` innnegabile che egli fece da ponte tra il Dolce stilnovo e l’Umanesimo, tra il Cielo e la Terra, tra Dio e l’uomo, tra l’epoca di Dante e quella di Boccacio.

Da questo punto di vista, Laura ci appare, anticipando l’esplosione di sensuale vitalita` dell’Umanesimo:

“Erano I capei d’oro a l’aura sparsi / che ‘n mille dolci nodi gli avolgeva”, per la prima volta , con capelli acconciati con pudica eleganza in forme aderenti al capo o coperti , ma abbandonati sensualmente all’aria.

E` anche la prima volta che l’amore profondo di un poeta non e` dedicato a Dio ma a una donna, una donna dipinta da' capei biondi, dal collo di latte, dalle guance infocate, da' sereni occhi, dal dolce viso; non e` una donna formata solo per essere contemplata con il velo e come simbolo, ma e` una donna bella, una donna costruita dallo stesso amore passionale del poeta.

2. L’immagine di Laura dopo la sua morte:



Dopo la morte, l’immagine di Laura appare sotto due aspetti: in primo luogo , e` piu` “animata” con accenni sui sentimenti e i pensieri di stessa Laura, dall’altro , e` imvocata come la Vergine - ultimo porto di salvezza per il poeta.

Mentre l’immagine di Laura viva e` bella ma taciturna, dopo la morte , sotto la forma di una creatura celeste , diviene piu` viva e umana .

Mi sembra che Laura , allora, sebbene non idealizzata appare piu` bella e piu` reale .

E` meno idea , ma piu` umana quando appare all'amante, e siede sulla sponda del suo letto, e gli asciuga gli occhi con quella mano tanto desiderata ; e salendo al cielo fra gli angeli lei si volge indietro, come stesse aspettando qualcuno; e nella suprema beatitudine desideri il bel corpo dell''amante mentre entra con lui in dolci colloqui.

(:” CCCII, Levommi il mio penser in parte ov'era)

Neppure la morte ha scalfitto la bellezza di Laura, come si legge in un celebre passo dei “Trionfi”:

“pallia no, ma piu` che neve bianca
che senza venti in un belcolle fiocchi
parea posar come persona stanca
quasi un dolce dormir ne’ suo’ belli occhi
sendo lo spirito gia` da lei diviso
era quel che morir chiaman gli sciocchi”



morte bella parea nel suo bel viso”, Laura, pur morta, appare bellissima con la “pelle bianca”, morta ma come in un sonno leggero il poema si conclude con un’ affermazione

“ morte bella parea nel suo bel viso”.



In "si paragona pur coi più perfetti" , il poeta considera la bellezza di Laura come quella divina, non teme nel paragonarla alla beatitudine che Dio diffonde per il Paradiso:

"Pace tranquilla senza alcun affanno
Simile a quella che nel cielo eterna
Move dal loro innamorato riso...”



“Nel tuo partir partì del mondo Amore - E Cortesia".

Pur provocando un dolore profondo nel cuore del poeta, e` la stessa morte che ha aperto una strada rivolta a Dio alla salvezza, al paradiso.

Laura, ora , non e` piu` una donna terrena ma una donnaangelo che dirige Petrarca verso il mondo di Dio , non piu` amore passionale , dunque, che secondo il giudizio dello stesso poeta , e` peccato, smarrimento , colpa.

In aggiunta, Laura e` una moderna incarnazione di Dafne – un personaggio del mito greco che per respingere l’amore di Apollo viene trasformata in lauro; la morte di Laura e` interpretabile come la protezione data da Dio contro unamore mai risposto.

In fondo , come si e` gia` notato sopra, l’epoca di Petrarca si trova nel mezzo tra le concezioni medievali e quelle dell’Umanismo, il che provoca la creazione molto particolare di una figura feminile Terra-Cielo, Donna-Angelo.

Si tratta di una donna reale ma formata dalla bellezza divina ,un simbolo di un dissidio interiore , di un animo tormentato che aspira alla pace ma non la trova , anche la varieta` degli umori e delle situazioni psicologiche del sua anima lo dimostra.

III) Un punto di vista creativo sulla donna che ispirera` i poeti italiani del Rinascimento :

La natura personificata come interlocutrice partecipe dei sentimenti.

Questa e` una tecnica letteraria non mai vista nel Docestilnovo, grazie a cui il poeta puo` esprimere la propria mancanza profonda verso la donna amata.

In “chiare , fresche et dolci acque”, l’immagine di Laura e` sommersa in quasi` tutte le scene naturali :

Le belle membra sono immerse nelle acque, il tronco fa al fianco colonna, i fiori cadono nel grembo, e` uguale il caso del “di pensiero in pensiero, di monte in monte” in cui mi sembra che il suo pensiero non possa sfuggire dalla bellezza di Laura perche’ i monti, i pini , la pioggia, il colle coprono il suo viso, i suoi occhi.

Leggendo tali versi , i lettori hanno l’impressione che l’amore di Petrarca e` cosi` grande che puo` tingere tutta la natura con l’immagine della propria donna amata..

