Filastrocche, Ninna Nanna, Scioglilingua

« Older   Newer »
  Share  
marî
view post Posted on 13/2/2012, 16:08




filastrocche

C'era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva raccontami una storia e la storia incominciò…"

La storia che stiamo per raccontarvi riguarda la nascita della filastrocca, della conta, della ninna nanna; dei suoi albori e di come tanto tempo fa i fanciulli si divertissero a giocare con gli scioglilingua e gli indovinelli.

ico_puntina_3Le origini della Filastrocca

La parola filastrocca, che deriva dal termine popolare toscano filastroccola.

Si comprendono sotto questo nome canzonette e formule cadenzate (dialogate, interrogative, narrative, ecc.) recitate dai fanciulli o dagli adulti per divertire i bambini.

Sono ordinariamente un'accozzaglia di sillabe, di parole, di frasi, che talvolta riproducono indefinitamente lo stesso motivo.

Ricorrono, di solito, nei giochi rappresentativi delle dita, delle mani o dei piedi, oppure accompagnano il gioco del sorteggio in cui uno dei fanciulli canticchia la formula toccando a ogni sillaba o cadenza una parte del corpo o del viso dei compagni, i quali escono dal cerchio o si ritirano per subire la penitenza.

Prevalgono nelle filastrocche i metri brevi, su ritmo celere conforme all'allegria predominante nei giochi infantili.


ico_puntina_3Le origini della Ninna nanna

Con questo nome s'indica quel genere di cantilene che servono a far addormentare i bambini e di cui si hanno esempi presso tutti i popoli della terra, civili ed incivili.

Si tratta di un componimento breve, di vario metro, per lo più concettualmente assai povero e privo di nessi logici; il ritmo è monotono e cadenzato, quasi ad accompagnare il moto della culla.

In musica è un breve componimento melodico, il cui movimento è moderato (Andante - Andantino), il ritmo pari, la musica generalmente in 2/4, talvolta anche 6/8; esempi assai noti sono le composizioni di W. A. Mozart, F. Chopin e J. Brahms.

Per quanto di uso universale, la ninna nanna differisce da popolo a popolo e da grado a grado di cultura.

Presso i primitivi consiste nella ripetizione di poche frasi e si confonde con i canti o carmi che si recitano per alleviare i dolori del bambino e per allontanare i demoni dalla culla; presso i popoli civili prende talvolta vita e sostanza di poesia.

Le immagini tenere e affettuose tendono a suscitare visioni di paesi beati, di giardini pieni d'incanto, di tesori, di felicità, di fate e angeli recanti il dolcissimo sonno, che spesso è il Bambino Gesù, più spesso, poi un re o un imperatore a cavallo d'un bianco destriero, con briglia e sella d'oro o d'argento.

Una singolare forma di ninna nanna è quella di carattere furbesco, con cui, mentre si addormenta il bambino, si danno degli avvertimenti.

ico_puntina_3Le origini dello Scioglilingua

Con il termine scioglilingua s'indicano giochi di parole, combinati, spesso ricorrendo a iati e allitterazioni e comunque difficili da pronunciare, talvolta anche privi di senso e che debbono essere recitati rapidamente.

Duplice il loro scopo, servendo alcuni da esercizi glottici per vincere difficoltà di pronuncia e disimpacciare la lingua; altri per imbarazzare, trarre in fallo e far esprimere spropositi ridicoli, nel recitarne il testo.

Nel primo caso prendono il nome di scioglilingua o sveglialingua; nel secondo di farfalloni o bisticci.


ico_puntina_3Le origini della Conta

Nel gioco, o anche il altre occasioni in cui si debba estrarre a sorte fra i componenti di un gruppo, "fare al tocco" o "a chi tocca", significa designare quello tra i presenti che dovrà fare una determinata cosa, affidando la scelta alla sorte.

