L'educazione nella storia, Nella nostra infanzia c’è sempre un momento in cui una porta si apre e lascia entrare l’avvenire (Graham Greene)

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marî
view post Posted on 9/6/2012, 16:21 by: marî





GUERRA DEI TRENT'ANNI - Serie di conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648 con il coinvolgimento delle maggiori potenze dell'Europa continentale.

Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, opposero inizialmente i seguaci tedeschi della Riforma protestante ai connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze esterne.

Al conflitto iniziale si aggiunsero rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di affiancarsi dal potere imperiale, e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio degli Asburgo.

La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea, può essere suddivisa in quattro fasi:



Boemo-Palatina (1618-1625)

Danese (1625-1629)

Svedese (1630-1635)

Francese (1635-1648)



FASE BOEMO-PALATINA (1618-1625


Le tensioni religiose in Germania si erano aggravate tra il 1576 e il 1612 per il tentativo di restaurazione cattolica operato dall'imperatore Rodolfo II: in molte regioni furono distrutte le chiese protestanti e vennero introdotte restrizioni alla libertà di culto.

L'istituzione (1608) dell'Unione evangelica (alleanza difensiva fra città e principi protestanti tedeschi) fu seguita da quella dell'analoga contrapposta Lega cattolica (1609), rendendo pressochè inevitabile uno sbocco violento della crisi.

La politica intollerante del clero locale e degli ufficiali del nuovo imperatore Mattia, sostenuta dal loro re Ferdinando II (fervente cattolico e candidato alla successione imperiale), il 23 maggio 1618 spinse alcuni protestanti boemi a invadere il palazzo reale e a gettare da una finestra due messi imperiali (defenestrazione di Praga), dando inizio a un'insurrezione politico-nazionale e al tempo stesso religiosa.

Le iniziali vittorie protestanti boeme estesero il moto in altre regioni dei domini asburgici, ma nel 1619 la nobiltà protestante boema offrì all'elettore del Palatinato, il calvinista Federico , la corona del regno, determinando così il ritiro dell'appoggio di molti membri dell'Unione evangelica, a maggioranza luterana.

Approfittando di queste divergenze e della contemporanea invasione spagnola dell'Alto Palatinato (Baviera), il deposto Ferdinando II (nell'agosto del 1619 divenuto imperatore) passò alla controffensiva, e l'8 novembre del 1620 sconfisse i ribelli nella battaglia di Weisserberg (Montagna Bianca), vicino a Praga.

La religione cattolica fu l'unica ammessa in Boemia, mentre le sfortunate operazioni militari nel Palatinato portarono allo scioglimento dell'Unione evangelica (1621) e alla perdita per Federico del potere e della dignità elettorale in favore di Massimiliano I di Baviera (1624).

FASE DANESE (1625-1629)



Di lì a poco, un appello dei principi protestanti tedeschi contro la restaurazione cattolica in atto venne raccolto dal re di Danimarca e Norvegia Cristiano IV, interessato a estendere i suoi possedimenti nell'Europa baltica e a porre fine al controllo asburgico sul ducato danese di Holstein, in Germania.

Invasa la Sassonia nella primavera del 1625, il sovrano danese trovò limitata resistenza fino a quando il duca di Friedland Albrecht von Wallenstein organizzò un potente esercito di mercenari al servizio dell'imperatore Ferdinando II che, unito alle forze della Lega cattolica, liberò prima i territori invasi (1626), quindi (1627) costrinse Cristiano nella penisola dello Jutland.

La vittoria venne sancita il 6 marzo 1629 dall'Editto di Restituzione, che annullava i diritti dei nobili protestanti sulle proprietà tolte ai cattolici dal 1552, e dal trattato di Lubecca (22 maggio 1629), con il quale Cristiano perdeva numerosi possedimenti tedeschi.

FASE SVEDESE (1630-1635)



La piena affermazione dell'imperatore accrebbe le preoccupazioni di Richelieu, ministro del re di Francia Luigi XIII, che promise assistenza al sovrano svedese Gustavo II Adolfo (cui si erano già rivolti anche i principi protestanti dei regni tedeschi settentrionali) se avesse attaccato il potente vicino.

Nell'estate del 1630 questi raggiunse le coste della Pomerania con un esercito ottimamente addestrato che, affiancato dai principi di Brandeburgo, Sassonia, Assia-Kassel e Brema, si impose ripetuttamente sulle armate cattolico-imperiali, penetrando nei territori tedeschi sino a invadere la Baviera (1632).

Il 16 novembre, nello scontro decisivo contro gli imperiali trincerati a Lutzen sotto la guida di Wallenstein, Gustavo Adolfo vinse, venne momentaneamente salvato dalla destituzione di Wallenstein, decisa da Ferdinando II alla fine del 1633, per essere egli passato al campo avversario (fatto per cui venne poi assassinat dai suoi stessi ufficiali).

La pesante sconfitta patita a Nordlingen il 6 settembre 1634 convinse i principi protestanti tedeschi a chiedere la pace (firmata a Praga nell'aprile successivo), mentre le truppe svedesi facevano rientro in patria.

FASE FRANCESE (1635-1648)



A questo punto il contrasto per l'egemonia in Europa tra corona francese e Asburgo venne pienamente alla luce.

L'imperatore Ferdinando II dichiarò guerra alla Francia, sostenitrice di tutti i precedenti tentativi antiasburgici; Richelieu, alleatosi con la Svezia, attaccò senza successo la Spagna, il maggiore dominio asburgico non austriaco (maggio 1636), mentre i suoi alleati coglievano due successi a Wittstock (4 ottobre 1636) e a Rheinfelden (2 marzo 1638) sulle truppe del neoimperatore Ferdinando III, invadendo poi (1639-1643) Boemia, Sassonia, Moravia e Danimarca (alleatasi con l'impero).

Dopo la morte di Richelieu e l'ascesa del cardinale Mazzarino (1642), le forze francesi vinsero gli spagnoli a Rocroi sotto la guida di Henri de La Tour d'Auvergne, visconte di Turenne e Luigi II, principe di Condé (18 maggio 1643).

Nuove affermazioni franco-svedesi in territorio tedesco (1644-45) portarono a negoziati di pace particolarmente difficili.

Dopo successive alterne vicende militari in Baviera (1647) e gli assedi di Praga e Monaco nella primavera del 1648, le forz franco-svedesi vinsero definitivamente il 20 agosto a Lens, obbligando Ferdinando alle loro condizioni di pace.

LA PACE DI VESTFALIA

La pace di Vestfalia, firmata a Munster il 24 ottobre 1648, fu decisiva per la successiva storia d'Europa.

Franci e Svezia ottennerpo numerose acquisizini territoriali, ma soprattutto frantumarono il potente blocco asburgico indebolendo l'influenza nei territori tedeschi: furno infatti riconosciute la totale indipendenza della Svizzera e dei Paesi Bassi e un'ampia autonomia dei principi nei confronti del potente imperiale (il che risultò poi essere un fattore ritardante l'unificazione della Germania).

Inoltre molti regni appartenenti all'impero risultarono fortemente potenziati a scapito del predominio, sino ad allora incontrastato.

I sudditi potevano non accettare la religione dei loro principi e andare in esilio senza perdere i loro beni.




Edited by marî - 10/6/2012, 10:49
 
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