L’immagine di Laura non e` mai fermata nel tempo ma , il poeta ne fa sempre confronti tra il passato e la situazione e le previsioni del futuro

E` proprio la memoria che provoca le inquietudini interiori nell’anima del poeta insieme al conflitto tra l’amore verso Laura e la contemplazione di Dio.

Quanto e` stato visto , la struttura dimostra che il Canzoniere coincide col il sentimento attuale di Petrarca seguendo con il pentimento, alla morte di Laura.

Piu` importante e` il contribuito di Petrarca nel far nascere l’Umanesimo.

L’umanesimo letterario è contrapposto al Dolce stilnovo e mette in rilievo i sentimenti, i moti
psicologici dell’umanita`, pone gli uomini al centro della bellezza.

Credo che Petrarca sia riuscito ad esprimere ogni suo pensiero senza esitare e credo che siano proprio queste le differenze che si pongono tra la letteratura del Medievo e quella dell’Umanesimo.

Le figure femminili nelle poesie Leopardiane

I. L’amore leopardiano:

La tradizione letteraria , che va da Dante a Petrarca e giunge fino al romanticismo , e` ripresa con iI capolavori di Leopardi, con versi d’amore molto raffinati che , da un lato, s’ispirano al logos di Petrarca dall’altro, svelano sentimenti e dolori molto diversi, particolari.

Probabilmente, con le proprie poesie, Leopardi ha gia` creato per sè un tipo d’amore e sentimento molto peculiare che può essere chiamato “l’amore leopardiano”.

Ciò che lo distingue è la diversa funzione dell’ ”immagine” che vi si accompagna e il particolare uso dei nomi e quindi la differente portata letteraria.

Nelle poesie d’amore di Leopardi appaiono, però, figure femminili diverse da quelle di Dante e Petrarca.

La donna di Dante (Beatrice ) rende beato , conduce ad un sentire senza piu` tempo, ultraumano .

Invece, Laura, la donna amata da Petrarca riporta al senso di un umanesimo che inclina il piano dell’allegoria sul versante terreno e che avvolge la figura della Gloria di un’ “eternità temporale”.

L’immagine della donna amata da Leopardi, invece, appare come un sogno evanescente in cui, il poeta, rivolge un amore pieno del rimpianto, illusione e delusione.

Nelle poesie leopardiane, appaiono diverse figure femminili, ognuna delle quali si incarica di descrivere un lato dei sentimenti del poeta.

letteratura.159.169

www.oltremagazine.com/index.html?id_articolo=173



Il tema amoroso è affrontato soprattutto nelle opere quali:

Il primo amore, A silvia, Le ricordanze e nel ciclo di Aspasia.

Tuttavia, a qualsiasi donna si rivolga: il suo amore è disperato.

L’amore leopardiano è composto da quattro sentimenti: delusione, rimpianto, illusione e ricordanza.

In ogni immagine si manifestano almeno due coppie: illusione e ricordanza , delusione e
rimpianto.

Infatti, l’amore leopardiano che include sia l’amore giovanile attraverso Teresa che l’amore maturo verso Fanny non diventa mai realtà; la ricordanza che il poeta rievoca non esiste, ma è semplicemente l’illusione che Leopardi desidera possedere.

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www.internetculturale.it/opencms/di...ardi/a18-f.html



Per questo, la fine di ogni storia d’amore è sempre triste e dolorosa.

Dopo un sogno dolce, in “Silvia “ e “Nerina”, si assiste alla morte di due donne; nel “ ciclo di Aspasia”, abbiamo la confessione, da parte del poeta, del suo amore.

Dopo tante illusioni restano rimpianto e delusione insieme all’invettiva contro madre Natura.

Insomma, come l’amore di Petrarca e Dante, quello Leopardiano è intoccabile, irraggiungibile , una ricerca disperata della perfezione e della bellezza.

II. Teresa: una fanciullezza perduta:

Sono proprio le donne presenti in questi idilli che trasfigurano la Giovinezza, Fanciullezza, e i Sogni del poeta stesso.

Fra le opere notevoli di questo stile ricordiamo “A Silvia “ e “Le ricordanze”.

Questi canti rievocano la tenera immagine di Teresa Fattorino , la figlia del cocchiere di casa Leopardi , morta giovanissima all’età di 21; la fanciulla qui è assunta come il simbolo della caduta di ogni antica speranza.

Dunque, attraverso l’immagine di due donne le poesie non semplicemente trattano dell’amore del
poeta ma, soprattutto, dell‘illusione che la Natura gli da, ingannandolo e deludendolo.

Tutte e due le opere hanno una struttura abbastanza uguale: cominciano con i ricordi bellissimi della fanciullezza, cioè la giovinezza, quando la vita si presenta al ragazzo inesperto:

” Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi.
Sul paterno giardino scintillanti
E ragionar con voi dalle finestre.
Di questo albergo ove
abitai fanciullo,
E delle gioie mie vidi la fine.”



