Apostrofo, grammatica

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marî
view post Posted on 9/4/2012, 16:31 by: marî





Poiché è frequente la confusione tra Accento e Apostrofo, ecco un elenco di parole che vanno sempre e solo scritte CON APOSTROFO, anche se, parlando, sembra che siano parole accentate, ma, scrivendo, bisogna, invece tenere conto del loro significato (gli esempi aiutano a comprendere):

da’ – es.: Carla, da’ il libro a Giovanni!
di’ - es.: Mario, di’ con parole tue cosa hai capito
fa’ - es.: Muoviti, fa’ in fretta, perché è tardi
mo’ - es.: Dire a mo’ d’esempio
po’ - es.: Un po’ di pane
sta’ - es.: Marco, sta’ fermo, per piacere!
va’ – es.: Fabio, va’ dritto a casa e non fermarti per strada

Particolare attenzione va prestata al modo in cui si scrive l’articolo indeterminativo UN / UNO, UNA / UN’ quando la parola che segue inizia con vocale.

Ecco degli esempi:

* un asino raglia, un elefante nella boscaglia, un orso marsicano, un intelligente progetto, un ulteriore rinvio.

In questi casi l’ARTICOLO è MASCHILE e NON VIENE APOSTROFATO.

* un’amica sincera, un’edera rampicante, un’orsa e i suoi orsacchiotti, un’ira improvvisa, un’uva molto matura.

In questi casi, poiché l’ARTICOLO è FEMMINILE, VIENE APOSTROFATO.

Quando UN / UN’ fanno parte di aggettivo o pronome composto, seguono la stessa regola ortografica.

es.: qualcun altro dica pure queste sciocchezze
nessun uomo dorma in questi momenti tragici
qualcun’altra ti amerà più di me?
nessun’altra nuotatrice ha mai vinto quel premio

ATTENZIONE!

* Non bisogna mai apostrofare la consonante “C” seguita dalle forme verbali del verbo avere inizianti per “h” oppure davanti a parole inizianti con vocale “a” / “o” / “u”.

Per esempio, “che c’azzecca” è sbagliato, oppure “c’ha detto” o ancora “c’udirai” (nel senso di “ci, cioè a noi, ha detto” e “ci udirai, cioè udirai noi”).

La particella pronominale “CI” NON si apostrofa MAI e non conserva suono dolce nei casi suddetti!

* Gli aggettivi TALE e QUALE seguiti da parola iniziante per vocale NON SI APOSTROFANO MAI, neanche se seguiti da parola femminile.


Quando appaiono nella forma TAL o QUAL hanno subito un troncamento, non un’elisione e quindi NON si apostrofano.

* L’articolo maschile plurale GLI si apostrofa SOLO davanti a parola che inizia per “i”
es.: gli inglesi oppure gl’inglesi

Ma scriveremo: gli amici, gli ospiti, gli uccelli, gli elefanti…

E’ appena il caso di ricordare che davanti a “z”, “x”, “gn”, “ps”, “s + consonante (s impura)” si usa sempre l’articolo “gli”.

es.: gli zoccoli, gli xenofobi, gli gnocchi, gli gnomi, gli psichiatri, gli psicologi, gli sciocchi, gli spensierati, gli stupidi, …

Gli articoli LO e LA si apostrofano davanti a parola iniziante per vocale.
es.:

l’angelo, l’esquimese, l’ordine, l’intrigo, l’usciere, l’amica, l’edera, l’organizzazione, l’istrice, l’uva

Elisione. Con Apostrofo

L’Elisione è una scelta eufonica che riguarda l’eliminazione dell’ultima vocale atona (=senza accento) di una parola mono/bisillabica e quindi vi è sempre un apostrofo:

- lo / la, una (e composti), questo / questa, quello / quella

es.: l’albero, l’uva (art. det.)
l’ho detto, l’ha rimproverato (pronome personale)
un’altra cosa, nessun’altra cosa
quest’orso, quest’oca
quell’oca, quell’orso

- di / mi / ti / si / vi

es.: d’Italia, m’ha detto, t’alzi, s’inalberano, v’illudete
- da che si elide in alcune frasi idiomatiche
es.: d’altronde, d’ora innanzi, d’altro canto
- ne e su (quest’ultima particella solo davanti a parola iniziante per “u”)
es.: se n’andò, s’un tavolo
- Santo, come, senza
es.: Sant’Antonio, così com’è, senz’altro

Troncamento. Senza Apostrofo

Il Troncamento è la caduta della sillaba o della vocale finale della parola, senza che sia necessario apostrofare.

A differenza dell’Elisione (che può avvenire solo davanti ad una parola che inizia per vocale) il Troncamento può esserci anche quando la parola seguente inizia per consonante.

Quando una parola subisce il Troncamento, è detta “tronca”.

Alcuni esempi:

qual buon vento,
qual è il senso di ciò,
un buon amico,
nessun altro,
fior di pesco,
il far assegnamento …,
un gran bel sogno,
signor Antonio.

Dagli esempi qui sopra riportati, si deduce la profonda differenza tra Elisione sempre indicata dall’apostrofo e Troncamento, sempre senza apostrofo, tranne in alcuni casi.

Alcune eccezioni in cui il Troncamento richiede l’apostrofo:

po’ (sta per “poco”)
es: dammene un po’
mo’ (sta per “modo”)
es: a mo’ di …

Imperativi monosillabici: da’, di’, fa’, sta’, va’

(da web)




"E l'apostrofo dove lo metto?"

ci si chiede spesso quando ci si trova di fronte a frasi con c'è e ce n'è.

Ecco un trucco per dissolvere ogni dubbio: al posto di "è" provate a mettere "era": se la frase ha senso (non si riferisce più al presente, ma al passato, ma ha senso compiuto) allora si tratta di è verbo ed è preceduta dall'apostrofo.

Ricordate, si scrivono senza apostrofo: qual è, nessun uomo (ma: nessun'altra).

Alcuni monosillabi possono avere l'apostrofo, da non confondersi con l'accento:

po' (=poco);

mo' (=modo)

va' (=vai, imperativo di andare);

fa' (=fai, imperativo di fare);

sta' (=stai, imperativo di stare).

(da web)


 
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