CHI SCRIVE dà fiato al suo estro poetico o al suo desiderio di comunicare ad altri esperienze, pensieri e riflessioni, CHI LEGGE ha il diritto a ritrovarsi davanti una pagina scritta almeno senza errori ortografici e sintattici.
La questione non è cosa da poco, perché nella lingua italiana il doversi destreggiare tra accenti, apostrofi e troncamenti presuppone la capacità di controllo su ciò che si scrive e di autocontrollo, una volta che si è scritto, riconoscendo bene i significati diversi che le parole assumono quando la grafia, cioè il modo di scrivere, cambia.
L’italiano è senz’altro una lingua difficile, anche per coloro che la conoscono in modo più approfondito, sia perché ha regole e regoline che la governano sia perché la differenza tra lingua parlata e lingua scritta è notevole.
Nella velocità della lingua parlata le differenze regionali di pronuncia, di scelta di vocaboli, di utilizzo di forme verbali o grammaticali non vengono notate più di tanto, perchè sono di uso comune tra coloro che parlano e quindi comunicano, adottando un modo di intendersi a loro comune.
Nella lingua scritta, però, tutti gli italiani devono riferirsi ad un altro linguaggio comune, quello che supera i particolarismi della parlata locale o specifica che, pur subendo come ogni lingua viva apporti continui da altre lingue e pur adattando e inventando neologismi per definire cose nuove, riconosce regole grafiche e sintattiche costanti.
In questi ultimi anni l’utilizzo della comunicazione attraverso il sistema del messaggino dei cellulari con l’utilizzo della scrittura programmata ha ulteriormente portato confusione nel campo dell’ortografia, consegnandoci per pigrizia all’ignoranza delle più semplici differenze ortografiche.
Il ricorso, poi, all’uso dell’e-mail o lettera elettronica, che permette di comunicare velocemente e in tempo reale, giustifica con la fretta strafalcioni di ogni genere, perché l’obiettivo sarebbe “fare presto” e non “fare bene”.
Secondo noi, è necessario recuperare il senso dello scrivere in modo corretto, poiché il nostro è un sito letterario e troppi testi ci pervengono appesantiti da errori ortografici, pur essendo ricchi di idee e di sentimento.
Cercheremo allora di fornire ai nostri scrittori una piccola guida che sia di facilissima consultazione e possa aiutare a rimuovere incertezze e dubbi in caso di ambiguità ortografiche frequenti proprio per le parole più semplici.
Ovviamente, poi, ogni scrittore sa bene che un buon vocabolario, un dizionario dei sinonimi e dei contrari e un rimario, per chi si sente poeta, sono aiuti fondamentali per chi di scrittura respira e vuole vivere.
Sillabe. Fa o fa’? Li o lì? Se o sé?…
Ci sono SILLABE (due / tre lettere) che cambiano significato a seconda di come sono scritte, accentate o apostrofate.
Eccole in ordine alfabetico:
Ce o C’èce : particella pronominale (si usa con altre particelle. MAI dire “ce lo dico io” perché dialettale. Si deve invece dire “glielo dico io”)
es. : non ce ne importa niente
c’è : significa “si trova, esiste, esserci”
es. : sul tavolo c’è un libro
Da, Dà o Da’da : preposizione semplice
es. : vengo da Parigi
dà : 3° pers. sing. indic. pres. verbo “dare”
es. : Maria dà un bacio a me
da’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “dare” (sta per “dai tu”, con elisione dell’ultima lettera e quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : da’ un bacio a Maria
Di, Dì o Di’di : preposizione semplice
es. : il libro di storia
dì : sostantivo (poco usato)
es. : il dì successivo, alle sei…
di’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “dire” (sta per “dici tu”, con elisione dell’ultima sillaba e quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : di’ qualcosa, non tacere!
Do
do : nota musicale
es. : do, re, mi, fa, sol, la, si
do : 1° pers. sing. indic. pres. verbo “dare” (non si accenta, perché difficilmente si può confondere con la nota musicale)
es. : io do retta a tutti
Fa o Fa’fa : nota musicale
es. : una marcia in fa
fa : 3° pers. sing. indic. pres. Verbo “fare”
es. : Elena fa i compiti
fa’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “fare” (sta per “fai tu”, con elisione dell’ultima lettera e quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : fa’ attenzione a cosa dici
La o Làla : nota musicale
es. : dammi il la
la : art. det. femm. sing.
es. : la merenda è sul tavolo
là : avverbio
es. : il tuo libro è là sul tavolo
Li o Lìli : pron. pers. di 3ª m. pl.
es : li ho visti
lì : avverbio
es : stanno lì sul tavolo
Ne, Né o N’ène : particella pronominale
es. : ne vuoi un po’?
né : negazione
es. : non disse nulla né pianse; non voglio né questo né quello
n’è : part. pron. + verbo essere
es. : non ce n’è più, la torta è finita
Se o Sé
se : congiunzione
es. : se piove, non vengo
sé : pronome personale (unito a “stesso” può anche non essere accentato)
es. : L’attore intervistato parla di sé
es. : L’autore si riferisce a se/sé stesso
Si o Sìsi : pronome riflessivo
es. : Mario si lava
si : nota musicale
es. : do, se, mi, fa, sol, la, si
sì : particella affermativa
es. : alla domanda ho risposto di sì
Sta o Sta’sta : 3° pers. sing. indic. pres. verbo “stare”
es. : Marco sta fermo al suo posto
sta’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “stare” (sta per “stai tu” e quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : sta’ fermo!
Te, Tè o Thete : pronome personale. Complemento
es. : la mamma chiama proprio te
te : particella pronominale
es. : te ne pentirai
tè : italianizzazione del termine inglese “tea” (anche “The” è corretto, ma senza accento)
es. : alle cinque bevo sempre il tè (o the)
Va o Va’va : 3° pers. sing. indi. pres. verbo “andare”
es. : Mario va a scuola
va’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “andare”
es. : va’ subito a casa e obbedisci!
(Prontuario di Anna Maria Stabile)
Edited by marî - 9/4/2012, 17:09