Nelle “ Ricordanze” o in “A Silvia” parla delle belle memorie di quando la voce della giovane ragazza lo distoglieva dallo studio dei libri

Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela
(“A Silvia”).



Ma la sorte fu avversa ancora una volta e stroncò violentemente ogni cara illusione:

“Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?”



Ecco: questa è la delusione del poeta verso la Natura: vista come ingannevole.

Che pensieri soavi e che speranze aveva il poeta!

E come a lui e a Silvia, ora veramente sua nel ricordo e nel pensiero uniti dalla stessa comunanza di affetti e di dolori, appariva allora il destino: illuminato da una attesa piena di fiducia in una sicura felicità.

Questo, ci testimonia una serie dei contrasti: passato – presente, natura - uomo, realtà - sogno, le
speranze - l’apparir del vero.

Sempre simili emozioni sono svelate in “Le ricordanze” in cui Leopardi, che aveva voluto fuggire dal “borgo selvaggio”, ritrova tante immagini ricche di ricordi.

Sempre in questa poesia , fino alla fine dell’opera, il lettore vede l’immagine di Nerina – personaggio femminile morta in giovane eta` e percio` assunto dal Leopardi come simbolo di una giovinezza infranta, del fatale crollo d’ogni speranza all’apparir del vero, dell’inconsistenza delle illusioni umane.

Nerina e` soprattutto il simbolo della rapidita` con cui passano i sogni, della nostalgica ricordanza che ne avanza.

Alla fine, tramite l’immagine di Silvia e Nerina, da un parte si vede una giovinezza perduta , dall’altra si tratta di una contemplazione dell’amore .

III. Fanny Ronchivecchi: una donna frivola e indolente, superba ma intelligente e affascinante, incarnata da Aspasia ( il ciclo di Aspasia)

1. Fanny Antonia Targioni



Fanny Targioni Tozzetti (o Fanny Ronchivecchi) (1805 – 1885) è stata una nobildonna italiana di origine fiorentina, moglie dello studioso Antonio Targioni Tozzetti, famosa nella società fiorentina per la sua bellezza e per gli interessi e le frequentazioni letterarie, che attirarono su di lei voci e pettegolezzi

Il poeta si innamorò profondamente di lei ma non è dato sapere se il loro rapporto fosse una vera relazione sentimentale o un semplice rapporto d'amicizia.

Dal carteggio tra Ranieri e la donna, risulterebbe che né la donna lo corrispose, né Leopardi le rivelò mai i suoi veri sentimenti.

Pare anzi che i suoi interessi propendessero più per l'esule napoletano che per il poeta di Recanati.

www.culturaesvago.com/giacomo-leopardi/



2. Aspasia:



Aspasia di Mileto (c. 470 a.C. – c. 400 a.C.), universalmente nota come Aspasia (greco:), era una donna che, originaria di Mileto, visse ad Atene.

Seguendo una tradizione storica e letteraria a lei spesso avversa, il suo personaggio viene spesso
ricondotto, in maniera riduttiva, alla figura sociale dell'etéra.

Aspasia, donna cólta, era nota per la sua saggezza

3. L’immagine di Fanny in 5 opere incluse nel “il ciclo di Aspasia”:



Prima di trattare in dettaglio il sentimento che il poeta rivolge alla donna amata nel “il ciclo di Aspasia” cerchiamo di capire il contesto in cui i due si incontrano: in un ritorno da Recanati a Firenze, Leopardi si è recato in casa di un amico con il suo fidato Ranieri, poi, proprio lì incontra Fanny, la moglie dello studioso Antonio Targioni Tozzetti che secondo il suo giudizio è:

”bella tanto, al mio parer mio,che tutte l’altre avanzi”- cioè più bella di tutte le altre.

Non solo la bellezza ma , soprattutto l’intelligenza ha conquistato il cuore del poeta perche’ la prima volta che incontro` Fanny, lei stava discutendo affermando la propria voce tra studiosi famosi.

Per questo il nostra poeta è colpito subito dalla sua conoscenza, nonché ingegnosità.

Non e` per caso che Leopardi chiama Fanny Aspasia.

Questo e` veramente un dettaglio che chiede tante spiegazioni.

Diverso dai nomi gia` scelti nelle prime poesie quali: Silvia , Nerina, che non hanno richiami specifici, non hanno cioè nessun significato simbolico ne’ allegorico, questa volta, con Aspasia usa il nome di una donna greca che visse ad Atene, ed e` ricordata . come un’ammaestratrice di ragazze da avviare alla stessa professione o maestra di retorica e intellettuale: vale dire una donna molto determinata, consapevole.

Pertanto, dando il nome “Aspasia” a Fanny, il poeta sottintende fare un parallelismo tra due donne.

“Il ciclo di Aspasia” costituisce una storia d’amore che racconta tante emozioni sin dall’incontro tra il poeta e la donna amata con sentimenti molto possenti nonche` speranze , passioni , di un amore bello (“il pensiero dominante”, “amore e morte”,”consalvo”) fino a quando il poeta si accorge che questo amore risulta un inganno, un sogno irrealizzabile (“a se stesso”, “Aspasia”).