L'origine del gioco è toscana e di solito si procede così: ciascuno dei presenti, disposti in cerchio, allunga la mano aprendo quante dita vuole; uno fa la somma di tutte le dita presentate e poi conta fra i partecipanti fino ad arrivare a quel numero ; colui che viene toccato per ultimo è il designato.

Fuori dall'uso toscano si dice anche "fare il conto", "fare a la conta" o "alla conta".

ico_puntina_3Le origini dell'Indovinello

Si chiama più comunemente con questo nome l'enigma popolare, breve, riferentesi a cose comunissime.

L'indovinello popolare ha generalmente struttura metrica e comincia con una formula che varia da luogo a luogo ( "Indovina, indovinaglia" in Sicilia; "Cosa, cosella" in Lucania; "Devine, devinaille" in Bretagna; "Adivina, adivinanza" in Andalusia; ecc.).

A seconda del tipo si chiama: dubbio, quando contiene molteplici proposte e risposte; acchiapparello, quando serve ad "acchiappare" (burlare) con una seconda proposta a chi ha fatto la prima; passerotto, quando fa pensare l'interrogato a tante cose diverse, mentre la risposta è semplice e naturale.

Comunemente è descrittivo, ma può essere anche narrativo (indovinello-storia), e nell'una e nell'altra forma può trovarsi intercalato in un racconto, in una facezia, in una fiaba, se pure il racconto non abbia come motivo centrale l'indovinello stesso e la sua soluzione.

L'uso di questo componimento è universale, presso i popoli antichi e gli odierni, ma non sempre ha carattere di divertimento.

Da alcune tradizioni popolari si rileva che agl'indovinelli venne talvolta attribuito un carattere ordalico, onde la soluzione faceva guadagnare la vita al condannato a morte, ottenere una sposa d'alto lignaggio a un uomo povero o di modesti natali e così via.

L'origine dell'indovinello è oscura; la si può far risalire al periodo mitico dell'umanità, quando alcune espressioni relative a fatti e fenomeni naturali avrebbero acquistato significato simbolico col passare di bocca in bocca e di generazione in generazione.



www.filastrocche.it/



Edited by marî - 12/11/2017, 13:25
 
Top
marî
view post Posted on 24/3/2012, 18:48








Ninna nanna del chicco di caffè

Ninna nanna mamma tienimi con te
nel tuo letto grande solo per un po'
una ninna nanna io ti canterò
e se ti addormenti, mi addormenterò

Ninna nanna mamma
insalata non ce n'è;
sette le scodelle sulla tavola del re.
Ninna nanna mamma
ce n'è una anche per me
dentro cosa c'è
solo un chicco di caffè

Dormono le case
dorme la città
solo un orologio suona e fa tic tac;
anche la formica si riposa ormai,
ma tu sei la mamma e non dormi mai

Ninna nanna mamma
insalata non ce n'è;
sette le scodelle sulla tavola del re.
Ninna nanna mamma
ce n'è una anche per me
dentro cosa c'è
solo un chicco di caffè

Quando sarò grande comprerò per te
tante cose belle come fai per me,
chiudi gli occhi e sogna quello che non hai
i tuoi sogni poi mi racconterai.

Ninna nanna mamma
insalata non ce n'è
sette i piatti d'oro sulla tavola del re.
Ninna nanna mamma
ce n'è uno anche per te:
ci mettiamo su tutto quello che vuoi tu,

ci mettiamo su tutto quello che vuoi tu.



 
Top
view post Posted on 6/7/2012, 08:49
Avatar

Senior member
Senior member

Group:
Administrator
Posts:
1,302
Location:
Cagliari

Status:
arrivederci


Il Pianeta del Silenzio. La favola degli Uomini Colorati

Molto ma molto tempo fa, nel pianeta che nessuno sa, dove
era sempre giorno e per la notte non arrivava mai il turno, il
Sole regnava incontrastato e la Luna questo cielo non
aveva mai visitato. In questo pianeta tanto illuminato gli
uomini erano solo di quattro colori:
C'erano gli UOMINI NERI, gli UOMINI VERDI, gli UOMINI
BLU e gli UOMINI BIANCHI.

