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| Apocope e elisioneL'apocope (dal greco apokopé, composto di apó 'da' e kopé 'taglio' - da kóptein 'tagliare', di origine indeuropea) è il troncamento in fine di parola, che può interessare sia una sola vocale, sia un'intera sillaba;
l'elisione (derivato dal latino elidere 'spingere fuori') è la soppressione di vocale finale di parola davanti a vocale iniziale.
La distinzione è importante soprattutto per quanto riguarda l'uso dell'apostrofo.
Trascrivo da Come parlare e scrivere meglio, diretto da Aldo Gabrielli:
"Come distinguere il troncamento [=apocope] dall'elisione?
Chiunque si accorge che una parola 'troncata' si può pronunciare da sola conservando il suo significato; io posso dire:
'signor, cavalier, nobil, castel, fiorir, fuggir, buon, cantiam, insiem'; mentre non posso dire: 'l', dell', sant', senz'', eccetera. [...]
Si prende la parola della quale non siamo ben sicuri che sia uscita raccorciata in seguito a troncamento oppure a elisione (p. es.: 'fior', nell'espressione 'fior alpestre') e la si colloca così accorciata davanti a una parola che comincia con consonante ('fior campestre'): se la parola può restare anche in questa nuova collocazione, vuol dire che si tratta di troncamento.
Dunque 'fior' non vuole l'apostrofo.
Prendiamo adesso l'espressione 'buon'anima'; facciamo la medesima operazione, mettiamo 'donna' al posto di 'anima' e domandiamoci: si può dire 'buon'donna'?
Evidentemente no, risponderemo.
Dunque, buon' è elisione, non troncamento, e in tal caso ci vuole sempre l'apostrofo."
Per questa ragione è preferibile la forma "qual è" senza apostrofo, perché si può dire "qual giorno", ecc.(da web)
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