Quanto alla figura femminile, in queste poesie, Fanny e` descritta a seconda dei moti d’emozione di
Leopardi stesso.

Prima di tutto Fanny e` rappresentata come una donna bella , affascinate.

Quanto alla sua bellezza, il poeta la descrive, alla maniera stilnovistica, con la retorica dell’“angelica immagine, bella come un sogno , sia sulla terra , sia nelle alte vie dell’universo”, con gli occhi “piu` belli” e il pensiero “piu` dolce “( “il pensiero dominante”).

Per quanto gia` visto, l’immagine di Fanny e` formata da tratti e cenni angelici:

“All’amaro calcar della tua soglia, a quella voce angelica , all’aspetto. Di quella fronte, io ch’al morir non tremo!”(“pensiero dominante”) o “Per divina beltà famosa Elvira; - Conscia del suo poter, conscia che un guardo - Suo lieto, un detto d’alcun dolce asperso”.



Credo che tali versi fanno venire in mente ai lettori quelli, molto conosciuti, di Petrarca :

” gli occhi sereni e le stellanti ciglia –la bella bocca angelica di perle –piena e di rose e di dolci parole”.



Percio`, l’amore che Leopardi rivolge a Fanny puo` essere considerato come una contemplazione
verso la divinità , che i poeti del ‘200 e ‘300 riservavano alle donne da loro amate.

Oltre alla contemplazione , l’amore Leopardiano include anche la passione , il desiderio di essere appagato.

E ciò è completamente diverso dai sentimenti provati da Dante e Petrarca.

Per Petrarca, l’amore rivolto a Laura, e` un errore giovanile che provoca pentimenti, dolori,vergogne per aver perduto la strada verso Dio:

”Ma ben veggio or si`come al popol tutto favola fui gran tempo , onde sovente di me medesimo meco mi vergogno; et del mio vaneggiar vergogna e` ‘I frutto . e` ‘ I pentersi”.



Quanto a Dante, si tratta del rispetto della contemplazione verso un angelo , un tramite tra l’uomo e
Dio.

L’amore di Leopardi, invece, e` pieno di emozione, sentimenti ed anche di tormenti; lo e` proprio quando il poeta prega alla donna un bacio in “Consalvo”:

” Elvira, un bacio - Non vorrai tu donarmi? un bacio solo-In tutto il viver mio? Grazia ch’ei chiegga . Non si nega a chi muor. Nè già vantarmi”,



A questo punto il poeta si rende conto che un solo bacio di Fanny gli avrebbe dato la felicità e che la sua vita sarebbe diventata bella tanto da poter sopportare la vecchiaia e avrebbe pure sopportato le pene dell'inferno per avere l'amore di Fanny.

Come notato di sopra, l’immagine di Fanny e` legata ad Aspasia, cioe` , si puo` vedere Fanny in riferimento con Aspasia.

In effetti, tra le donne, esiste un punto di comune: la bellezza mentale ossia l’intelligenza.

Agli occhi del poeta, Fanny risulta superba, talentuosa, frivola:

”Della sua mente, l’amorosa ide, che gran parte d’Olimpio in se racchiude, Tutta al volto ai costumi alla favella”(Aspasia).



In questi termini, l’immagine di Aspasia e` gia` piu` completa, particolare, vitale, e umana, il che la distingue da Laura e Beatrice, le quali sono descritte dal punto di vista estetico, religioso, con un amore puro e contemplativo.

Attraverso le opere dei tre grandi poeti si può osservare un cambiamento graduale dall’aspetto religioso della donna:

per Dante, Beatrice e` conosciuta come un angelo, che guida il poeta al Paradiso

mentre Laura di Petrarca e` piu` “umana” con una bellezza di tratti corporali gia` umani quantunque ancora “angelici”.

Al contrario, la figura femminile nelle poesie Leopardiane e` estremamente umana seguita dall’emozione, dalle caratteristiche naturali che si possono trovare in qualsiasi individuo.

Tuttavia, e` sempre un amore intoccabile, un sogno non realizzabile.

Nelle ultime strofe di Aspasia, Leopardi si accorge che la donna immaginata non esiste piu`, l’amore rivolto a Fanny e` sconfessato,

“Pur quell’ardor che da te nacque e` spento: perch’io te non amai, ma quella Diva-Che gia` vita , or sepolcro, ha nel mio core”.



Si, sempre l’illusione, sempre la delusione nascono dal fondo del poeta; non e` l’amore che non esiste ma la speranza: la cerca in vano.

In questo caso, Fanny non e` morta ma e` proprio l’amore per lei che è morto.

Leopardi immediatamente tiene conto che lei non e` la donna ideale che sta cercando pur essendo la prima e anche l’ultima donna

“a cui piegar sostenni l’altero capo , a cui spontaneo porsi “(“Aspasia”).



La poesia si conclude con un “sorriso “ di Leopardi.

Mi sembra che Leopardi sia stanco dei sentimenti amorosi che non portano mai a nulla, dei sogni senza un fondamento, da passioni devastanti.