Gli Uomini Neri erano davvero molto ma molto seri, gli
Uomini Verdi purtroppo erano un tantinello sordi, gli Uomini
Blu erano quelli che credevano di saperne sempre un po' di
piu', e gli Uomini Bianchi erano quelli sempre stanchi.

Era facile riconoscersi in questo pianeta bastava guardare il
colore della pelle, per sapere con chi si aveva a che fare, e
per questo motivo non si usava molto parlare. Ora a te
indovinare, come si poteva questo pianeta chiamare?

Il Pianeta del Silenzio
Il Sole che era sempre acceso, un giorno si senti' davvero
molto stanco, fece i bagagli e nel salutare il cielo disse:
Ho bisogno di una vacanza!
Senza la luce del Sole, il cielo divenne nero, nero, e gli
uomini non riuscirono piu' a riconoscersi guardando i colori.

Ora che era tutto avvolto dal manto della notte , era come
se ogni cosa fosse diventata misteriosa, e per capire con si
aveva a che fare, gli uomini furono costretti a incominciare a
parlare. E successe una cosa davvero molto strana, gli
Uomini Neri divennero meno seri, e si accorsero che gli
Uomini Verdi non erano poi cosi' sordi, gli Uomini Blu capirono parlando, di non saperne poi tanto di piu', e
persino gli Uomini Bianchi si sentirono meno stanchi.

Ora che gli uomini non avevano piu' un colore,
incominciarono a guardarsi solo col CUORE e il cuore lo sai
ha un solo colore.
Ti stai chiedendo quale?
Il Colore dell'Amore.

Da quel giorno nessuno diede piu' importanza al colore della
pelle, e quando il Sole torno' dalla sua meritata vacanza,
incomincio' a sentire un baccano terribile.
Si affaccio' dal suo immenso balcone fatto di candide
nuvole, e vide, gli Uomini Verdi parlare con gli Uomini
Bianchi che adesso non sembravano per niente stanchi, gli
Uomini Blu, ascoltare chi ne sapeva di piu', e gli Uomini Neri
ridere tanto da non sembrare per niente seri.

E il Sole felice disse:
Vedo che la Notte porta consiglio, mi sa che faro' di certo
altre vacanze!
Il cielo si accese di nuovo della luce del Sole e gli uomini
tornarono a vedere i colori, ti starai chiedendo:
Ma allora smisero di parlare?
Neanche a pensarlo, gli uomini non smisero piu' di parlare,
era cosi' bello potersi guardare il CUORE, senza dare
importanza al COLORE.

Per cui il Sole a quel pianeta il nome dovette cambiare in
fretta, e disse tutto contento:
Da oggi il tuo nome non sara' piu' il Pianeta del Silenzio, tu ti
chiamerai Pianeta Terra. Da quel giorno il Sole diede
la
mano alla Luna, ed insieme incominciarono a danzare nel
cielo, alternando sul Pianeta Terra, la notte al giorno, perche' ora era chiaro a tutti,
che anche la notte porta i suoi frutti.

a cura di Gennaro, Marlene, Giuseppe e Guglielmo Molino


fonte:http://www.cuorgeneroso.it

Edited by marî - 12/11/2017, 13:27
 
Web|  Top
marî
view post Posted on 13/7/2012, 12:53





Canta la luna sopra la panca
mentre la nonna dice che è stanca.

Della fortuna son queste le rime
che da un folletto vengon per prime.

Canta la mucca sopra l'erbetta
e io ti mando via la disdetta.

Che giorni lieti ti siano a venire
e i tuoi sorrisi non debban finire.

Canta il folletto sulla luna
sol e soltanto per portar fortuna.


La filastrocca letta tre volte di seguito a voce alta porterà fortuna e felicità



 
Top
3 replies since 13/2/2012, 16:08   1102 views
  Share