Alla fine, la storia d’amore di Leopardi iniziata con passioni, sogni, sentimenti puri e finisce con una delusione, con la consapevolezza di una realta` aspra, piena di tormenti.

Tutto cio` che resta e` solo tristezza e uno sforzo vano di un trovare una donna ideale per se stesso.

B. Il confronto all’immagine delle donne vietnamiti feudali e quelle delle letterature
italiane medioevale:



Mentre le donne occidentali sono considerate come gli angeli che rendono omaggio a tutti gli uomini e li accompagnano alla terra divina , quelle orientali, al contrario , devono soffrire molto perche`; agli occhi del pubblico, sono niente altro che un oggetto che puo` parlare e lavorare: tutto cio’ che devono fare e` servire completamente i propri mariti, i padri nella famiglia.

Dipendono sempre dagli uomini!

Durante il regime feudale, la vita delle donne e`oppressa da molti pregiudizi crudeli e le regole molto strette e severe :

Cong-Dung-Ngon-Hanh (Lavoro-Bellezza-Lingua-Etica), cioe’ una donna giudicata perfetta doveva rispondere a tali condizioni: doveva essere talentuosa , ingegnosa nelle facende domestiche (lavoro), essere bella (Bellezza), sapere usare le parole in modo ingegnoso (Lingua), possedere una bellissima anima(etica)

.Comunque, pur avendo tali caratteristiche , le donne non sono mai in grado di affermarsi nella societa`, l’unico compito che devono eseguire e` di fare nascere i bambini, e servire bene i mariti e figli.

Non hanno il diritto di avere l’accesso all’educazione , per questo, diventano dipendenti e passive nella societa`.

Infatti, la vita di una donna e` ripetuta seguendo questo ciclo:

" Tai gia tong phu, xuat gia tong phu, phu tu tong tu” (a casa, serve a suo padre; dopo il matrimonio , a marito giova ; morto il marito, si dedica al proprio figlio)



Sebbene costretta da questi tre doveri , il loro contribuito non e` mai reso noto, infatti, le donne non ricevono, mai, la simpatia e le comprensione dei componenti della famiglia; in quel periodo, era una cosa naturale, incapovolgibile che le donne nascerrero per mantenre la generazione, per curare la famiglia, per sacrificarsi.

Potremmo paragonare le donne vietnamite ad una cicogna, tollerante e sacrificata:

Cái cò lan loi b sông,
Gánh go da chông, tiêng khóc non
(All’argine di fiume, come stanca e` la cicogna
Che porta le risa a marito con i pianti)



Ci sono molte canzoni popolari che riflettono il destino di ogni donna:

” Than em nhu hat mua sa-hat vao dai cac, hat ra canh dong”
“sono come una goccia di pioggia che cade, una al luogo di lusso,
una cade nel lusso, uno nella risaia “
(questo e` il lamento di una donna),
sottolinea: una donna non puo` decidere la sua vita, tutto e` gia` scritto nel destino e deciso dagli uomini



A mio giudizio, questa e` una conseguenza naturale per le concezioni feudali che si basano sul confucianesimo e su principi morali rigidi come per esempio: fedelta` al Paese, dedizione al Popolo , rispetto per gli insegnanti…

Percio’ quasi tutte le opere famose nate in quell'epoca si concentrano sull’argomento del patriottismo, la relazione tra gli scolari e gli insegnanti, mentre l’immagine delle donne puo` apparire solo nelle canzoni popolari che sono mediocri come il loro destino.

Nel diciottesimo secolo, si nota un cambiamento notevole nell’attitudine dei poeti verso le donne.

Si tratta di un’opera che supera tutti i pregiudizi sociali,le barriere del tempo e dello spazio :

Truyen Kieu (la storia di Kieu).



Quando nessuno poeta aveva rispetto verso le donne, Nguyen Du sceglie una figura femminile come tema centrale della propria opera .

Durante la poesia, i lettori hanno l’opportunita` di assistere ai sentimenti reali, ai dolori di una donna; per la prima volta, una donna e` descritta in modo piu`rispettoso e affettuoso.

Il personaggio presente in tale opera e` Kieu – una donna bella, intelligente, perfetta.

Probabilmente questo modo di descrivere non ha niente di strano nella letteratura occidentale, pero’, per i vietnamiti, e` una cosa molto diversa.

Come quanto gia` notato, Nguyen Du ha composto “la storia di Kieu” nel periodo feudale, il momento che tutte le poesie considerate grandi traggono fonte d’ispirazione del Patriottismo, i codici morali, le vicende ed i successi guerrieri; per questo, “la storia di Kieu” ha portato un sentimento strano ai lettori.

In tale opera, sopprattutto , la bellezza di Kieu - il personaggio centrale nell’opera e` venerata :

Làn thu thy nét xuân sn
Hoa ghen thua tham
Lieu hn kém xanh
Mot hai nghiêng nc nghiêng thành
Sac dành dòi mot, tài dành h
a hai



(“come l’acqua nel lago autunno , una montagna primaverile, meno vivace e` il fiore, meno
verde e` il salice)



e confrontata con tutte cose belle della natura: gli occhi sono belli come il lago in autunno , la bellezza dei tratti e` messa in riferimento con la montagna in primavera (in effetti, la primavera e l’autunno sono le due stagioni piu` belle dell’anno, e spesso entrano nella letteratura come il punto di riferimento per la bellezza ).

Il poeta ammira anche l’intelligenza di Kieu:

“Pha nghê thi ha,
d mùi ca ngâm”-“ Khúc nhà tay l a nên
chng,”

(Esperta del disegno, della musica;).



Comunque, Kieu ha subito tanto per la sua bravura, ed e` proprioil poeta che ha cercato di ragionare questo paradosso:

Tram nam, trong cõi ngi ta
Ch tài, ch menh, khéo là ghét nhau”

( da centinaia d’anni dell’esistenza degli uomini che grande battaglia tra il destino e il talento)

Tri xanh quen thói má hông dánh ghen”

( il cielo ha l’abitudine di ingelosirsi alla perfezione)



Nguyen Du metteva in rilievo il dolore, la tragedia delle donne feudali, le quali in tutta la vita,
devono sopportare la gelosia `della societa`, il non rispetto del pubblico nonche’ gli antichi pregiudizi .

Si deve dire che Nguyen Du ha assunto un compito eccesivamente importante richiedendo i diritti e la giustizia per le donne.

E` la prima volta nella storia della letteraria vietnamita che un uomo sente pieta` per una donna, ed e` anche la prima volta che il talento, la bellezza di una donna sono tenute in considerazione.

Nguyen Du ha portato ai lettori un punto di vista completamente nuovo, parla della tolleranza, della bonta`, ma anche del talento, dei moti d’anima, dei pensieri situati profondamente in ogni donna, delle loro tristezze, soppratyutto l’amore, e il corraggio di combattere per amore di se’.

Per questo , e` possibile affermarci che “la storia di Kieu’ e` un canto del desiderio per la felicita`,
l’indipedenza,la giustizia e apprezzare il diritto di vivere , di acquisire il rispetto .

La figura femminile onorate ha elevato le donne ad una superiore posizione.

Grazie alla descrizione di Nguyen Du, le donne sono apparse con tutte le proprie bellezze, ingenuita`.

In conclusione, sia nella letteratura italiana sia in quella vietnamita, si guarda alla bellezza spirituale e corporale delle donne.

Queste immagini riflettono il sentimento, i pensieri dei poeti; inoltre, forniscono ai lettori la conoscenza delle concezioni, dei pregiudizi di un periodo storico.

In particolare, sono proprio tali figure femminili a contribuire al successo dei poeti, facendoli diventare immortali con il passare del tempo.

Figure femminili molto tipiche come Laura, Beatrice, Fanny insieme con l’amore profondo dei poeti contribuiscono alla crescita del vocabolario italiano con l’inserimento di una serie di nuovi aggetttivi come “l’amore dantesco” , “l’amore petrarchesco”, “l’amore leopardiano”.

E` tale e quale il caso della “storia di Kieu”(Nguyen Du), Kieu diventa il punto di riferimento per quanto riguarda la bellezza per tutte le donne, l’intelligenza.

Le donne saranno, per sempre, le fonti di ispirazione per i creatori d’arte in questo pianeta.

Realizzata da Nguyen Hông Nhung - Nguyen Hoàng Phng - Classe: 1I-04
Professore relatore: Andrea Cariglia



Edited by marî - 16/11/2017, 17:32
 
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marî
view post Posted on 18/11/2012, 09:30





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http://www.corriere.it/cultura/10_aprile_1...44f02aabe.shtml



Il Femminismo italiano negli anni ’70-‘80



La donna del XXI secolo non può che rappresentare la sintesi di un processo dialettico, la cui origine coincide necessariamente con l’origine stessa della storia.

La tenacia, il carisma che almeno in prima istanza la caratterizzano (la donna del XXI secolo) sono il frutto dell’evoluzione dell’eredità che essa ha raccolto dalle sue antenate.

Senza dubbio, almeno credo che per le mie coetanee sia così, un rapporto privilegiato permane con le donne dell’ultima generazione, le grandi protagoniste dell’ “eroico” movimento femminista degli anni ’70 e degli anni ’80.

Esso, oltre ad essere stato un movimento strettamente politico, stadio rilevante del processo di emancipazione femminile, cifra fondamentale della storia del XX secolo, è soprattutto la manifestazione della rivendicazione, da parte della donna, della possibilità di autodefinirsi, con il suo modo particolare di essere, di esprimersi, di comunicare: nel lavoro, nelle opere, nella partecipazione attiva e responsabile alla vita sociale, alle lotte comuni; con le sue particolari attitudini, scelte, decisioni; senza mai rinnegare sé stessa, la propria specificità di donna, l’alto valore della maternità, anzi esaltandoli.

E soprattutto respingendo fermamente ogni nuova mistificazione, ogni concessione a mutevoli, effimere mode, ad aberranti enunciazioni.

Dalla natura e misura del suo stesso conoscersi, mostrarsi, definirsi, deriverà la natura e la misura della sua libertà e dignità: anche nel rapporto uomo-donna, che ciascuno dei due deve vivere in modo personale, nella propria completezza, originalità e differenza di persona umana.

La donna deve essere sé stessa, smentendo anche errate attribuzioni: fragilità, sentimentalismo, incapacità di ragionamento, di deduzione e di sintesi.

Ho tentato di esporre organicamente e rapidamente alcune delle tesi fondamentali su cui è impostata la teoria femminista, se tale può essere definita.

Si tratta, però, di un femminismo decisamente maturo, autentico interprete, a mio avviso, della potenza umana femminile.

Ricordo infatti (con rapidi cenni) che il neonato movimento femminista degli anni ’70 si presentava di fatto come una filiazione del movimento di protesta sessantottino, che conobbe un’ingente partecipazione femminile, essenzialmente studentesca.

In Italia sorse a Milano, a Roma, per diffondersi in breve tempo nel resto del paese.



L’ispirazione giungeva da ampie manifestazioni di neofemministe negli Stati Uniti d’America.

In Italia si costituì in gruppi diversi, portavoce di una particolare concezione dell’emancipazione femminile.



Le protagoniste erano donne di varia estrazione sociale, soprattutto appartenenti alla piccola e media borghesia, intellettuali, professioniste.

Coinvolge ragazze e donne tra i diciotto ed i trent’anni: madri, mogli, studentesse etc., deluse spesso dal ruolo subalterno cui erano state relegate all’interno delle assemblee, dei collettivi, dei cortei organizzati durante le agitazionie e le proteste degli anni 1968-1969 (ovviamente le tensioni che maturavano erano anche più profonde, di carattere meno contingente, radicate nel passato).

Il linguaggio, gli slogan, il comportamento nelle proteste femministe manifestavano un ribellismo disgregato e un certo semplicismo, che la lotta e le esperienze progressivamente acquisite potranno in seguito correggere.

È una modalità acerba di comunicazione di un messaggio potente.



In ogni caso la riflessione sul tema della liberazione dall’oppressione di una società maschilista si esplicava anche in pratiche di organizzazione originali, che valorizzavano la peculiare autonomia e vivacità interiore della donna: riunioni, gruppi di autocoscienza, cortei per l’8 marzo, picchettaggi di sale cinematografiche che proiettano film pornografici.

Non si può pertanto non riconoscere alle neofemministe italiane il merito di aver avuto il coraggio, la capacità di esternare un lato di determinazione, ponendo la società contemporanea di fronte alla specificità della questione femminile, avviando un dibattito serrato sui temi, sino ad allora considerati implicitamente “taboo”, della corporeità e della fisiologia femminile, con particolare riferimento al problema della contraccezione, dell’aborto, delle mestruazioni, della gravidanza, del parto, della maternità.

Inoltre il loro modo di agire e di proporsi ha mostrato che tale lotta non poteva essere tacitata con pseudoriforme o palliativi.

Hanno esternato la loro carica rivoluzionaria, minacciando gli equilibri politici ed i compromessi storici.



Queste peculiarità del femminismo dei primi anni ’70 si riscontrano in maniera evidente nel manifesto del movimento femminista del luglio del 1970, pubblicato sul giornale propagandistico “Rivolta Femminile” (autrice Carla Lonzi):

1. “La donna non va definita in rapporto all’uomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra libertà. L’uomo non è il modello a cui adeguare il processo di scoperta di sé da parte della donna. La donna è altro rispetto all’uomo. L’uomo è altro rispetto alla donna.”

2. “Verginità, castità, fedeltà, non sono virtù, ma vincoli per costruire e mantenere la famiglia.”

3. “Nel matrimonio la donna, privata del suo nome, perde la sua identità significando il passaggio di proprietà che è avvenuto tra il padre di lei e il marito.”

4. “Riconosciamo nel matrimonio l’istituzione che ha subordinato la donna al destino maschile. Siamo contro il matrimonio.”

5. “La trasmissione della vita, il rispetto della vita, il senso della vita sono esperienza intensa della donna e valori che lei rivendica.”

6. “La negazione della libertà d’aborto rientra nel veto globale che viene fatto all’autonomia della donna.”

7. “Accogliamo la libera sessualità in tutte le sue forme, perché abbiamo smesso di considerare la frigidità un’alternativa onorevole.”

8. “Comunichiamo solo con donne.”

Come si evince da alcune asserzioni si tratta di un movimento di transizione tra quello che viene definito talora “femminismo liberale” e il cosiddetto “femminismo culturale”.



Il comune denominatore è l’atteggiamento energico, determinato, ma mentre il primo si batte fondamentalmente per l’uguaglianza formale e predica la simmetria fra i sessi, il secondo muove dalle peculiarità morali della donna e afferma la differenza femminile come valore.

Dal primo modello eredita l’aggressività nella rivendicazione di determinati diritti civili e politici, che ha condotto ad importanti conquiste, tra le quali:

Ø La possibilità di accesso a tutte le professioni;

Ø L’istituzione del nuovo diritto di famiglia, che introduce il principio di parità fra i coniugi, con l’eliminazione della figura del “capofamiglia”, la sostituzione della “patria potestà” con la “potestà parentale, la cessazione dell’obbligo per la moglie di fissare la propria residenza secondo gli intendimenti del marito, l’eliminazione del “diritto di correzione” del coniuge maschio;

Ø La cancellazione del codice penale di istituti arcaici come il delitto d’onore;

Ø L’introduzione delle leggi sul divorzio, sull’aborto e sulla violenza sessuale (catalogata finalmente tra i delitti contro la persona, non più contro la morale);

Ø Il controllo da parte di gruppi femministi e dell’opinione pubblica sulla gestione dei processi per stupro della magistratura, per garantire il rispetto della vittima nel corso del dibattimento;

Con il secondo modello invece condivide la necessità di affermare la liberazione della donna attraverso l’elaborazione di una “controcultura” femminile (cfr. punto 8).



Dal 1976-1977, momento in cui l’onda alta del movimento rifluiva, si avviò una riflessione sulla specificità della condizione femminile, che andava a ricercarne le cause più a fondo rispetto al contesto economico, sociale e politico.

A testimonianza del raggiungimento di un grado di forza e consapevolezza superiori, il femminismo italiano tende a liberarsi dagli estremismi e dai velleitarismi, da atteggiamenti radicaloidi.



La donna orienta ora il proprio carisma e vigore intellettuale in direzione di obiettivi di più ampia portata.

Non si tratta di un’effettiva rinnegazione degli ideali e degli stimoli precedenti; lo definirei piuttosto una sorta di “aufhebung” hegeliano, un superamento dialettico.

La potenza femminile consta ora nella consapevolezza di ciascuna donna della propria identità, sia sessuale che sociale.



Il facsicolo speciale di “Sottosopra”, mensile di propaganda femminista, uscito nel gennaio del 1983, chiarisce alcuni fondamentali nodi cocettuali attraverso il bilancio di un’esperienza che si protrae ormai da più di dieci anni e soprattutto attraverso l’individuazione e l’aperta denuncia dell’origine reale del disagio femminile, delle debolezze della donna.

Ciò che ne deriva è un appello diretto alle donne, ma forse alla società nel suo complesso, appello in cui si legge una lucida audacia ed un’assoluta determinazione.

Punto di partenza è il riconoscimento del fatto che “la lotta emancipatoria sorvola, senza vederle, sulle energie bloccate dal senso di una propria irriducibile estraneità”, che “c’è un limite al processo di emancipazione, limite che può manifestarsi solo molto tardi, ma che è presente fin dall’inizio”, che “pensarci e presentarci come vittime di discriminazione antifemminile non significa più l’essenziale della nostra condizione”.

Sono le parole di donne pronte a rivoluzionare sia la propria realtà intima e soggettiva sia gli schemi tradizionali di una società all’interno della quale “l’essere donna, con la sua esperienza e i suoi desideri, non ha luogo”, poiché essa “è modellata dal desiderio e dall’essere corpo di uomo”.

La diretta conseguenza di tale assetto sociale è che “la voglia di vincere, quando non si fa intimidire, diventa inevitabilmente aspirazione virile…Ma la donna ci perde il corpo”.

Pertanto il movimento delle donne è “un punto di riferimento per diventare quello che siamo e volere quello che vogliamo”.

Ciò che si propongono di fare è alterare radicalmente gli equilibri di una società “mutilata e mutilante”, dal momento che “il mondo è uno solo, abitato da donne, come da uomini, bambini, bestie e cose varie, viventi o non viventi, e in questo mondo che è uno solo vogliamo stare con agio”.

Queste donne si sono rivelate perfettamente in grado di osare, creando così “un precedente di forza” che costituisce uno fra i doni più grandi e preziosi che la donna di oggi abbia ricevuto.



È la corrente femminista che in Italia ha avuto uno straordinario successo fra le intellettuali, soprattutto fra le filosofe, per l’influsso dell’opera della psicoanalista Luce Irigaray, “Speculum” (1974), in cui della donna e della sua sessualità si parla senza definirla, senza concluderla, contro tutte le pratiche e le ideologie che dagli inizi del pensiero occidentale hanno ridotto il suo corpo al silenzio, all’uniformità, alla soggezione.

Lo scontro con le ideologie occidentali, di impianto maschilista, è stato fin dagli esordi, dal 1970, un nodo cruciale da sciogliere.

Nonostante ciò la relazione, il rapporto con la cultura si modifica sostanzialmente: dal rifiuto propugnato dalle femministe degli anni ’70 (cfr. punto 8) sino alla ricerca alla ricerca di un confronto –scontro, con specifici orientamenti culturali.

Particolarmente rilevante è il serrato dibattito tra i gruppi femministi e gli esponenti della corrente filosofico-sociale marxista.



www.liceofoscolo.it/materiale/dangelo/la%20donna.htm



 
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1 replies since 10/11/2012, 19:32   1733 views
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